Avrei voluto recensire questo capitolo il 7 agosto 2023. Ho INIZIATO a recensirlo in quel periodo. Ma non riesco mai a recensire velocemente quanto vorrei, ci metto sempre più giorni perché recensisco un pezzo, poi devo interrompere, e il giorno dopo recensisco un altro pezzo, poi non ho più tempo per un tot., ma mi rimangono altre cose da dire, e così via.
A volte mi stufo e lascio le recensioni interrotte, purtroppo. Per questo le mie note del telefono sono piene di recensioni iniziate e lasciate a metà, che ho perso la voglia di completare perché continuavo ad essere interrotta mentre le scrivevo. (Una è sul mio telefono da TRE ANNI- puoi sentirti onorata o inquietata da ciò, a tua scelta). (Sì, lo so, dovrei semplicemente rassegnarmi a scrivere recensioni più breve e riuscirei così a recensire più capitoli con più frequenza. Sigh.)
Comunque, ci tengo lo stesso a recensire questo capitolo in agosto perché sa così tanto di estate.
Estate adolescente, non proprio spensierata ma nemmeno infelice. Incasinata e confusa ma piena di energia, voglia di fare e divertirsi e ottimismo.
Tom è tornato, e questo vuol dire meno stress per tutti, indipendente dalle loro opinioni su di lui o rapporto con lui, perchè l'atmosfera impacciata e greve di lutto è finita, e senza più scomparse e chiamate misteriose o parenti dispersi o depressi, ognuno può tornare a occuparsi delle sue cose- della leggerezza e delle ansie adolescenziali tipiche dell'età dei protagonisti.
Se nel capitolo estivo della precedente storia, quello con Rose e Al alla Tana e Tom a Privet Drive, c'era un'atmosfera da ultima estate d'innocenza, con la tranquillità un po' noiosa ma sicura, immutabile e ancora densa dell'inconsapevolezza placida dell'infanzia (anche se l'infanzia a sedici anni è finita da un pezzo, ma in un certo senso per Rose, Al e Tom- i tre personaggi Pov del capitolo estivo di Doppelgaenger- molti aspetti dell'adolescenza e del "mondo dei grandi" vengono scoperti solo durante il loro Sesto anno), qui c'è invece un'aria di prima età adulta che non è ancora arrivata ma già incombe, con le sue responsabilità e possibilità, non come una nube scura, ma al contrario come una frenesia eccitante e incontenibile, anche se a volte spaventosa, che freme sotto pelle e spinge i protagonisti a voler desiderare e sperimentare qualcosa DI PIÙ della "solita" vita tra le mura di Hogwarts.
L'inizio di un lavoro che somiglia a una vocazione, un Torneo aperto a soli maghi maggiorenni, il dover o voler prendere una nuova casa per andare a vivere "fuori dal nido", l'ombra di un processo all'orizzonte.
Tutti stanno per entrare "nel vivo" della vita tranne, ovviamente, la quindicenne Lily destinata a vivere la sua vita da quindicenne con i doveri e divieti imposti a tutte le quindicenni.
O almeno così pensano gli altri; lei non ci sta, e non ci stanno nemmeno i cattivi, che hanno tutta l'intenzione di ascoltare le lamentele della ragazzina e tirarla proprio nel mezzo del ciclone.
Il Pov di Lily con tutta la sua pigra beatitudine per aver solo quindici anni e non doversi preoccupare di nulla se non della scuola, degli ascolti alla radio, della corrispondenza con le amiche e di divertirsi il più possibile, e al tempo la sua insoddisfazione per l'aver SOLO quindici anni ed essere tagliata fuori dai giochi dei ragazzi più grandi porta subito il mood del capitolo sulla giusta strada, ed è un'introduzione meravigliosa all'entrata sulle scene di Lily "Lilian" Luna. Non che non fosse già stata introdotta: ma spesso fin'ora l'abbiamo incontra come spettatrice e commentatrice, acuta e riflessiva ma pur sempre ai margini, di ciò che le accadeva intorno. Una voce esterna sui drammi di Al e Tom o di chiunque altro, tho. Qui invece la ragazzina si comincia a prendere la scena per sé stessa.
"Girls just wanna have fun" è la canzone perfetta per l'introduzione UFFICIALE della piccola di casa Potter, e per il suo mondo fatto di lettere con l'inchiostro rosa, desiderio pazzo di avventura, ascolti radiofonici delle ultime hit per adolescenti, e l'invidia mista ad affetto per i fratelli maggiori pronti a lasciare il nido protetto dell'infanzia per entrare in un nuovo, eccitante, adrenalinico mondo di cui anche lei vorrebbe far parte.
Se nei capitoli ambientati durante la scomparsa prima di Tom e poi di Al abbiamo visto il lato più riflessivo e sensibile di Lily, quello che le consentiva di essere l'unica a riuscire a interagire con suo fratello in quel periodo per lui così difficile, quel lato che la porterà poi a diventare una buona Psicomaga, in questo capitolo di gioia e leggerezza estiva invece vediamo il lato più sbarazzino e "Grifondoro" dell'ultimogenita Potter, che desidera l'avventura, brama qualcosa di eccitante nella sua vita e si diverte a sguazzare nei drammi ad alta tensione emotiva (o almeno così dice). È il lato forse più superficiale di Lily, quello che causa a volte alcuni parenti o gli amici a non prenderla sul serio quando è davvero decisa o motivata su qualcosa. Spesso viene trattata come una ragazzina sciocca e viziata perchè diciamocelo, Lily a volte pensa e sì comporta da tale. Ad esempio:
"L’anno prima era stato… spaventoso, okay, ma anche pieno di colpi di scena ed avventure mozzafiato.
E lei dov’era?
A fare la studentessa quattordicenne. Orrore. Orrore!"
Quando Lily ha uscite come queste, si capisce perchè Al reagirà come reagirà ai colpi di testa della sorella a Dumstrang, trattandola come una quattordicenne superficiale e avventata che va in cerca di guai per il puro gusto di dar fastidio agli altri, invece di empatizzare con la sua situazione emotiva e psicologica.
Diciamo che Lily, non avendo mai ancora davvero sperimentato il dolore sulla propria pelle, ma solo per interposta persona, soffre ancora della "sindrome del lieto fine": cioè crede che basti che "tutto sia finito bene" per dimenticare il dolore che c'è stato prima del lieto fine. Tom è tornato, si è riunito con la sua famiglia, Al sta bene, lui e Thomas sono tornati insieme, Harry sistemerà tutto il resto- questo è abbastanza per far sì che Lily consideri tutto quello che è successo come un'avventura spaventosa sì, ma da cui il finale lieto ("finale"...per ora) è in grado di spazzare via tutto ciò di brutto o doloroso che ha portato con se'.
