Recensioni per
Il sogno di una nuova polis
di Carme93

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/10/24, ore 14:37

I
PRIMO POSTO, CON UN TOTALE DI 45,4/50
Il sogno di una nuova polis, Carme93

Grammatica e Stile: 8,1/10 (media tra 7,7/10 di g. e 8,5/10 di s.)

La grammatica è buona, ma sono presenti un po’ di errori di distrazioni dovuti soprattutto a un posizionamento impreciso delle virgole.
“Il fatto, però, che avessero abbassato la guardia, non era” – la virgola separa soggetto e verbo (si nota meglio eliminando quel “però” come inciso) -0,50
“compiuto. A quel punto” – doppia spaziatura -0,10
“quella a tre miglia, avrebbe accolto” – stesso errore -0,50
“suffeto” – “suffetto” l’errore è fatto per più di tre volte -0,30
“loro era per lui” – “lo era per lui” -0,10
“potere cartaginese” – manca il punto a fine frase -0,20
“le assi prima tanti pezzi separati” – manca la virgola dopo “assi” -0,20
“gli ordinato di stare lontano” – “gli ho/è stato ordinato” -0,20
“era secoli” – “erano secoli” -0,20
“serie assi” – “serie di assi” -0,10
Non ho trovato altri errori. Il punteggio è 7,7/10.

Dal punto di vista stilistico, la storia mi è parsa lineare e ben strutturata.
Come detto nell’ambito grammaticale, il principale problema è costituito dall’utilizzo un po’ disordinato delle virgole. Ho già segnalato i casi in cui ciò andava a costituire un vero errore, ma anche in altri passaggi mi è sembrato che tu abbia perso un po’ il focus, rendendo alcune frasi di respiro un po’ irregolare.
Tutto sommato però non trovo affatto che ciò abbia disturbato la lettura! Probabilmente la consegna all’ultimo ha influito a riguardo, perché con un’ulteriore rilettura con calma sono sicuro che avresti sistemato le imprecisioni senza alcun problema.
Riporto qui, inoltre, un altro paio di appunti, che non ho segnato nella grammatica ma che non mi hanno convinto fino in fondo. Il primo riguarda le ripetizioni, che purtroppo sono presenti in più punti (ad esempio: tutti / tutta la popolazione, case greche / parlavano greco) e che un pochino hanno rallentato il ritmo della lettura. Il secondo invece è la scelta dell’ausiliare nella seguente frase: “non avevano potuto penetrare” invece che “non erano riusciti a penetrare”: ripeto, non è un errore, ma come significato mi è suonato un po’ stridente.
Passando invece alle note positive, ho amato le descrizioni storiche e l’attenzione al dettaglio, tramite cui hai dimostrato un bellissimo lavoro di ricerca! Vestiti, acconciature, ruoli sociali nelle società greca e cartaginese, pratiche religiose, case, quartieri della città… tutto è curatissimo e permette di immergersi completamente nel contesto! Anche le descrizioni paesaggistiche hanno sostenuto alla perfezione l’importanza di alcune scene, contrastando in modo dolceamaro con i dialoghi dei protagonisti facendoli così risaltare (la stanza degli specchi ustori, la piana di Siracusa col mare sullo sfondo). A questo proposito, i dialoghi mi sono piaciuti molto. Hai scelto sì di “attualizzarne” il linguaggio, non mantenendoti su toni aulici, ed è una scelta che ho apprezzato in quanto ti ha permesso di restare coerente con la prosa, non per questo andando a sacrificare il lessico specifico quando necessario. I tuoi personaggi mi sono parsi davvero vivi, ben differenziati tra loro anche tramite le parole pronunciate e decisamente coinvolgenti!
Un’ultima nota riguarda la differenza tra prologo e capitolo unico: il cambio di punto di vista è corretto, ma anche nella prosa mi è sembrato che si trattasse proprio di due storie separate, una a mo’ di cronaca e una invece strettamente personale! Probabilmente l’effetto era voluto, ma avrei scelto o di sfumarlo un po’, o di enfatizzarlo all’estremo, piuttosto che lasciare una via di mezzo.
In conclusione, nel commento ho sicuramente enfatizzato le parti più critiche, ma il tuo stile mi ha coinvolto e mi è piaciuto molto! Davvero limando qualche dettaglio la storia sarebbe stata perfetta. Assegno quindi un buon punteggio di 8,5/10 da ponderare con il parametro grammaticale.

