Eh sì, indovina un po’ chi è tornata dalle fiamme dell’ Inferno per tormentarti? In effetti, dopo le ‘Guerre di Saphira’ e le nostre interminabili discussioni a forza di messaggi, ho deciso di accogliere la tua ‘sfida’ e di leggere qualcos’ altro di tuo. In effetti, devo dire che mi hai sorpresa… ma in senso negativo, purtroppo.
Mettiamola in questo modo: posso tollerare che tu distrugga un libro come Harry Potter o un’ opera come l’ Odissea, ma non posso in alcun modo accettare il fatto che una ragazza che vada al terzo anno di Liceo Classico (o almeno, così mi hai confermato tu, aggiungendo il fatto di avere un otto spaccato in Italiano) provochi la caduta dell’ Impero Romano senza l’ aiuto di alcune invasioni barbariche. Infatti, ti sono bastati diciassette capitoli di semplici sciocchezze e dati inventati, o presi da siti Internet decisamente poco raccomandabili.
Per farti capire quanti sono gli errori e le stupidaggini che tu sei riuscita ad infilare in questo capolavoro del trash, ho deciso di scriverti un’ unica, grande recensione. Credo che abbia un effetto maggiore, perché in mezzo a tutte queste splendide storie storiche, il fatto che tu abbia ben tredici recensioni positivi è semplicemente vergognoso.
Dunque, iniziamo:
Cap. 1
Errori Grammaticali: ragaazza, lui mi ha sempre odiata (senza maiuscola), io lo guardai (senza maiuscola), Lancia palla (l’ articolo non c’ è perché Marcio è ancora un poppante o perché ti sei distratta?), mi piaceva (senza maiuscola), facendole simili a corone (quindi, o tu ti sei sbagliata ed intendetevi ‘rendendole’ o ‘facendone corone’, oppure loro usavano una bacchetta magica per trasformare magicamente la forma delle spighe in corone),imponendte, e dovetti compiere 15 anni…
A parte il fatto che dovresti scrivere ‘quindici’ e non 15, qualcuno stava forse costringendo Cornelia a compiere gli anni? Ah, la Natura maledetta colpisce ancora! Presto, qualcuno porti Cornelia nel Paese che Non C’ è!
Altro: A parte il fatto che tutta questa storia è scritta con un linguaggio molto giovanile ed inappropriato, frammentato qui e lì da alcune parole altisonanti che creano un contrasto vomitevole, ci sono degli errori talmente osceni riguardanti la storia di Roma che provocano il riso. Davvero, non sto scherzando. Ad esempio, il fatto che una bambina (non importa l’ età) giocasse con dei maschietti era impensabile. Senza contare che una famiglia di ebrei non si sarebbe mai e poi mai potuta permettere un banchetto sontuoso per la nascita di un bambino. E poi, Maria? Un nome ebraico? Ma è una schiava o una plebea? Ah, e non parliamo del fatto che è talmente evidente che Cornelia sia figlia di un patrizio che l’ intera storia entra nella categoria: ‘BANALE’. A proposito, come faceva Tullio ad affermare che Cornelia da bambina avesse gli occhi decisi e ‘duri’ (erano delle biglie, nevvero?) se i bambini aprono gli occhi solo dopo il terzo giorni di vita? Ve be’, proseguiamo…
Cap. 2
Errori Grammaticali: Allora. (avrei decisamente messo una virgola al posto del punto), bisopgna, ma lo farai (senza maiuscola), io ero al colmo della felicità (senza maiuscola), e comunque anche se fosse (senza maiuscola), tuo sposo si chiama Marco (niente articolo), è un plebeo (senza maiuscola), ch piangere, Dopvevo, gtrovare, il discorso di Iulia è terribile anche se quegli errori (o dovrei dire orrori?) sono voluti, sgrammaticati a parlare (nel parlare), poi attaccò (senza maiuscola), non li difendere (senza maiuscola), haio, mka, se non ci fossimo (senza maiuscola), vattene via (senza maiuscola), conosco il tuo sposo (senza maiuscola), ci siamo (senza maiuscola), è un brav’ uomo (senza maiuscola), lo potevo fare (senza maiuscola), gli altri plebei (senza maiuscola), mimportava, starà per partorire (senza maiuscola), tempo dopo (senza maiuscola), nulla (senza maiuscola).