Invece ci sono cicatrici che restano dentro, sotto la pelle, non importa quanti anni passeranno, non importa il fatto che non ci si sia pentiti di quello che si stava facendo quando si è stati feriti, non importa se si rifarebbero le cose allo stesso modo. È quello che cercherà di spiegare Al a sua sorella a Dumstrang, anche se coi modi sbagliati (perchè lui stesso è, dopotutto, un ragazzino traumatizzato e incapace di gestire il dolore, quindi non è che possa insegnare a chicchessia).
Cicatrici che forse col tempo smetteranno di far male, ma che non scompariranno mai del tutto, tornando a far male se stuzzicate, o a prudere ai cambi di stagione.
È quello che Lily imparerà alla fine di Ab Umbra Lumen, una consapevolezza che si porterà dietro per tutta Opera Al Nero.
Ora non lo sa ancora e il suo atteggiamento a riguardo risulta, in effetti, superficiale. Ma la si può giustificare perchè in fondo TUTTI hanno sempre fatto in modo che la piccola cara Lilù venisse tenuta quanto più possibile all'oscuro dei dettagli su tutto ciò che di brutto stava accadendo, lasciandole solo indovinare il quadro generale e trarne le sue conclusioni da esso. Non ci si può lamentare troppo che queste conclusioni siano immature e un po' infantile se, di fatto, è stata trattata come una bambina.
"ma le sarebbe piaciuto avere qualche informazione in più, invece di veder sparire Thomas nel nulla e beccarsi tutto il pacco di depressione che ne era conseguita senza capirci granché." qui però il discorso cambia. Non ci sono solo un immaturo desiderio di adrenalina e manie di protagonismo a guidare i ragionamenti di Lily, ma anche l'umana frustrazione dovuta all'essersi dovuta sorbire (e aver dovuto gestire) tutta la depressione del post senza aver nemmeno una chiara percezione di come tutto fosse successo...o aver avuto la possibilità di almeno PROVARE ad impedirlo.
Avrà ragione Soren quando dirà che i Potter, tutti e tre (tutti e quattro, anzi- padre compreso) sentono bisogno di controllare sempre la situazione perchè da loro l'illusione che in questo modo non accadranno cose brutte.
Manie di protagonismo, forse, eccessiva fiducia in se stessi come meccanismo di coping, o sindrome dell'eroe o della crocerossina diffusa nell'albero genealogico- o un misto di tutte queste cose.
Per ora questi tratti caratteriali in Lily sono ancora nascosti, ma verranno fuori in tutto il loro disfunzionale splendore durante Ab Umbra Lumen.
Non c'è però solo la superficialità ingenua dei quattordici-barra-quindici anni però nel Pov di Lily: si notano anche la sua ironia, o auto-ironia, (diametralmente opposta a quella di Rose) che pervade il capitolo, e un'acutezza nell'analizzare le situazioni e un inizio di maturità che nasconde forse anche a sé stessa; e, dietro tutti i lazzi e le smorfiette e le uscite assurde, la sensibilità della sorella di casa Potter, la sua perspicacia nel capire e SENTIRE le emozioni e gli stati d'animo altrui; e, nonostante il suo proclamare a se stessa che AMA le tensioni ad alta situazione emotiva perchè si diverte a sguazzare nella disperazione altrui- *seriamente*- si nota anche come in fondo sia una brava ragazza e una persona empatica, che sì ride delle piccole disgrazie e ansie da cui i suoi amici e famigliari sono afflitti, ma in fondo fa anche di tutto per consolarli e tirarli su di morale, con una battuta, un discorso incoraggiante o semplicemente strappando loro una risata. È bello vederla ridere dentro di se' dell'ansia pre-esame di James mentre si mostra davanti a lui una sorella comprensiva e incoraggiante- ma è ancora più tenero il fatto che la ragazzina pensi che l'ansia di suo fratello è esilarante proprio perchè Lily è sicura che Jamie passerà l'esame a pieni voti, visto che è "il primo della sua classe e il cocco di tutti i professori".
Mi è piaciuto il momento di condivisione fraterno tra Lily e James. Ci viene detto all'inizio di Ab Umbra Lumen, e nei vari spin off sull'infanzia, che tra i tre fratelli loro due sono i più complici o almeno lo erano da bambini, ma non vediamo molti momenti tra loro nella Saga, non quanti ne abbiamo tra Lily e Al. Lily e James hanno un rapporto meno complesso e stratificato di quello tra Lily e Al, forse, ma comunque complice, realistico ed affettuoso, nonostante i bisticci e le prese in giro.
Come penserà anche Harry a un certo punto in seguito, si vede leggendo le loro interazioni che Lily e James bisticciano spesso, com'è forse normali tra fratello e sorella, ma sono legati- i loro bisticci sono dispettosi e chiassosi (perchè Lily e James SONO entrambi dispettosi e chiassosi) ma anche passeggeri e in fondo giocosi, perché non mettono in dubbio il valore dell'affetto che hanno l'uno per l'altra, sia come fratelli che come persone (che è quello che manca nel rapporto fraterno tra James e Al, non la consapevolezza dell'affetto, perchè si vogliono bene e SANNO di volersi bene ma, soprattutto da adolescenti, non si capiscono e non si sanno ancora del tutto apprezzare l'un l'altro come individui, anche se col tempo e le varie vicissitudini che la famiglia Potter e il mondo magico affronteranno impareranno a rispettare e stimare ognuno le caratteristiche dell'altro che lo rendono quello che è o bravo in quello che fa).
James evidentemente adora la sorellina, anche se deve mantenere il suo ruolo di primogenito un po' prepotente e dispettoso.
Lily d'altro canto è più indulgente con suo fratello maggiore che con Al, ma tende anche a idealizzarlo di meno e a riconoscere più tranquillamente i suoi difetti (o forse proprio perchè lo idealizza meno, è mentalmente meno dura con lui quando si arrabbia).
In questa scena secondo me diventa evidente PERCHÈ Lily ritiene che lei e James siano sulla stessa lunghezza d'onda: perchè entrambi usano l'autocelebrazione a volte estrema come maschera per coprire le proprie insicurezze e dimostrarsi all'altezza del loro cognome. (Per questo vanno anche entrambi molto d'accordo con Scorpius).
Anche Al, come pensa Lily in questo capitolo parlando con Ted, mette una "maschera" come difesa al suo essere un Potter, quella di ragazzino inoffensivo e mite e disinteressato alla gloria. Ma la "maschera" di Al, oltre ad essere più inconscia e inconsapevole di quella dei suoi fratelli (SOPRATTUTTO di quella di sua sorella) tende a una modestia dismessa e tattica, non all'autocelebrazione chiassosa tanto cara ai suoi fratelli Grifondoro.