Trama e Sviluppo del Pacchetto: 18/20
Anche in questo caso, parto con una piccola nota dolente. Via il dente, via il dolore dopotutto! A un certo punto, infatti, hai inserito all’interno della storia una data (211) usando il calendario cristiano, che però all’epoca non esisteva ancora! Un conto è scriverlo a inizio racconto, nel prologo, per far orientare il lettore, ma quando si narra dal punto di vista interno di uno dei protagonisti diventa un errore non da poco.
La richiesta del pacchetto da te scelto era suddivisa in due parti: trattare l’esito da una delle due prospettive (nel tuo caso quella siracusana) ribaltandone l’esito, e poi sviluppare le conseguenze del nuovo esito nel tempo.
Nel primo caso, mi sarei aspettato una descrizione dell’assedio un po’ più sviluppata. Va però riconosciuto che, a livello di trama, un prologo come questo va benissimo per introdurre il lettore al contesto di quello che è veramente il fulcro della storia, per cui non mi sembra corretto penalizzarti. Inoltre, infatti, la strenua difesa dei siracusani non è mostrata solo dall’esterno, ma anche dalle riflessioni personali di Dionigi che già danno segnali dell’imminente intervento (con conseguente tradimento) dei Cartaginesi.
La seconda parte della traccia invece è stata sviluppata alla perfezione, con un salto temporale che ti ha permesso di mostrare i cambiamenti non gradualmente, ma a cose già fatte, con un’integrazione già accentuatissima tra la società greca preesistente e la nuova classe regnante cartaginese.
Diciamo che cinquant’anni sono un tempo abbastanza ridotto per ridurre così tanto l’elemento greco in città, anche in un’epoca caratterizzata dal sincretismo come quella dell’antichità classica (tanto che ad oggi si parla talvolta di civiltà greco-romana, ma è anche vero che questo processo durò secoli). Tuttavia, un salto temporale maggiore non ti avrebbe permesso di sfruttare l’espediente dell’anziana donna che aveva servito Archimede da ragazzina… e che dire, che colpo di scena! La tua trama, presa distaccandosi per un attimo dal contesto storico, è come un tratto di rapide lungo il corso di un fiume: apparentemente lineare, ma un ribaltamento di ciò che sembrava certo è sempre imminente, senza però mai sembrare forzato!
Hai fatto davvero un ottimo lavoro da questo punto di vista, convincendomi più volte che la storia stesse andando in una precisa direzione: prima facendo passare il padre di Batnoam per folle, poi tirando in ballo le spie romane e infine richiamando l’orgoglio indipendentista mai sopito all’interno della polis, con un progetto ambizioso e quasi impossibile ma forse attuabile proprio grazie al lascito del suo più illustre cittadino del passato, Archimede.
Il finale aperto mi è piaciuto molto anch’esso. Devo dire che è giunto un po’ all’improvviso, così in mezzo a un dialogo fondamentale (trovo che avresti potuto allungarlo un pochino, senza cambiare la struttura della storia ma dandole così un maggiore senso di “completezza”), ma la chiusura che richiama il fato e l’intervento degli Dei, che tutto possono anche contro le peggiori avversità, racchiude perfettamente il senso della personalità di Neilos e delle speranze sue e degli altri greci in città.
Ancora complimenti! A parte qualche piccola imprecisione, hai costruito una storia originale e avvincente sfruttando al meglio il contesto fornito dal pacchetto.

Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 9,8/10
Ad avermi stupito, in questo racconto breve, è stata la vitalità dei tuoi protagonisti, che, sebbene abbiano alla fine poco spazio ciascuno (visto anche il variare del punto di vista), riescono a esprimere alla perfezione il rispettivo ruolo sociale e culturale, facendosi un po’ interpreti universali della loro condizione.
Inoltre, sono tutti umanamente completi, coerenti e reali, in dialoghi, ambizioni e pensieri.
Partendo dalla protagonista, Batnoam, che racchiude in sé molto bene la nobiltà cartaginese che governa la civiltà: essenzialmente onesta, ma sprezzante del pericolo perché abituata all’immunità, al poter avere tutto subito (come visibile nel dialogo con Doria) e alla libertà d’azione, posta giustamente in contrasto col ruolo riservato alle donne greche nella società soprattutto ateniese. Lei non ha paura di esprimere i propri sentimenti con un uomo, né il proprio disaccordo con il padre (personaggio che la bilancia alla perfezione, visto che alla sua posizione di potere ancora più alta si associano anche preoccupazioni e responsabilità!), anche se implicitamente: da questo punto di vista la sua sensibilità è forse un po’ troppo moderna, ma non mi sento di penalizzarti eccessivamente poiché è anche un modo per accentuare il suo status socioculturale. È una protagonista con cui è facile empatizzare nonostante i modi bruschi, arrivando a temere per la sua sorte nella sequenza conclusiva del racconto.
Anche il secondo protagonista, Neilos, mi è piaciuto moltissimo, soprattutto per la sua “flessibilità interpretativa” nelle relazioni interpersonali: resta sempre leale verso i propri ideali e premuroso verso gli altri (elemento che non abbandona nei confronti di Batnoam nemmeno durante la “prigionia” di quest’ultima) e ancorato alla realtà (si nota sia nei confronti del possibile matrimonio con lei, sia con la scarsa fiducia nei confronti della riuscita del piano indipendentista), ma modifica efficacemente il modo di porsi a seconda dell’interlocutore. Sa essere deciso e accomodante al tempo spesso, ma quando non desidera imporsi (come con Emilio, soprattutto) gestisce alla perfezione il “passo indietro” senza rinunciare a esprimere le proprie idee e la propria personalità.
Anche Emilio e Doria mi sono piaciuti moltissimo, poiché perfettamente coerenti con la loro provenienza culturale, a cui danno gran voce nella storia. I ricordi dell’anziana donna relativi alla vita di Archimede, oltre che un espediente geniale, sono anche stati molto emozionanti.
Infine, lascio una menzione anche al non-personaggio protagonista del prologo, Dionigi: non ha una vera caratterizzazione, a parte patriottismo e coraggio, ma assolve perfettamente al suo ruolo di “portavoce della storia” andando a introdurre il contesto in cui si muoveranno cinquant’anni dopo i protagonisti del racconto principale.
A parte quell’unica minuzia che ti ho segnalato sulla modernità di Batnoam, questi personaggi sono veramente eccezionali, bravissima!

Titolo: 4,5/5
Per la prima metà della storia, non sono riuscito a capire questo titolo, vista la quasi morte dell’elemento greco in città, sostituito dal conflitto apparentemente vicino tra cartaginesi e romani. E invece poi, la grande sorpresa! E anche questo titolo ha avuto il suo significato, considerandone entrambe le componenti: la grecità che riemerge dai bassifondi (la polis) e l’estrema difficoltà di realizzazione completa del piano dei congiurati, un po’ schiacciati come un vaso di coccio tra due vasi di ferro. Qui si nota molto bene l’elemento del sogno, come desiderio tanto bramato quanto a primo impatto impossibile.
Non assegno il punteggio pieno solo perché non mi sono sentito catturato subito da questo titolo, mi è sembrato un pochino generico, ma arrivato in fondo alla storia ha decisamente avuto il suo perché.

Gradimento personale: 5/5
La storia mi è piaciuta molto, soprattutto per la sua originalità! La trama, considerata alla fine, è semplice e lineare, ma riuscire a intrecciare in una storia breve tutti questi personaggi con le loro ambizioni e motivazioni, facendoli risultare completi non è affatto facile. In più, i colpi di scena sono tali perché stupiscono il lettore, ingannato dal tono con cui gli eventi precedenti erano stati narrati, ma non certo perché improbabili. Anzi, arrivati alla fine anche ciò che sembrava avere poco senso viene perfettamente spiegato. Ho amato alla follia anche le descrizioni e la precisione storica, che in un racconto di questo genere sono fondamentali e aggiungono autenticità e carattere.
Nonostante le imprecisioni, soprattutto relative alla fretta, un racconto storico che mi fa venire voglia di leggere ancora più storie ambientate nello stesso contesto non può essere definito in altro modo che eccellente. Bravissima!

Recensore Master
15/09/24, ore 10:03

Ciao, ho letto con interesse la tua storia. Innanzi tutto, ti faccio un grosso in bocca al lupo per il contest.
Il tuo racconto mi ha fatto riflettere su una cosa in particolare. Vincere una guerra e poi vivere tutta la vita nella paura di una ritorsione da parte di chi ha perso non é meglio di aver perso la guerra stessa. Vivere tra le mura, circondati da guardie, perennemente. Chi vince non dovrebbe sentirsi finalmente libero? Che scopo avrebbe avuto altrimenti la guerra? Scacciare i romani, i greci, i cartaginesi per vivere comunque indispettitu gli uni dagli altri non è vivere in pace. E come in tutte le guerre perse si cercano ovviamente i colpevoli. Finisce che la colpa é di chi è stato trascinato in una guerra che nemmeno gli apparteneva. Gente come Archimede, per esempio.
Alla fine, rianalizzando in maniera semplicistica i vari periodi storici, si scopre che, per la maggior parte, i conflitti sono insorti per l'incapacità dei popoli di amalgamare le proprie culture o religioni. Hai fatto caso che sono passati 2000 anni e siamo ancora al punto di partenza?
Alla prox!
Ssjd