Altro: Come faceva Cornelia a sapere che quell’ anno era il 56 a.C. ? Insomma, è come se io andassi in giro dicendo che questo è l’ anno 348 a.S (avanti Setticalzolaio). Non credo che qualcuno mi prenderebbe molto sul serio. Quell’ obbrobrioso ‘Una specie, eh, non un diario!’ è rivoltante e non serve assolutamente a nulla. Avresti tranquillamente potuto ometterlo. E poi, una ragazzina romana e per di più plebea che a quindici anni va a giocare con un maschio senza saper cucinare ne’ fare le pulizie di casa? Ma stiamo scherzando? Senza contare che se Cornelia si fosse seriamente ribellata al matrimonio, il suo destino sarebbe stato quello della prostituta. Trovo che questa scena trasmetti più stupidità che la forza della protagonista o la sua ribellione ad una società maschilista. E cos’ è questa storia perversa che senza i patrizi i plebei non avrebbero avuto alcun lavoro? Insomma, d’ accordo che erano ricchi, con una buona educazione ed avevano praticamente l’ intero controllo sulla politica della Stato, ma non è certo grazie al lavoro che davano ai plebei che quest’ ultimi sopravvivevano. Le prove sono chiare e semplici: morivano molto prima dei patrizi, di fame o di malattia. Ed il fatto che i patrizi non accettassero alcun plebeo in casa mi puzza. Insomma, i servi non erano certo solamente degli schiavi.
Cap. 3
Errori Grammaticali: presero il sentiero (senza maiuscola), osservavamo (senza maiuscola), io ho sempre (senza maiuscola), non so se (senza maiuscola), stavo zitta (senza maiuscola), sentii l’ acqua, (senza maiuscola), non ho tempo (senza maiuscola), senti Claudia (senza maiuscola), potresti dirmi (senza maiuscola), ma come (senza maiuscola), davvero (senza maiuscola), io me ne (senza maiuscola), lo feci (senza maiuscola).
Altro: All’ inizio di questo capitolo, si passa in poche frasi dalla prima alla terza persona nella narrazione. Il passante che corre aveva perfettamente tutto il tempo per dire alla ragazza cosa stava succedendo. La frase che Claudia si è lasciata sfuggire è scontata ed è troppo lunga per essere qualcosa che la donna abbia detto spontaneamente. Comunque, si capisce anche troppo bene che Cesare è il padre di Cornelia. Non è che sia una grande rivelazione o un fatto così straordinario. Non era certo lei l’ unica bastarda di quel sant’ uomo, e certamente la sua condizione non sarebbe migliorata per così poco.
Cap. 4
Errori Grammaticali: e tu goditi (senza maiuscola), il sole ci illuminava (senza maiuscola), che gli volevano bene (gli è riferito agli amici di Cornelia, non ad un amico solo) dire a mia madre (che, oltre ad essere una parola ripetuta poco dopo, dovrebbe essere sostituita con ‘chiedere’), ebbene sì (senza maiuscola), mia madre (senza maiuscola), BASTa (l’ a finale non è maiuscola), e anche se (senza maiuscola), lo conosco (senza maiuscola), insomma (senza maiuscola), qiuei, e tu che ne sai (senza maiuscola), tullio (senza maiuscola), scappiamo (senza maiuscola), io non fuggirò (senza maiuscola), bene (senza maiuscola), ee poi fuggire.
Altro: Come faceva Cornelia a paragonare il suo fratellino ad un angioletto? Non facevano certo parte della cultura romana, almeno non con quel nome. E credo che sia veramente il caso di dare a Cornelia qualche lezione alla sessualità: carissima, se tua madre aveva tutti questi dubbi sull’ identità di tuo padre, un motivo ci sarà, o no? Probabilmente, a quei tempi la tua cara e dolce mammina svolgeva questa bellissima professione chiamata ‘meretrice’. E, considerando che svolgeva questa professione nel letto di Cesare, doveva essere una meretrice alquanto dotata (oserei dire ‘impegnata’). Ah, e vuoi sapere perché sei una donna? Be’, considerando che giocando con Marcio avrai avuto una conoscenza del sesso opposto non comune a tutte le bambine romane, dovresti sapere benissimo che sei una femminuccia per quella piccola differenza che c’ è tra te e Marcio, proprio sotto la pancina. E vogliamo parlare di quel povero uomo di Tullio? Ma cosa mai avrà fatto di male a Cornelia? Insomma, gli ha trovato un buon marito, è affettuoso con la madre… a quei tempi un romano simile doveva essere chissà cosa, considerando che non ha neanche pensato ad uccidere la bastarda di sua moglie e si è ‘accollato’ quell’ oca di Cornelia fino ai quindici anni di età, un’ età in cui mantenere ancora la verginità era una cosa ben strana e particolare.