Che poi Lily, come scopriremo in Aul, è contorta (o come direbbe lei: poliedrica) perchè come meccanismo di coping per il fatto di essere bollata e messa sotto scrutinio in quanto figlia d'arte tende ANCHE a sminuire i propri successi, la propria intelligenza e le proprie capacità. Come il fratello maggiore si ammantata apparentemente di una di autocelebrazione eccessiva, ma sulle cose che la maggior parte delle persone considera importanti adotta la tattica di sminuire i propri successi e le proprie abilità per paura che esse vengono giudicate "non abbastanza". Una "modestia aggressiva" che ha in comune con l'altro fratello, quello di mezzo; solo che (ancora una volta) Lily è più contorta perchè mentre Al, pur senza fare tanto chiasso, si impegna seriamente nelle cose che gli interessano, molto più di entrambi i suoi fratelli, e perciò silenziosamente ottiene i risultati che desidera (e lo fa senza i modi da primadonna e i festeggiamenti casinari che contraddistinguono suo fratello James) Lily è invece il prototipo di quella persona che non si impegna per paura di fallire, e questo crea un contrasto pazzesco con la sua aria da super-sicura di se' e sbarazzino menefreghismo rispetto alle cose scolastiche.
In un certo senso è affascinante vedere come i fratelli Potter siano sempre diversi e uguali in ogni cosa a coppie di due a due. Lily e James nell'autocelebrazione come maschera di protezione, Lily con le sue arie da femme fatale in fieri e James col suo machismo ostentato; Al e Lily con la loro "modestia aggressiva" e il loro desiderio di voler a tutti I costi evitare il confronto con l'eredità paterna per non uscirne sconfitti; il contrario di James, come noterà Al parlando con Soren- ma anche Al, sebbene non brami un futuro di vittorie in battaglia come suo fratello James, è più simile a lui nella ricerca di gloria e allori di quanto tutti credano, ed è divorato dall'ambizione e dal desiderio di affermarsi e di farsi un nome (indipendente dal suo cognome) nella sua professione/vocazione (esattamente come James) come pensa proprio in questo capitolo nell'ultimo paragrafo. (A ognuno la sua ambizione, come dice lui.)
Ecco, questa doveva essere una recensione breve invece è diventato un papiro sui fratelli Potter, sulla loro psicologia e sul loro rapporto. Ma che ci posso fare se amo il modo in cui li hai caratterizzati e il modo in cui hai creato e scritto le dinamiche tra loro.
Ho riso quando Lily, per dare più motivazione a James, gli dice che DEVE passare l'esame o Al lo prenderà in giro all'infinito. E James risponde che avrebbe dovuto chiedere un cane invece di un fratello- Jamie, tesoro, so che sei più per le discipline fisiche e la matematica non è il tuo forte, ma essendoci solo un anno di differenza tra di voi avevi pochi mesi quando Al è stato concepito, non credo che i tuoi genitori ti abbiano consultato o che tu abbia potuto avere voce in capitolo.
Comunque adoro il dettaglio di James che ha sempre voluto il cane e Al il gatto.
Adoro anche Lily disgustata ma rassegnata di fronte al disordine di suo fratello James ma la adoro ancora di più quando pensa, riguardo ad Al e al suo svegliarsi presto per tutte le sue corsette mattutine, che "sinceramente non capiva tutto quel bisogno di muoversi quando il resto del mondo dormiva". Relatable Lily, relatable. Ho ghignato anche quando Lily pensa che sicuro al 100% ormai la routine di Al include anche "Tommy" e la notte va a dormire da lui-mi chiedo quanti in casa, a parte la sveglia Lily, l'abbiano capito a questo punto della storia. Probabilmente più gente-tra fratelli, genitori e parenti sparsi-di quanta Al e Tom credano.
Da una parte avrei voluto leggere di più delle reazioni al ritorno miracoloso di Thomas, ma d'altra parte quei pochi commenti che vengono fatti dai personaggi en passant sono perfetti proprio perché, come dice Andromeda, evidenziano come Thomas sia sempre stato strano e il suo arrivo in famiglia talmente tanto avvolto dal mistero, che nessuno è TROPPO stupito dell'assurdo modo in cui prima è sparito e poi è stato ritrovato Tom. Queste nuove stranezze riguardo a Thomas diventano subito notizie noiose e di routine per tutti coloro che girano intorno alla famiglia Potter come lo sono sempre state tutte le stranezze e i misteri intorno a Thomas.
E a proposito di stranezze: mi ero dimenticata dell'improvviso capogiro che assale Lily quando apre la lettera di Soren- la prima del NOSTRO Soren (o tuo Soren- anche se i due Soren sono ENTRAMBI tue creature. Chiamiamolo Soren di Lily, va'.) Questo improvviso e momentaneo malore che Lily attribuisce al troppo latte nelle uova è in realtà un effetto dell'incantesimo che Soren ha lanciato sulla busta per far sì che Lily si dimenticasse dell'aspetto dell'ALTRO Soren, che le aveva mandato una foto all'inizio della loro corrispondenza, giusto? E Lily lo sente, pur non capendo cos'è, per via dei suoi poteri da Lena che le danno una capacità maggior di percepire certi tipi di incantesimi piuttosto che altri, giusto?
Questa piccola stranezza viene subito accantonata dall'ultimogenita Potter per leggere subito la lettera-perché, di nuovo, se si vive accettando molte stranezze o bizzarrie come parte della propria quotidianità, come fanno i Potter, non sempre si nota quando la quotidianità si sta increspando, questa volta sul serio o in modo permanente. O meglio: magari lo si nota, ma constato che è inoffensiva si scrollano le spalle, si va avanti con la propria giornata e si ignora il pensiero.
E così lasciamo Lily alla sua giornata mentre noi proseguiamo col resto del capitolo.
Uhh, l'Accademia Auror!
Realistico l'impaccio che Rose prova alla scoperta di Ted e James- più che di reazione alla scoperta che anche l'ALTRO cugino e l'amico di famiglia siano gay/bisessuali (che comunque c'è, ed è più forte che dopo aver scoperto di Al perche su Ted e James tutti se lo aspettavano meno, per una questione di stereotipi) c'è anche il fatto che Rose ha sempre visto Ted in un certo modo- l'amico di famiglia più grande e paziente, il giovane professore a cui chiedere aiuto e consiglio e dare rispetto- ed è strano dunque per lei pensarlo in una relazione con il suo cugino quasi-coetaneo e (dal punto di vista di Rose) un po' idiota. È un capovolgimento dei ruoli, perché Ted e sempre stato prima il babysitter poi il professore di tutti loro, e anche se ora sono tutti maggiorenni il fatto che abbia una relazione (romantica, sessuale, ecc) con uno di loro, dei cugini Potter-Weasley, è una cosa che può scombussolare un po' i vari membri del Clan.
