Recensioni per
Ulysses
di Beatrix Bonnie

Questa storia ha ottenuto 33 recensioni.
Positive : 33
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/09/11, ore 13:35
Cap. 1:

Ammetto: non è stato la presentazione a rapirmi, nè il vedere "storico" alla base della stessa, nella pagina delle storie su EFP. Quello che mi ha portato a cliccare senza accorgermene è il titolo...
adoro la figura di Ulisse. Sia l'originale greco, sia l'omonimo irlandese.
E già dal prologo vedo di aver fatto un'ottima scelta... la delicatezza delle descrizioni è incantevole - più che descrizioni sono poi veri e propri stati d'animo messi a nudo così, con il solo sfondo del verde e della piana scozzese. Tempo e fisicità si intrecciano per far capire cosa sentono i protagonisti. Ma i complimenti più sentiti non vanno a questo nè alla maestria nello scrivere (hai uno stile ineccepibile...una rarità, qui sopra, ormai!)...quanto all'essere riuscita a trasportare la vicenda omerica in un contesto diverso, pur rendendolo pressochè uguale. Una guerra, di cui si sapeva poco. Il richiamo per servire la patria...non voluto. Anche in Omero il paesaggio la fa da padrone e le ambientazioni sono una sorta di "personaggio dietro i personaggi": qui ritrovo la stessa caratteristica. Complimentissimi, chapeau!

Recensore Veterano
24/08/11, ore 23:28
Cap. 1:

Privjet (ciao).
Prologo incantevole. Mi piace molto come scrivi. Se tutta la storia rimane su questa linea, tanto di cappello.
Interessante il fatto che tu non abbia inserito descrizioni dettagliate dei personaggi dedicando quasi tutto lo sforzo descrittivo al paesaggio scozzese, paesaggio splendido per altro. Merito forse anche del fatto che è solo un prologo, ma questa “assenza” fisica dei personaggi che invece già si delineano caratterialmente ha reso tutto molto più intenso.
E’ la prima volta che trovo una storia su questo periodo storico che prende in considerazione un luogo come la Scozia.
Seguirò senz’altro e spero non ci siano altri buchi vuoti di anni!
Auf Wiedersehen!

Recensore Master
24/08/10, ore 00:31
Cap. 1:

Spesso, visitando il tuo account, mi sono imbattuto in questo racconto, e non sono mancate le volte in cui l’ho letto, ma finora non avevo mai preso in considerazione l’idea di lasciare una recensione, e questo non certo perché l’opera non lo meritasse, tutt’altro ma pur considerando l’idea originaria degna di apprezzamento (spostare l’idea archetipica del ritorno della persona amata dopo anni di attesa dalla mediterranea e solare Itaca alla brumosa Scozia non mi sembra affatto un’idea malvagia, non male inoltre aver scelto le Lowlands, una parte della terra che s’estende oltre il vallo di Adriano che di solito viene considerata, a torto, meno affascinante delle Highlands, direi che mi sembra ben inserito anche il riferimento alla prima città inglese che non deve essere molto lontana dalla loro magione) non ho mai trovato la giusta ispirazione o il momento adatto.
Ma venendo al tema della ad rem, credo che meriti delle lodi per la caratterizzazione del protagonista, delle sue abitudini e delle sue passioni, che probabilmente nulla chiede alla sua esistenza che di proseguire tranquilla con le gioie della famiglia, purtroppo il caso o chi per esso decide spesso altrimenti, seguendo strade ignote ai mortali, così il nostro si ritrova in uno scenario più grande di lui a dover imbracciare le armi per la patria e la civiltà (perché il secondo conflitto mondiale non è stato solo un conflitto per avere territorio e risorse, ma anche tra due diversi modi di vedere il mondo, che lo rende simile una guerra di religione) quando avrebbe certamente preferito dedicarsi all’amata moglie (devo dire che ho trovato molto ben descritto senza particolare bisogno di lunghe e retoriche descrizioni il sentimento che li lega) e al figlio, inoltre gli è capitato anche un individuo che sembra il concentrato della più aspra boria militaresca e del più cupo grigiore burocratico (insomma, un pessimo Caronte per l’inferno cui è destinato), la risposta tranquilla del povero Fitzgerald sul perché non si sia presentato al sembra essere l’ultimo appiglio ad una dimensione tranquilla della sua esistenza, che entro pochi minuti verrà stravolta; il protagonista per come l’hai tratteggiato sembra considerarsi un buon cittadino ligio ai suoi doveri, non certo uno di quelli che dicono: “se la patria ha bisogno di te, dirle di ripassare più tardi”, ma il modo in cui la patria l’ha richiesto sembra più simile ad un assalto di banditi che operano un sequestro di persona che non gli inviati di un civile governo che ricordano ad un suo cittadino i suoi doveri. Di questa triste nuova la famigliola è sconvolta, ma la freddezza con cui i soldati trattano Rebecca credo sia sintomatica, il suo uomo non può più stare con lei, serve alla patria.
Credo che sia stata davvero un’ottima mossa stilistica affidare la conclusione del capitolo alla domanda ingenua del bambino, probabilmente si chiede come mai non lo porta con sé e non lo fa partecipare a quel particolare gioco.
Per farla breve: Pur se si tratta solo di un capitolo iniziale (in cui giocoforza molti elementi devono essere appena accennati) la lettura è stata molto interessante. Complimenti più che meritati.

Recensore Master
21/08/10, ore 13:27
Cap. 1:

Mi manca solo questa e poi ho finito di leggere tutte le tue storie!
Vedo che è incompleta, però voglio leggerla lo stesso perché mi ha incuriosita fin dal titolo e dall'introduzione... e anche perché mi dispiace lasciarla sola soletta senza recensioni =(
L'ambientazione scozzese mi piace molto, dà un'idea di lontananza rispetto alla storia "Mi chiamavano Scricciolo", ambientata invece in Italia.
Mi sto già appassionando alle vicende dei McBride, e sono curiosa di vedere come se la caveranno Fitzgerald in guerra e sua moglie e William a casa.
Passerò presto a leggere il prossimo capitolo!
Giulia