No, niente passa. Non siamo fatti di sabbia e le impronte non vengono spazzate via dal vento. Però le cicatrici sono più facili da sopportare, no? Quelle dei tagli profondi rimangono, fanno anche male, la pelle in quel punto è insensibile, ma alla fine ti ricordano che quelle rimarranno sempre delle ferite. Eppure sono più facili da sopportare.
E quando soffro (ma per davvero, non quando sono triste, quando Soffro e mi sembra di voler morire - di occasioni purtroppo ne ho avute parecchie e di diversi generi, ma il dolore quando la gravità delle cose è la stessa è comunque simile -) l'ultima cosa che voglio che mi dicano è che passerà, passerà, passerà. "Stai tranquilla, passerà", "Mi dispiace, passerà". E non è vero, non passa. Però impari a sopportarlo e l'ombra invece di averla sempre davanti agli occhi la porti sulle spalle, dove pesa, ma non si vede finché non cedi alla tentazione di girarti indietro.
E ripeto sempre le stesse cose magari, e dal momento che la mia età non arriva nemmeno a due decenni forse sto dicendo stronzate. Ma è quello che ho "sperimentato" io, e solo questo posso dirti di quel che so.
E per quanto riguarda la penna... Be', quella può rimanere sul tavolo tutto il tempo del mondo, perché più importanti degli scritti sono gli scrittori.
L'importante è sempre la stessa cosa: non farsi sopraffare. Ci si pente dopo di aver fatto il gioco del dolore, te lo assicuro. Spesso si finisce per perdere ancora di più di quello che si è perso.
Non prendere le mie parole come un'intromissione, per favore. Non mi permetterei mai. Prendile come una mia riflessione personale, perché come le esprimi tu le emozioni, non l'ha mai fatto nessuno.
Alla prossima, dolce white.
Ci saranno ancora cose belle, anche se il resto non passerà. (Recensione modificata il 19/07/2010 - 11:42 am) |