Gli altarini scoperti sulla relazione di Ted e James erano inevitabilmente destinati a creare la percezione di un cambiamento nelle dinamiche del Clan Potter-Weasley, nelle gerarchie e nel modo in cui i vari membri si vedono a vicenda. Cosa che, ad esempio, la relazione di Al e Tom semplicemente non causa, perché erano già un binomio chiuso e serrato all'interno della folla multiforme del Clan, indipendente dal fatto di essere un binomio romantico o platonico.
Per questo è giusto, narrativamente, che la rivelazione di Teddy e James avvenga come un tornado prima dell'arrivo di Ab Umbra Lumen, e vediamo nel corso di questa storia come sia loro che gli altri si adattino a questo cambiamento di dinamica, mentre la storia di Al e Tom dentro il Clan viene accennata qui e là un po' da tutti e da nessuno, in un modo da "tutti sanno ma nessuno sa", e quando avviene la rivelazione è anticlimatica perché tutti davano già per scontato che stessero insieme.
Realistico anche il pensiero di Rose che potrebbero parlare della miracolosa ricomparsa di Thomas, che nessuno dei due credeva davvero possibile, ma ne lei ne Ted sembrano avere voglia di scambiarsi opinioni di riguardo. È realistico infatti l'impaccio silenzioso tra loro sulla questione Thomas perché a entrambi è sempre stato antipatico, ma entrambi, a differenza di James, non hanno mai manifestato apertamente e più di tanto questa antipatia, troppo stretti nei propri panni di rispettivamente bravo ragazzo e brava bambina. Entrambi sono contenti che sia vivo e tornato, ovviamente, perchè è pur sempre parte della famiglia allargata e comunque sono due brave persone e naturalmente non gioirebbero per la morte di un ragazzo così giovane, che comunque conoscono da quanto era bambino. Però entrambi (soprattutto Rose) avrebbero più di qualche insulto da dedicare a Thomas (Rose forse li dice, nella mente; è Ted che è troppo buono persino per pensarli, gli insulti veri) e al suo essersi fatto le vacanze in Germania senza dare notizie di se' mentre i Potter (a cui sia Rose che Ted sono legati) lo piangevano o davano per morto. Però non sembra bello fare queste constatazioni a meno di una settimana dal miracoloso ritrovamento che ha interrotto l'atmosfera di lutto. Quindi stanno entrambi zitti.
E anche perché sono tutti e due distratti.
Ad aspettare i propri ragazzi, più che altro.
Adorabile l'impazienza di Rose e l'entrata in scena di Scorpius e del suo fiore di cactus.
E i fiori di cactus sono davvero belli e meno banali delle rose, concordo con Scorpius!
Tenera anche l'aria cattedrica da maestrina con cui Rose tenta di tenere a bada Scorpius e i suoi stessi ormoni.
"Beh, sai… Ho dovuto inventarmi una palla piuttosto ingarbugliata per non dire che andavo ad aspettare Poo come una fidanzatina ansiosa…” E qui scoccò un’occhiata a Teddy che lo guardò malissimo.
“Ricordati che sono ancora un tuo professore, Scorpius.”
“Dal primo settembre.” Squadernò l’indice con sussiego. “Dal primo settembre.”
Teddy fece un mezzo sorriso. “Ricordati che ho una buona memoria. E non dal primo settembre.”
“Sono mortificato, chiedo scusa.” Scorpius sembrò improvvisamente più umile.
Anche questo scambio mi ha fatto sorridere. In un certo senso, il fatto che nel corso dell'ultimo anno di James, Scorpius sia diventato il suo migliore amico e Ted il suo ragazzo (ora ufficiale) ha avvicinato anche Lupin e l'erede Malfoy, che non dimentichiamocelo sono cugini di secondo grado, anche se non sono cresciuti come tale, a causa delle differenze fazioni per cui avevano combattuto Andromeda e Narcissa (e poi Draco e Harry) durante la guerra.
Tenero il placcaggio di James a Ted e le sue (finte) lamentele sul fatto che Scorpius e Rose siano più interessati ad imbucarsi che a dargli retta. Che tenero, lo amo quando fa il paladino della coppia Scorpius e Rose, anche se cerca di non mostrarlo.
La successiva conversazione tra James e Ted è stata...illuminante.
Mi rendo conto che non parlo mai di Ted, forse perché i lati che trovo più interessanti di lui, aldilà della sua patina di bravo ragazzo e perfetto giovane professorino gentile, sono quei difetti e aspetti caratteriali che odio ferocemente in me stessa e che cerco di combattere (l'indecisione prima di tutto, la paura dei cambiamenti e del futuro in secondo luogo, il desiderio di non scontentare nessuno che porta a essere gentile con tutti deludendo tutti allo stesso modo...) quindi come personaggio non è mai stato tra i miei preferiti.
Questa scena però devo commentarla perchè mette in luce tanti aspetti della coppia Ted e James su cui non mi soffermo mai abbastanza.
Prima di tutto, il fatto che Ted, benchè ami James e abbia persino affrontato tutte le difficoltà legate al fare coming out per lui, non considera ancora James come un suo pari.
È comprensibile: per anni la loro dinamica è stata James, il ragazzino pestifero e sconclusionato, ma in adorazione totale dell'altro, e Ted, l'amico più grande e saggio, che è sempre nel giusto e sempre paziente di fronte alle bizze dell'altro. Ovviamente ora che hanno una relazione vera e propria questa dinamica non può più funzionare in questo modo, ma come in tutte le dinamiche che necessitano cambiamenti ci vuole un po' prima che le cose si assestino. Lo faranno, nel corso di questa e della prossima storia, questa conversazione getta un po' le basi su quelli che saranno i problemi, gli scogli da superare, i conflitti e le conquiste della coppia Ted/James in Ab Umbra Lumen.
Imparare a considerarsi sullo stesso piano di maturità e indipendenza, pianificare il futuro, pensare a una possibile convivenza.
Sono cose più difficili per Ted che per James, nonostante la giovane età di quest'ultimo
Come pensa Ted stesso: non ha problemi a realizzare che James non ha più dieci anni quando si tratta di *certe cose*, ma quando si tratta di confidarsi, condividere i problemi, mostrarsi vulnerabile, Ted non è ancora del tutto capace.
Non perche sia una persona chiusa, anzi, ma perche non vuole pesare sugli altri. Mai.
