Prima volta assoluta per me trovare una spiegazione quanto meno esauriente del messaggio che vuoi dare e delle motivazioni che ti hanno spinto a dare quel titolo particolare alla tua storia. Devo dire che questi due capitoli sono molto particolari e forniscono ottimi spunti di riflessione, dato che come al solito hai affrontato una tematica dura e spinosa, tutt'oggi accesa.
Personalmente mi trovo alquanto in accordo con questa sorta di critica esistenzialista e ho apprezzato moltissimo l'affermazione finale di Altea che, con un apparente banalissimo "fingi di vivere" apre gli occhi al lettore su quello che è veramente quel posto.
Tuttavia è bello e facile poter agganciare la propria immaginazione a questo piccolo racconto poichè non fornisce del tutto alcune spiegazioni su alcuni fatti e su domande che alla fine di tutto sorgono spontanee.
In ogni caso ottimo lavoro, davvero molto molto bello!

Sembra quasi di essere catapultati in un sogno strano, ma mai angoscioso. Nel corso di questo viaggio nel verde di una foresta lasciata crescere senza catene e costrizioni le sensazioni che dominano sono curiosità, stupore e sorpresa per tutto quello che di inaspettato sta accadendo. Non c'è timore né spavento, solo una leggera incertezza, derivata dai dubbi riguardo a ciò che potrebbe succedere.
La donna comparsa dinnanzi all'uomo non sembra essere padrona di cattive intenzioni.
Ciò nonostante, quel titolo dà un senso di irrequietezza, come se tutto quello che stesse accadendo avesse un ché di sbagliato e che fosse solo un preludio di qualcosa di veramente angosciante.