Cap. 5
Errori Grammaticali: il mio sposo Nel primo pomeriggio (maiuscola errata), è un patrizio (senza maiuscola), non mi ha abbandonata lui è mia madre che (manca la virgola tra ‘lui’ e ‘è’),è bellissimo (senza maiuscola), e lo sapevi che (senza maiuscola), ecco perché (senza maiuscola), loro chi (senza maiuscola), quelli ignobili (senza maiuscola), oprego, sii una di noi (senza maiuscola), non m’ importa (senza maiuscola), CHI è Mio (è senza maiuscola), io gli urlai (senza maiuscola), non ho bisogno (senza maiuscola), mi presentarono mio futuro marito (manca l’ articolo), era così sporco (senza maiuscola), sei fortunata (senza maiuscola), e si mis e a ridere, basta (senza maiuscola), MIO TI ODIO (non capisco davvero il senso della frase), Più (senza maiuscola), NIO, TROVERò (senza maiuscola), FARà (senza maiuscola), si kise a ridere, e chi vuoi che desideri (senza maiuscola), io lo guardavo (senza maiuscola), ne sono (senza maiuscola), sussurrai (senza maiuscola).
Altro: OK, tralasciamo quella canzone assurda e banale ad inizio capitolo, posso capire che è una questione di gusti (ma, diciamocelo: cosa c’ entra con la storia?). Quando Cornelia puntualizza che la sua famiglia le presenta Marco alle due del pomeriggio, lì c’ è uno sbaglio. I Romani non avevano, temo, il nostro stesso metodo per misurare il tempo. Aggiungerei anche che se Cornelia utilizzerà il termine ‘quello’ ancora una volta, io smetto di considerare questa storia come se fosse ambientata nell’ antica Roma (o Lucca, o quello che è) e prenderò ad immaginarmi Cornelia con addosso dei jeans ed un paio di occhiali a goccia dalla montatura sbrilluccicante. Cavolo, sono totalmente dalla parte di Tullio: chi vorrebbe un’ oca simile come figlia, per di più così maleducata e sfrontata, senza neanche il coraggio di fuggire di casa? A proposito, com’ è che in un capitolo affermi che nessuno avrebbe mai ospitato Cornelia, mentre in un altro scrivi l’ opposto? Ah, e le borsette nell’ antica Roma? Una borsetta? OK, proseguiamo.
Cap. 6
Errori Grammaticali: chissà se (senza maiuscola), mi recai (senza maiuscola), posso dormire (senza maiuscola), non è un problema (senza maiuscola), né (accento sbagliato, e comunque si usa l’ apostrofo), forse qualcuno (senza maiuscola), la riconoscevo (avresti dovuto scrivere ‘avevo riconosciuta’), lo chiamai (senza maiuscola), non sono d’ accordo (senza maiuscola), ti ho seguita (senza maiuscola), prendilo come (senza maiuscola), sempre che tu (senza maiuscola), così (senza maiuscola), il giorno dopo (senza maiuscola), questi pensieri (senza maiuscola), Ciò mi emozionava ma mi emozionava anche (quell’ anche è terribilmente cacofonico), mi venne avicino, e così (senza maiuscola), per tuo padre (senza maiuscola), sappi che (senza maiuscola), ‘Negai, e della gente entrò nella piazza’ (il fatto che della gente entri nella piazza non è dovuto dal fatto che Cornelia abbia negato le proposte di Claudia), come i miei (senza maiuscola), è Cesare (senza maiuscola), io li guardai (senza maiuscola), tu lo sai (senza maiuscola).