Mi ha molto colpito e illuminato un dettaglio, ovvero il fatto che Ted abbia dentro di se' una certa "ansia dell'orfano" che lo spinge a sentirsi a disagio a chiedere favori alla gente, anche alle persone che gli vogliono bene, probabilmente perché inconsciamente non può fare a meno di vederli come carità.
È interessante perchè è uno dei piccoli dettagli delle tue storie con cui fai capire che sì, avere intorno qualcuno che ti ama e si prende cura di te è importante, anzi, meglio, è fondamentale, ma non è comunque una ricetta miracolosa che può cancellare tutte le morti e i traumi avvenuti quando eri piccolissimo. Che possono guarire, diventare più lievi, ma non spariscono del tutto.
Ted è stato accudito e coccolato da molte persone da bambino, ma ha anche sempre avuto chiara in mente la consapevolezza di essere "l'orfano di guerra", praticamente il simbolo dei morti della sua generazione come Harry lo era stato della sua, visto che Remus Lupin e Tonks erano entrambi eroi dell'ordine morti nell'Ultima Battaglia, quella decisiva per la vittoria. (Non penso quel 2 maggio 1998 ci fossero molti altri neonati coi genitori entrambi morti in battaglia, visto che la maggior parte delle vittime furono, purtroppo, studenti).
Se da un lato crescere intorno a figure che ricordavano e onoravano la memoria dei suoi genitori ha fatto bene a Ted, dall'altro lato lo ha fatto spesso sentire come se stesse vivendo tra i loro fantasmi, o come se le persone intorno a lui si curassero di lui SOLO per i suoi genitori e la loro tragica morte. È come se pur non avendo mai vissuto il lutto della morte dei suoi genitori perché era troppo piccolo lo avesse vissuto per interposta persona, attraverso il dolore di sua nonna, e i ricordi pieni di rimpianto di Harry e degli altri ex membri dell'Ordine. Da un lato e grato alle persone intorno a lui per avergli tramandato la memoria di Remus e Tonks, dall'altro così facendo non gli è stato mai possibile dimenticare anche solo per un momento di essere un orfano, e si è forse spesso sentito come se in quanto orfano stesse vivendo approfittando della carità altrui.
Per questo forse si sente così in imbarazzo a condividere i suoi problemi, perche in un certo senso gli sembra sempre di approfittare del suo stato di orfanello che chiede pietà agli altri, o teme che le persone si stufano di lui e gli dicano che lui non è una loro responsabilità e che l'hanno accudito e curato da bambino solo perché il bambino senza genitori faceva un po' pena a tutti, e che I suoi problemi non siano abbastanza gravi oppure che non sia dovere degli altri risolverli per lui.
E forse sempre per questo complesso irrisolto dell'orfano fa così fatica ad affrontare serenamente i cambiamenti e il futuro ed è così scombussolato e terrorizzato all'idea che Andromeda venda il cottage della sua infanzia- lo capisco, comunque, anch'io se i miei genitori vendessero la casa dove sono cresciuta senza consultarmi ne rimarrei scossa. All'inizio mi chiedevo perché Ted col suo stipendio da insegnante non possa comprare una metà del cottage (è quello che farei io nella sua posizione, se avessi dei soldi da parte lol), ma in effetti, anche se dovesse riuscire a mettere da parte un gruzzolo abbastanza cospicuo per comprare la propria metà della casa a sua nonna, lui tornerebbe comunque a Hogwarts per dieci mesi l'anno quindi o sua nonna resterebbe da sola comunque (e il motivo principale per cui Andromeda vuole vendere è la solitudine, non il bisogno di denaro) o venderebbe comunque la sua parte per andare a trasferirsi al Maniero da sua sorella- e Ted rimarrebbe durante l'estate in casa con degli estranei.
Quindi, meglio si cerchi una casa sua. Anche se il distacco dal cottage dove è cresciuto fa male- da questo punto di vista, Ted, pur essendo "quello più grande" da sempre, fa più fatica degli altri ragazzi a staccarsi dal regno dorato dell'infanzia, o dall'idea di esso.
James invece, come la sorella minore e parzialmente anche il fratello, è impaziente di assaggiare e sperimentare il mondo e più maturo nel gestire i cambiamenti. Ma è ancora un ragazzino impulsivo nel suo modo di prendere e soprattutto comunicare decisioni, come l'ultima scena tra loro conferma. Ma forse quest'impulsività apparentemente immatura, ma che in realtà nasconde sicurezza su di se' e sulle proprie scelte, così tipica di James, è ciò di cui Ted ha bisogno, lui che è sempre in apparenza così maturo e riflessivo e pacato, e in realtà nasconde dentro di se' una grande difficoltà a prendere decisioni e affrontare le novità. Sono entrambi scompensati e in qualche modo, a vicenda, si compensano.
...Damn, sto ri-diventando una fan di Ted/James, dopo tutti questi anni. Sarebbe sensato, tipo cerchio che si chiude, visto che sono stata catturata e poi trasportata con impeto in questa Saga da Seven Step of Summer.
Sento già Tom che mi guarda disgustata- prima scrivo una recensione in cuccisione proclamo che suo cugino Tassorosso mancato ha un modo di vedere e percepire il mondo più profondo di lui, poi scrivo non una non due ma tre (!) recensioni diverse sul rapporto Al/Michel, infine mi metto a sviolinare su Ted e James, che fino a quest'anno ho sempre trattato con distaccata indifferenza nelle mie recensioni.
Sigh, sento già il mio beniamino storico che esce dalle parole scritte sullo schermo per avadakevradizzarmi. Non è una bella sensazione.
Eh parlando di lui...che stronzetto è a lasciare una scala a pioli sotto la finestra facendo credere ad Al che quello sia l'unico modo per entrare in camera sua e poi dirgli, quando arriva finalmente in camera di Thomas tutto rosso e sudato, "potevi entrare dalla porta"??? Però è assolutamente una cosa da Tom, sia perchè, a livello superficiale, non c'è nulla che rilassi o diverta Tom più di prendere in giro Albus, sia perchè, a livelli più profondo e inconscio, mettere una scala alla finestra per vedere se Al ci sale davvero è un po' l'equivalente giocosa di chiedergli "mi vuoi ancora bene?" dopo che Al gli ha detto quanto ha sofferto per la sua presunta dipartita, solo per costringere Al ad ammettere che lo ama e lo ama ancora e nonostante tutto. Tom ha questo vizio, che forse più che un vizio è un sintomo di insicurezza che, a causa di troppo orgoglio per essere dichiarata esplicitamente come tale, viene fuori come stronzaggine: ogni volta che gli viene offerto affetto o amore incondizionato, Tom invece di prenderlo e accettarlo porge una domanda difficile con tono di sfida o causa un problema per vedere se è *davvero* incondizionato. Come dirà Al- gli dai un braccio, si prende la mano. O meglio, direi io, gli dai una mano, e si prende un dito perchè così gli verrà offerto un braccio.
