Aaah, Saffo, la decima musa secondo Platone, quella che la vuoi imparare a memoria e poi morire, secondo Solone.
La Poetessa perduta quasi tutta.
C'è perdita anche in questi versi, c'è malinconia che parla al cuore, quella malinconia dolce che fa venire la pelle d'oca a chi non la vive in prima persona. Quella voglia di rimpianto che fa passare tutte le altre voglie.
E c'è soprattutto tanta poesia, tanta retorica intesa nel piú eccelso ed elegante del termine: il libro “che non leggerò mai”, il tutto che passa e resta, il “recipiente mai vuoto”.
“Chi ricorderà” insistito tre volte, che sempre con grande eleganza e maestria prepara al verso finale.
Un verso che spezzerei in due, o tre, versi perché sta lì apposta per colpire e per spezzare il cuore.
Bravissima nel dare libero sfogo a tanta sensibilità e a tradurla in parole ed immagini vibranti.
Un abbraccio.
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