Altro: Perché Cornelia dorme in una foresta e non viene neanche morsa da una bestia feroce? Almeno la storia sarebbe finita prima… Poveri, poveri genitori di Marcio, costretti a rinunciare al loro originale modo di pensare e a non riconsegnare Cornelia ai propri genitori. Scommetto che, comunque, hanno dei problemi maggiori, considerando che molto probabilmente possiedono una macchina del tempo nascosta da qualche parte in casa. In fondo, il prosciutto non era tipico della cucina romana, figurarsi di quella plebea. Casomai, il panino sarebbe stato farcito di garum, ovvero pesce fermentato e molto probabilmente marcio come l’ amico di Cornelia. Senza contare che lo stesso panino è stato inventato attorno al Diciannovesimo Secolo attorno dal Lord Sandwich, non certo da un uomo dell’ antica Roma. Ah, e quando hai puntualizzato che gli occhi di Cesare fossero simili a quelli di Cornelia hai praticamente rivelato il fatto che il padre della ragazza era lui. Questa ‘incredibile’ rivelazione è dovuta anche dal fatto che tu abbia chiamato lo stesso capitolo con il nome di Cesare.
Cap. 7
Errori Grammaticali: ecco ho perso la mia occasione (senza maiuscola e manca la virgola tra ‘ecco’ e ‘ho perso’), è un po’ (senza maiuscola), che uno di vopi, portami a casa tua (senza maiuscola), lo so (senza maiuscola), Non hoi potuto, non dire che (senza maiuscola), lo hai fatto (senza maiuscola), è da quindici (senza maiuscola), e desidero che (senza maiuscola), cesare (senza maiuscola).
Altri: Immagina la scena: sei alla fermata dell’ autobus e fai notare ad una ragazza che è da un po’ di tempo che aspetta qualcuno o qualcosa. La ragazza si volta verso di te, ti guarda dall’ alto in basso e ti dice: ‘Be’, se vuoi ti racconto la mia storia’ ‘Cara, francamente non me ne frega un emerito zebedeo. Ti ho solo fatto notare che te ne stai qui ad ammuffire da circa un’ ora.’ Così Cornelia ai soldati ed ai patrizi di Cesare. Ah, e la discussione tra Cesare e Giulia è troppo comica, e non per lo scambio di battute in sé, quanto per il loro significato. Insomma, parliamone: Cesare ha un esercito, ha informatori e spie, ogni singolo patrizio e plebeo sa che lui è il padre di Cornelia e lui non sa dove si trova la sua piccola bastarda? Diciamocelo… non mi sembra particolarmente credibile, o no?
Cap. 8
Errori Grammaticali: ancelle pronte a servirsi (credo tu intendessi dire ‘servirmi’), ho tentato (senza maiuscola), ma tua madre (senza maiuscola), trobvare, sì padrone (senza maiuscola), veramente mi sono (senza maiuscola), Mioi padre, e va bene (senza maiuscola), decisamente (senza maiuscola), era un olio (senza maiuscola), feci il bagno (senza maiuscola), dopo vari (senza maiuscola), èpo’, Alò risveglio, scesi (senza maiuscola), erano belli (senza maiuscola), era davvero divertente (senza maiuscola), scoprii (senza maiuscola), Venne sera (manca l’ articolo), Benissimo è stata meravigliosa (occorre un virgola o un punto tra ‘Benissimo’ e ‘è stata’), scrivo (senza maiuscola), guera, dopodiché (senza maiuscola).
Altro: OK, dunque Cesare avrebbe dovuto avere una specie di villa in Gallia… con la guerra, in terra nemica? Casomai una tenda in mezzo ai suoi soldati, una villa mi sembra a dir poco esagerata. E ripeto che Cesare non si sarebbe fatto alcun problema a ritrovare Cornelia. In fondo, se sapeva dove mandare i patrizi, avrebbe saputo anche dove trovare Cornelia e la sua famiglia, o no? Ah, e vogliamo parlare della scena ambigua nella vasca da bagno? A parte che non ho ben capito cosa intendesse Cornelia con quella sua assurda descrizione della crema e del profumo, ma quando mi sono resa conto che Cesare era nella sala del bagno assieme a lei stavo per pisciarmi sotto dalle risate. Questa ragazza verrà violentata dal padre tra tre, due, uno… E non ho ben capito cosa intendi con un ‘cencio’. In pratica, prima di donarle vesti ricche e sontuose, queste ancelle malate di mente avvolgono Cornelia in uno straccio logoro ed unto. Non so quanti siano riusciti a trovare il senso in questa procedura. Ha parte che le antiche romane… come dire… NON INDOSSAVANO LE TOGHE! E non pranzavano ai nostri orari, infatti gli unici pasti erano due: una buona colazione ed una cena che durava dalle cinque del pomeriggio alle nove di sera. Ma vogliamo parlare della lettera di Cornelia a Marcio? Insomma, questa ragazza rischia la vita di un messaggero per inviare al suo amichetto una letterina degna di una chat su Facebook? Ma stiamo scherzando? Insomma:
Ciao, caro Marcio, come ti va? Spero che tu te la passi bene e che non abbia l’ alito troppo puzzolente a causa del garum/prosciutto. Io sto benissimo: sono nella villa inesistente di Cesare dove ho appena rischiato di essere stuprata da mio padre nella vasca da bagno. Questo pomeriggio mi sono vestita da uomo, subito dopo essermi strofinata con uno straccio da pavimento! Spero vivamente che il messaggero che ti consegnerà questo messaggio non muoia per strada, attaccato dai Galli o colto da un attacco cardiaco. Un bacio, Cornelia.