Ma Al che si balza la festa di ammissione di suo fratello per andare da Tom?? Lol.
Comunque sono curiosa di come hanno fatto i Dursley a non notare una scala a pioli sotto la finestra del primogenito, visto che Tom non ha (ancora) una bacchetta per disilluderla, e nel caso l'avessero vista cosa abbiano pensato, e se abbiano visto il "cugino" e "migliore amico" del loro figlio salire, cercando di essere discreto, tra mille sbuffi e imprecazioni.
Di nuovo ritorna l'atteggiamento ambiguo e noncurante di Al e Tom riguardo al nascondersi o meno dai genitori; in Ab Umbra Lumen non sono nemmeno SFIORATI dal pensiero di quando è se dire di "loro" (come invece succede a tutte le altre coppie non "ufficiali"), non hanno neanche una discussione a proposito perché pare a entrambi una cosa ovvia NON dichiararsi esplicitamente agli adulti, ma allo stesso tempo ci mettono molto meno impegno, attenzione e ansia nei loro tentativi di non farsi scoprire che tutte le altre coppie (etero o gay o lesbiche) prima della dichiarazione ufficiale.
D'altronde, sono il Figlio di Mezzo e Quello Diverso.
Le loro posizioni nella grande, intricata famiglia e il modo in cui sono stati cresciuti lì mette in una posizione diversa rispetto a Rose, per esempio, che è sempre stata la Primogenita, la presunta copia carbone di sua madre e prediletta del padre, la Figlia Perfetta, che nulla nasconde e mai delude. (e perciò sente di non aver altra scelta che nascondere la sua relazione per non deludere i genitori, e allo stesso tempo si sente in colpa perché così facendo sa di star sia ferendo il suo ragazzo che mentendo per omissione ai suoi- due altre cose che odia fare senza riuscire a smettere).
Al invece è abituato a farsi i fattacci suoi senza preoccuparsi troppo di venir sgamato e interrogato perchè SA che in famiglia c'è sempre qualcun altro, qualcuno di più appariscente e meno furbo, di cui parlare e su cui spettegolare. E se questo continuo spostamento di focus da lui al primo parente disponibile l'ha fatto forse per anni sentire trascurato, per altri versi gli ha sicuramente dato un margine di libertà maggiore, e la possibilità di crearsi indisturbato una serie di alibi e mondo affettivo di cui ne i suoi genitori ne i titoli di giornali sanno nulla, un'abilità nello sguazzare nell'anonimato e nella disattenzione generale che i suoi fratelli non hanno, un po' per via dei loro caratteri più appariscenti, un po' perchè, per via del fatto di essere fisicamente una copia carbone di Harry e venir perciò riconosciuto ovunque, Al ha dovuto LOTTARE per costruire intorno a se' una sorta di indifferenza annoiata. (Ogni volta che recensisco un aspetto della psicologia di Al mi rendo conto di quanto questo personaggio, dietro le sue arie da pulcino, sia uno dei più contorti, stratificati, contraddittori eppure ben scritti della storia. Davvero, su di lui dovrebbe essere scritto un manuale: "come costruire un personaggio e una PERSONA complessi partendo da un clichè comune nel fandom".)
Tom in modo opposto ma simile è sempre stato "quello diverso" (sia tra i Dursley sia né Clan Potter-Weasley), Tom Mille Segreti, è come dicevo sopra tutti sono da sempre abituati a stranezze e segretezza intorno a lui (lui stesso è stato cresciuto da persone che lo hanno amato ma gli hanno tenuto segrete molte cose che avrebbero dovuto rivelargli, quindi in fondo, così come per Lily e il suo comportarsi da sciocchina, non ci si può lamentare troppo se si comporta e relazione agli altri riproponendo il modo in cui gli altri, la famiglia o meglio LE famiglie che l'hanno amato e cresciuto, si sono sempre rapportati a lui) quindi perché nella sua vita sentimentale dovrebbe comportarsi in modo diverso?
In fondo nessuno si aspetterebbe che Al e Tom, gay, diciassettenni e Serpeverdi fino al midollo, mettano i manifesti o si confidino con qualcun altro a cuore aperto, perchè è semplicemente una cosa che non è nelle loro corde (i manifesti non sono nelle corde di Al; le conversazioni a cuore aperto, in quelle di Tom).
Quindi, non si dichiarano ma non sono paranoici nel nascondersi BENE come potrebbe esserlo e lo sarà sempre di più Rose. E così le persone intorno a loro cominciano a capire, a intuire, senza che Al e Tom debbano far la fatica di far coming out. E senza avere conferma, quindi i genitori non possono sottoporli a tutte quelle infinite regole e raccomandazioni che gli adulti mettono agli adolescenti innamorati di qualunque sesso e orientamento sessuale (vedi i coniugi Weasley-Granger o Malfoy dopo aver scoperto del fidanzamento ufficiale di Rose e Scorpius).
Parlando di genitori, sai che mi dispiace che a questo punto della storia i genitori e la sorella di Thomas ce l'abbiano ancora su con i Potter? Lo trovo credibile, perchè il dolore non è sempre razionale e non sempre sceglie i soggetti giusti contro cui scagliarsi, ma anche un po' triste.
Rende sicuramente i Dursley un po' più realistici e meno genitori del Mulino Bianco che accettano tutto con un sorriso (beh, Robin con un sorriso; Dudley con un grigliato di rassegnazione). Cioè, sì, accettano tutto DA TOM perchè Tom è il loro figlio, non importano il sangue o le origini, ma non vuol dire che estendano improvvisamente la grazia che danno a lui a tutti coloro che fanno parte del Mondo Magico. Anzi, almeno a questo punto della storia il loro amore di genitori li porta ad essere ancora più diffidenti del Mondo Magico, perchè è quel mondo che prima ha lentamente ma inesorabilmente allontanato da loro il loro primogenito, poi è stato teatro del suo rapimento, e infine lo sta per mettere sotto processo come un criminale. E se quando Tom era piccolo Harry Potter era per i Dursley una figura di supporto che poteva aiutarli a crescere e a capire quello strano ragazzino (o a trovarlo quando si smaterializzava nei luoghi più assurdi), ora rappresenta per loro sia uno dei fattori che ha allontanato Thomas da loro, riportandolo a undici anni nel Mondo Magico da cui Tom è stato presto conquistato e assorbito, sia il capo del corpo di polizia che non è stato in grado di proteggere e poi di ritrovare Thomas.
