Sto iniziando a pensare che ogni singolo capitolo (o per lo meno la maggior parte) contenga in sé un'idea, di solito ermetica.
Però in questo caso l'idea prende molto spazio, addirittura due righi.
A Ermil è dato un rigo scarso, Fedor ne ha altri tre di azioni ma sono fermati dal punto.
L'idea è subito sottolineata.
Credo che questo capitolo ponga molte domande -o almeno, a me ne son venute in mente proprio tante...
Sarebbe bello sentir parlare anche Ermil, sentirlo ribattere, ma forse il silenzio fa di più, lasciando spazio al pensiero.
Così le parole di Ermil divengono infinitamente mutabili.
Complimenti per il titolo!
Credo sia una trovata meravigliosa, quasi un ossimoro tra il significato più immediato della parola e il pensiero di Fedor.
Scelte. Fa pensare a scelte solitamente volute, mai imposte. Scelte di vita, cambiamenti, decisioni ex cetera. Eppure, non è ciò che intende Fedor. È l'opposto.
Non è poi così dark, però.
La trovo solo un po' triste.
Più che altro, sono i capelli di Ermil a mo' di dark. Non so perché, ma immagino sempre la sua scura chioma come pesante, o meglio, come se gli nascondesse il volto. Anche il suo volto diventa mutabile?
Hai ragione, è un capitolo particolarmente ermetico.
Breve, eppure contiene una lunga ed eloquente idea che si sviluppa subito nella mente del lettore -almeno credo.
Decisamente migliore di storie lunghe capitoli e capitoli contenenti discorsi e discorsi -soprattutto se mal formulati sono.. er, illeggibili.
Non è facile, ma ce l'hai fatta. Euge! :)
C'è un implicito ossimoro anche nello staccarsi dalle labbra di Ermil? Fedor ha paura delle scelte?
Euge!
Proprio bella :)
P.S.: E se ci fosse una sola scelta? : ovvero quella di scegliere se subire scelte o farle?
P.P.S.: Se ho scritto un mare di stupidaggini non esitare a renderlo noto xD
A presto
R. |