Diciamo che prima che mi venga voglia di riprovarci crescerà la barba a Kazama O_O. Dire che è un suicidio non rende l'idea.
La poca familiarità con Kondou (nonchè la scarsa attitudine del suddetto a collaborare, immagino)si vede.
Perchè stavolta, perdonami, ma non ci siamo.
L'immedesimazione che si sentiva con gli altri protagonisti delle shot (fortissima con Saitou, altrettanto con Shinpachi, ma nemmeno gli altri sfiguravano) qui è quasi del tutto inesistente.
Anzi, sembra quasi che il caldo torpore che tu stessa citi contagi il lettore.
Il dialogo è lento, misurato sì, ma quasi molle e languido: ti confonde lievemente e poi evapora senza lasciare alcuna traccia incisiva.
A questo proposito mi è sembrato un pochino fuori luogo il comportamento di Okita: se non ho capito male Kondou è il suo superiore. Ebbene si diverte quasi a prenderlo in giro, tanto da essere ripreso. Non mi è piaciuta molto come cosa (o forse sono di parte perchè il personaggio mi sta cordialmente antipatico).
Sempre su Okita. Souji annuisce, le palpebre abbassate a celare le iridi dello stesso colore del sencha. Che io sono ignorante è risaputo, però sarebbe bene specificare di che colore parli: non credo tutti conoscano il sencha (non è come dire "dello stesso colore dell'inchiostro", insomma)
Considerazione cretina: quando ho letto Toshizou, per un folle attimo ho pensato stessi parlando del gatto O.o, salvo poi rettificare leggendo il resto. I gatti non parlano, in fondo.
Sebbene neanche Sanosuke abbia la mia simpatia, devo dire che stavolta ha salvato la situazione, riscuotendo tanto i due conversatore quanto me (o forse è stato Shinpachi che ha avuto la brillante idea di fargli crollare le valigie sul piede). Mi sono divertita a immaginarmelo sproloquiare allegramente.
Non hai imbroccato la strada giusta, questa volta. Però ammiro come sempre la tua voglia di documentarti e le note che metti a fondopagina e chiariscono molte cose.
Sta' certa che continuerò a seguirti.
Satomi (Recensione modificata il 02/05/2011 - 09:01 pm) |