Quindi il risentimento verso Harry ha senso; e in un certo modo, con uno sforzo di empatia, capisco anche quello verso Al: perchè Al è stato colui che passando tutte le ore e tutti i giorni accanto a Tom si era accorto che qualcosa non andava, eppure non aveva avvisato nessun adulto di ciò- normale, a sedici anni, e perdonabile, soprattutto perchè Tom stesso non si confidava, ma capisco che per la famiglia di Tom, per la VERA famiglia di Tom, il fatto che entrambi Potter, padre e figlio, non abbiano nemmeno tentato di contattarli o di chiedere un loro parere quando Tom stava evidentemente male sia uno smacco e una colpa. Così come capisco il risentimento irrazionale e doloroso che i coniugi Dursley (e Alicia) potrebbero aver provato verso Al perchè anche Albus era stato rapito nella grotta, ma lui era stato portato indietro sano e salvo; Tom invece no.
Di nuovo, non è razionale, non è nemmeno giusto visto che Al è stato forse peggio di tutti- Zabini dixit- ma il rancore verso il "sopravvissuto" quando pensi che tuo figlio non lo sia è un sentimento umano e soprattutto da genitori.
Comunque scrivendo la recensione di questo capitolo apparentemente di passaggio, mi sto rendendo conto, prima con Lily, poi con Ted e infine con questo piccolo dettaglio della freddezza della famiglia Dursley quanto ancbe in un semplice capitolo di "quiete estiva" siano disseminati i germogli dei percorsi di maturazione che i vari personaggi, sia principali che secondari, faranno nel corso di questa seconda Opera (chiamarla fanfiction mi pare riduttivo, viste l'attenzione per i dettagli, la coerenza e la ricchezza e tutti i fili che si chiudono di questa storia).
Lily imparerà che "l'azione fa paura". James maturerà tanto per stare con Ted e così facendo, paradossalmente, farà maturare anche Ted- e viceversa. La famiglia di Tom uscirà da questo periodo di diffidenza verso il Mondo Magico per raggiungere un'accettazione della Magia a cui nonostante le migliore intensioni non erano mai riusciti ad arrivare prima d'ora, nemmeno prima di tutti i casini del Sesto Anno di Tom- la prova è il fatto che per la prima volta trascorreranno il Natale coi Potter e con gli WEASLEY alla Tana, cosa che non avevano mai fatto nemmeno quando Tom era piccolo, preferendo dividere la custodia del figlio durante le vacanze con Harry per permettere al ragazzino di conoscere e passare un paio di settimane l'anno con gente simile a lui, senza però che loro e gli altri figli fossero costretti a starci *troppo* a contatto, con questa gente.
È come se prima della scomparsa di Thomas i Dursley avessero sempre navigatore lungo il confine sottile tra diffidenza e accettazione del Mondo Magico, cercando di essere supportivi del figlio senza davvero al contempo voler sapere o parlare troppo della Magia, e poi rischiare di perdere il figlio li abbia portati prima a una repulsione rabbiosa per quel mondo pericoloso di cui Tom fa parte e loro no, e poi a un desiderio di essere molto più coinvolti nella vita di suddetto figlio, anche negli aspetti che per loro sono più difficili da affrontare, spaventosi o disturbanti- come appunto, la sua appartenenza al Mondo Magico.
Comunque secondo me Alicia e Robin alla sera della rassegna di poesie erano anche scocciate perchè si aspettavano che fosse un momento per recuperare il tempo e ricostruire piano un rapporto col figlio e fratello dato per disperso, e lui invece si porta dietro il fidanzatino senza neanche esplicitarlo come tale.
Mi rendo conto che è assurdo spendere così tante righe parlando di personaggi che in questo capitolo vengono nominati solo di striscio, ma è proprio questo il bello di questa Saga: che anche se i Dursley (quelli Babbani) sono personaggi super secondari, ma anche lui matureranno e evolveranno, senza mai rubare la scena a nessuno dei nostri maghi e delle nostre streghe preferite.
È per questi dettagli che il mondo da te creato sembra sempre tanto vivido e realistico: perchè anche i personaggi che non vengono nominati per venti o trenta capitoli crescono e maturano e si evolvono; e questo ci dà l'idea che la tua storia sia viva e pulsante, piena di personaggi le cui vite vanno avanti anche quando noi non li vediamo.
Aaaaanyway. Torniamo al capitolo.
Il processo rende Tom ansioso, ma non lo ammette, Al lo sa e cerca invano di distrarlo tra studio e sesso.
Il primo si rivela un fallimento-Tom non accetta di essere secondo a nessuno, o di aver bisogno di aiuto. E in effetti non ha bisogno di aiuto, apparentemente, visto che ha finito di studiare il programma da autodidatta in Germania. Però vuole la presenza di Al mentre ripassa. Ma non vuole che Al gli dia consigli o faccia notare ad alta voce che ha bisogno di lui.
Ecco, prima abbiamo visto Ted e le sue difficoltà a chiedere aiuto a James o ad altri per paura di essere un peso, ora vediamo Tom che all'opposto nei fatti chiede, o forse pretende, aiuto da Al (che comunque glielo vuole dare e glielo darebbe anche se Tom non volesse, lol, perchè sono disfunzionali e teneri in questo modo) però con le parole si rifiuta ad ammetterlo, ovviamente per orgoglio.
Al piccato gli ricorda che non chiedere mai aiuto ha portato Tom ai risultati a cui ha portato. Non una cosa molto carina da dire, ma Tom con quel suo "ti sembro una persona che chiede aiuto?" tutto ghignante gliel'ha proprio tirata fuori di bocca. Al è passivo-aggressivo in un modo pazzesco, che esaspererebbe chiunque in una relazione, tanto più perché lo è in un modo così casuale, uscendosene con queste mezze frasi mentre si sta parlando d'altro, ma il suo ragazzo se lo merita e alla fine questa rappresaglia passivo-aggressiva si rivela l'unico modo per gestire Tom- l'aggressività pura lo porterebbe sulla difensiva (cioè sull'attacco, che per Tom è la stessa cosa), mentre davanti a un partner con una remissività completa (e non solo apparente e superficiale come quella di Al) Tom andrebbe avanti a tappeto a far quel che vuole senza preoccuparsi delle conseguenze delle sue azioni. Che è una cosa che fa comunque, ma sempre meno, perchè contemporaneamente al processo di maturazione di Tom (che capisce pian piano le conseguenze che le sue azioni hanno sugli altri) c'è il processo di evoluzione di Al, che sta imparando a tenere il suo ragazzo sempre di più al guinzaglio stretto.