Sì, va bene Cornelia, ti vogliamo bene anche noi. Non serve che tu cerchi di attirare l’ attenzione di tuo padre in questo modo osceno. Ah, ed una quindicenne plebea che non sa tessere? Sì, ed io mi chiamo AzzeccaPigiama. E Cesare che torna a casa dopo la guerra? Un cosa del genere: “Cara, vado in guerra per qualche ora, tornerò per le dieci. Mi raccomando, non aprire la porta a nessuno mentre il paparino è via, d’ accordo?” E non torna alla villa immaginaria completamente grondante di sangue, ma tutto bello lindo e pulito. Ceeerto, come no!
Cap. 9
Errori Grammaticali: è bello il mare (senza maiuscola), cosa amo del mare (senza maiuscola), e mi piacciono (senza maiuscola), bello il mare (senza maiuscola), era morto (senza maiuscola), ripeti la parola ‘Aveva’ per ben tre volte di fila, i nostri sono (senza maiuscola), non mi sono (senza maiuscola), sono Quinto (senza maiuscola), dipende (senza maiuscola), capisco (senza maiuscola), a cosa (senza maiuscola), a nulla (senza maiuscola), M;a, continuaio, ma io (senza maiuscolo), ecco (senza maiuscola), ti batteresi, mioi, a domani (senza maiuscola).
Altro: OK, c’ è qualcosa che non mi è chiaro… In questo capitolo affermi che Cornelia non sa scrivere, ma in quello precedente la stessa ragazzina scrive una (seppur vergognosamente cortissima) lettera a Marcio. Che stregoneria è mai questa? Ma il bello è che continui a contraddirti anche nei capitoli a venire… va be’, immagino sia normale… immagino… Ah, e sai che anche quando tendi la mano per prendere un po’ di carta dal rotolo della carta igienica tu in teoria stai pensando. Quindi il fatto che Cornelia pensi non è poi tutta questa grande novità. E no, cara, tu non puoi dare il cognomen Scipione a Quinto Valerio. In quel caso apparterrebbe alla famiglia di Scipione l’ Africano e di Scipione l’ Emiliano. Non si può tollerare che un personaggio ritardato come Quinto Valerio sia il discendente di uno Scipione. Non è una cosa che puoi prendere così, a caso! Ma sei davvero sicura di andare al Liceo Classico? E donare dei fiori ad una ragazza? A parte il fatto che è un’ usanza introdotta nel Medioevo, ma ci è chiaro che se Cesare avesse scoperto una cosa simile avrebbe preso Quinto Valerio per la gola e l’ avrebbe ucciso all’ istante?
Potrei continuare anche per altri otto capitoli, ma ho deciso di no. Sarebbe inutile, anche perché so che tu non leggerai questa recensione per il semplice fatto che implicherebbe leggere più di tre pagine Word in Calibri (Corpo) 11. So anche che tu non correggerai i tuoi errori, così come non hai fatto con ‘Saphira’. Anche se, lo devo ammettere, scrivere circa diciassette pagine di recensione mi tentava. Fatto sta che non ho ne’ il tempo ne’ la volontà di segnalarti ogni singolo errore grammaticale o ogni scorrettezza storica che sei riuscita ad infilare in poche pagine di storia. Ma devi sapere assolutamente una cosa: sono talmente tante le cose che non vanno bene con questa trama, che il mio consiglio è solo uno: per carità di tutti coloro che si fanno un sederino così per studiare al meglio la storia dell’ Antica Roma, ti scongiuro! Rileggi la storia! Ti prego!
Ti saluto, con uno sguardo a dir poco implorante, e ti ripeto che (come sempre) le mie intenzioni sono quelle di aiutarti, non di offenderti.
Beads (and Flowers).
|