Oh, mio Dio. Oh, mio Dio!
Mi scuso per l'immenso ritardo impiegato per trovare questa One-Shot. Che, lasciatelo dire, mi è piaciuta da morire: via a via che scorrevo la pagina sbarravo sempre più gli occhi, e alla fine ho sussurrato, in una sottospecie di rantolo "oh, mio Dio!" (e così si spiega come mai ho iniziato così la recensione xD).
Insomma, Light non è il mio personaggio preferito. Proprio no. Anzi, si può dire che io nutra una specie di odio atavico nei suoi confronti. L'unico pezzo in cui mi era stato simpatico è il periodo in cui perde la memoria - e poi recupera i ricordi e torna ad essere un gran bastardo.
Quindi direi che il fatto che io a momenti abbia sentito la tentazione di divorare questa storia (non so perché, ma mi sembra il verbo più adatto a rendere la sensazione che ho provato. Non so, è come se, figurativamente parlando, chiaramente, mi venisse voglia di avvolgerla con la lingua per sentirne bene ogni singola frase, ogni minima parola. E' una storia che esige di essere gustata sino in fondo) è a dir poco eccezionale. Tanto più che di solito storco il naso di fronte alle rappresentazioni della morte di Light basate sull'anime, perché, come forse saprai, avviene in maniera differente rispetto al manga - meno cruda, penso. Ma in questo caso ho trovato tutto così al suo posto, come se ogni frase andasse ad incastrarsi in una posizione già esistente, che il mio cervello strenuamente attaccato al fumetto ha dimenticato completamente di protestare (io sono pignola. Ma pignola pignola pignola. Ma credimi quando dico che non ho davvero niente da obbiettare, su questa One-Shot).
La convinzione di Light di essere immortale, la maniera in cui trova assurdo il fatto di poter morire (perché lui si crede un dio) mi ha colpito, così come la descrizione del suo procedere (la maniera in cui la sua condizione fisica si intreccia ai suoi pensieri è gestita con naturalezza ed efficacia). Ma ciò che più ha inciso sono state le immagini che gli passano in mente, frammentarie, immagini delle persone che gli sono state attorno, immagini dei suoi avversari - non solo L, anche Mello e Near, tutti e tre con quel loro vizio che li caratterizza.
Il flashback della conversazione con Ryuk è a dir poco azzeccato. Alla fine la disgrazia che gli è riservata per aver utilizzato il Death Note, ed essere quindi vissuto a stretto contatto con uno Shinigami, ha raggiunto Light, proprio per mano del Dio della Morte che tanto si era divertito di fronte ai suoi folli progetti di costruire un nuovo mondo, libero da persone malvage.
E il finale. Mio dio, il finale, forse la causa principale della mia esclamazione trasecolata.
In piedi, scalzo, lo guardava inespressivo. All’angolo della bocca un poco di panna.
"Le senti le campane, Light?"
Ora sì, Ryuzaki.
Voglio dire, lo riporto qui, e tutto quello che posso dire è che in poche parole, poche davvero, hai racchiuso l'intera immagine di L. Con i piedi scalzi che durante le indagini sfregava continuamente tra loro, con lo sguardo inespressivo che ha sempre mostrato. E la panna all'angolo della bocca... Mio Dio, che Kira c'entri o meno, potrei avere un infarto qui, seduta stante. Perché, insomma, la sua passione per i dolci è uno dei dettagli di L che più intenerisce, che più lo rende strano ed umano... E poi quella domanda, che in qualche maniera racchiude il tremendo episodio 25, ma che in questo caso sembra contenere quello che L è stato in rapporto a Light. Non solo e unicamente un rivale, ma qualcosa di più, qualcosa simile ad un amico, forse.
Favolosa, semplicemente.
Ti faccio tutti i miei complimenti (e spero davvero che tu abbia modo di leggere questa recensione e di vedere che, sul serio, mi hai uccisa xD).
Okay, scusami. Eccomi di nuovo. Ma ho passato il tempo in cui non riuscivo ad azzeccare un pensiero coerente e, rileggendo un po' la tua One-Shot, ho ricordato altri punti che mi hanno colpito molto. Nella successione di quel che Light ricorda, mi è piaciuta l'alternanza dei vari spezzoni di ricordi, se così si possono chiamare. Perché tutti hanno una storia dietro, ma si presentano in maniera diversa. Ad esempio, nel rumore delle pagine del Death Note è una questione di udito, nell'odore della pelle di Misa entra in gioco l'olfatto (inoltre questa frase particolare m'ha colpito in una sua maniera. Perché una delle cose che viene da chiedermi, pensando a Misa e Light, è fin dove si siano spinti i loro rapporti. E fa nascere begli interrogativi, su quanto è possibile che Light fosse totalmente e completamente e interamente disinteressato nei confronti di lei, o se comunque la ragazza ha lasciato una specie di segno. Pensandoci, in effetti, così deve essere. Okay che Light la disprezzava e tutto quello che vuoi, ma, cavolo, hanno vissuto nella stessa casa per quattro anni!), l'immagine delle mele rosse credo sia la più vivida e immediata (anche se non la migliore. Sarebbe difficile, credo, stabilire quale sia la migliore, perché l'effetto che fa questo pezzo della storia è dato da quello che si ottiene dopo aver letto la successione di queste frasi). In particolare, come nella prima parte della recensione, stordita com'ero dalla delizia, non ho ricordato, mi è piaciuto il fatto che l, Mello e Near siano, per così dire, messi da parte rispetto al resto della vita di Light. Sì, c'è suo padre, la polizia, c'è il suo sogno di gloria, c'è Ryuk e quanto ne consegue (ossia il Death Note e Misa... Nel senso che se Light non avesse mai trovato il Death Note non avrebbe mai conosciuto Misa), e poi ci sono L, Mello e Near (quell'"e poi" lo adoro U_U).
Okay, ora il commento è davvero finito. Credo (spero =D).
Ciao.
(Recensione modificata il 03/03/2011 - 06:16 pm) |
