Ben ritrovata Ingridark con questa poesia che, in questo momento, ho sentito particolarmente vicina e che, quindi, ho molto apprezzato, poiché sembra una fotografia scattata che cristallizza e rende tangibili e fruibili vari frangenti e situazioni che possono verificarsi nell’ambito lavorativo.
Parole che entrano nella mente e lì sedimentano per le tante verità, talvolta molto amare, in esse contenute.
Mi ha colpito il lungo verso finale: quella professionalità a cui spesso non viene dato il giusto valore, se non addirittura bistrattata, ma della quale ci si deve rivestire al fine di mantenere quel distacco necessario quando ci si confronta con chi sta dall’altra parte della barricata, il cliente, talvolta arrogante e preso unicamente da se stesso, nonché quasi mai disponibile all’ascolto e alla pazienza, incapace di comprendere che la persona con cui si interfaccia sia un essere umano e non un super eroe o peggio un computer.
Complimenti per la pungente lucidità con cui hai affrontato il problema. Un caro saluto.

Fluiscono delicati e suadenti, i tuoi versi, senza l'intoppo dei punti fermi, senza la forzatura delle rime, senza la ricerca sfrenata di chissà quali arzigogoli o gli scossoni dei singhiozzi a comando.
Mi sono sentito spiaggiato sul nastro trasportatore di una cassa del supermercato, fra tanti oggetti di valore insignificante, oggetto anch'io di scarso valore, insensibile verso chi lavora ed è capace di arricchire il proprio lavoro di contenuti così umani. Anche quello è amore.
Un abbraccio.