Mi chiedo se il breve battibecco sul chiedere aiuto sia stato il "trigger" che ha rovinato l'umore di Tom e ha fatto scattare, alla prima buona occasione, la successiva crisi, perchè Tom prima sembrava insolitamente di buonumore. Non che sia colpa di Al: ma se è un disturbo psicosomatico versione magica (adoro il modo in cui mischi psicologia e magia, come se la magia fosse un altro organo che reagisce ai nostri cambiamenti emotivi e fisici) semplicemente funziona così, si immagazzina stress e ansia che poi vengono rilasciati attraverso un attacco o uno sfogo che si genera dopo un banalissimo e talvolta sacrosanto commento altrui.
Mi piace il modo in cui Al realizza che c'è qualcosa che non va e mi piace come la sua prima reazione dopo che Tom gli ha confessato rabbiosamente degli attacchi non sia allarmarsi, ma pensare a trovare un modo per tranquillizzare Tom. È proprio un Guaritore nato, quel ragazzo. Tom ha come sempre questa rabbiosa aria di sfida quando parla ad altri del "modo" in cui è fatto, quell'aria di sfida come a dire "ammetti che sono intrinsecamente sbagliato ammetti che non avrei dovuto nascere ecc" e Al reagisce sempre con una rassicurante scollata di spalle; come se dar corda alle sue riflessioni sul "non essere come le persone normali" sia assimilabile per Al a dar spago a dei deliri nocivi, nulla di più o nulla di meno. E lo è, in un certo senso.
Davvero, l'ho già scritto un'altra volta, ma amo il fatto che per Al le stranezze di Tom sono solo una parte di lui, come per sua sorella la Legimanzia o per suo fratello il far esplodere le cose quando si arrabbia, qualcosa che esiste ma su cui non vale la pena scervellarsi o spaventarsi troppo.
Mi piace il fatto che venga in questo capitolo implicitamente dichiarato che gli scoppi di magia Tom siano SIA correlati al modo in cui è fatto (Al ammette che la magia dell'altro è sempre stata, è e sarà sempre superiore alla media), sia soprattutto una conseguenza diretta del periodo emotivo che sta passando- d'altronde se queste crisi dipendessero come dice Tom solo dal fatto che è nato nel modo in cui è nato, le avrebbe avute da sempre, e non solo dopo i traumi subiti l'anno prima. Una sorta di reazione psicosomatica non totalmente atipica tra i maghi, anche se nemmeno completamente comune, soprattutto con la potenza delle crisi di Tom.
Tom dovrebbe farsi fare un controllo da uno Psicomago per scongiurare il rischio molto probabile di aver sviluppato un disturbo post-traumatico dagli eventi dell'anno prima- giusto qualcosa da sommare ai suoi già presenti problemi psicologici.
Ovviamente non lo farebbe mai, perciò ci accontentiamo di Al e dei suoi tentativi di distrarlo.
Un dettaglio su Kafka arrabbiata con Tom: sapevi che i corvi e le cornacchie sono gli animali domestici con la memoria a breve termine più lunga, e possono tenere il broncio ai proprietari ininterrottamente fino ai due anni?
Quindi direi che Tom ne avrà di camminate sui ceci da fare per farsi perdonare dal suo famiglio, altro che Al o Alicia.
Io amo Kafka, comunque. È lei la mia vera beniamina, non Thomas. Lui lo è per simbiosi.
"Favoloso.” Esalò. “Tre maghi appena usciti dalla minore età che rischiano la vita per una stupida coppa e dei soldi.” tom è la voce della ragione qui.
“Io non mi ricordo un solo vincitore di quel torneo a parte zio Harry, tu?" E TE PAREVA che Tom non si ricorda di Cedric Diggory, il vincitore ufficiale di quell'edizione, perchè è MORTO- si sa, se muori vince il tuo avversario. Easy. Voldy approva.
"Sì, nello stile di quelle magiche. Rischio della vita, ferite, ossa rotte, traumi con complicazioni.” Ironizzò. a volte Tommy somiglia COSÌ TANTO a suo padre babbano quando critica le barbarie e le teatralità delle tradizioni magiche. Non che abbia torto, eh, è solo che è buffo. Probabilmente Tom stesso non si rende conto di quanto suo padre adottivo l'abbia influenzato in certe cose, nonostante le loro distanze e divergenze.
E Dudley col trauma dei gufi è esilarante.
Distrarre Tom con il Tremaghi, dunque, non sembra faccia molto effetto, ma direi che ce lo aspettavamo.
Poi però Tom si distrae da solo prendendo in giro Al, e tirandoselo poi addosso fisicamente.
(Tom il piccolo maniaco sessuale appena sbocciato, viene in serie dopo Tom il piccolo sociopatico in erba ma prima di Tom il piccolo staker ossessivo)
"Poi lo afferrò per i polsi, veloce come un dannato serpente, e Al si ritrovò nel giro di pochi attimi sulle sue ginocchia.
“Tom, non sono una ragazzina!” Cercò di liberarsi, come cercò di non fargli notare che gli piaceva essere tenuto tra le braccia.
Magari in modo più virile, però…"
Evidenzio questo pezzo solo perchè ho notato che in Opera Al Nero Al non ha problemi a sedersi sulle ginocchia di Tom o a venir messo in questa posizione dall'altro ragazzo, mentre qui in Ab Umbra Lumen lo trova demascolinizzante. È perchè a ventitré anni si sente più sicuro sia nella sua sessualità che nella sua virilità di quanto non lo sia ora a diciassette?
Vengono interrotti dal Gufo del Ministero con la data del processo (che secondo me è corso via in fretta per non farsi sparare e arrostire da Dudley, altrochè) e Al nota come Tom, ora che ha una data da aspettare, sia più tranquillo.
Non sereno, quello no ovviamente, ma di nuovo in controllo di se'.
Tom si passò le dita trai capelli. Ormai era evidente che gli dessero fastidio.
“Sai, credo di dover andare a tagliarmi i capelli…” Disse infatti, e sorrise: non era un sorriso allegro, ma riflessivo e calcolatore. Non era annoverabile nell’espressioni positive, ma andava bene comunque.
Tom usa questa battuta dei capelli sia con Robin che con Al, con la prima del conclusione di una conversazione emotivamente difficile, con il secondo in seguito alla domanda "stai bene?". Penso che in entrambi i casi Tom stia cercando di comunicare, a se stesso e alle persone che ama, che ha intenzione di riprendersi il controllo della sua vita (partendo appunto dal tagliarsi i capelli, che come dice Robin capelli lunghi e disordinati fanno tanto maudit o eroe tragico in balia della sorte crudele), costi quel che costi.
Avrebbe lottato. Solo questo importava.
Appunto. Frase finale del capitolo meravigliosa come sempre. (Recensione modificata il 19/08/2023 - 03:17 pm) |