Recensioni per
La prima volta che ho bigiato
di Quintessence

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
14/10/11, ore 23:24

Sono indietrissimo con le recensioni a te, me tapina... hai scritto un sacco, vediamo di metterci un po' in pari. Cominciamo da questa storia, così finiamo con Naru e non ci pensiamo più xd (e anche perché è la prima che ho trovato nell'elenco delle tue xdxd). Ti devo dire la verità: appena ho letto il titolo, la prima volta, ho subito pensato ad Usagi. Questo perché, fondamentalmente, io non guardo le note, guardo solo, di una storia, titolo, introduzione e autore, il resto non mi frega (ed è questo che mi ha permesso di leggere tutto in fandom). Ma vediamo di parlare della storia: non so se sono io che ormai lo faccio sempre o se è merito tuo, ma ogni volta che leggo qualcosa di tuo, non appena inizio, l'immagine mi si para davanti in tutta la sua nitidezza e più vado avanti a leggere più tutto si chiarifica. In effetti, all'inizio ti dicevo che era bello lasciare la suspance e far scoprire attraverso lo scritto chi fosse il tuo protagonista... ma ammetto che la tua tattica mi ispira di più :). Quando ho letto le prime righe mi sono detta "ecco, ora parla della sofferenza per Nevius e dice che è per quel motivo che bigia" ma effettivamente, non sei mai stata così scontata e non ti sei smentita neanche stavolta, Tornare indietro raccontare come Naru abbia vissuto la scuola, come si trovi entrandoci e restandoci, il fatto che non riesca a frequentarla per più di dieci giorni filati... sono tutte cose che ci aiutano a capirla come non abbiamo mai potuto fare per tutto l'anime. Forse è una Naru un po' OOC, ma dato il contesto in cui l'hai collocata è perfettamente comprensibile ed ha sicuramente più senso ciò che hai scritto tu di quello che hanno fatto nell'anime. Ma anche tu ti sei fregata xd. A quattordici anni, Naru fa la SECONDA media :P non la terza, perché il Giappone ha una classe elementare in più. Ma vabbè, a parte questo dettaglio, sul resto non trovo nulla da ridire: i suoi sentimenti e le sensazioni sono chiare, i motivi epr cui bigia anche e dalle sue descrizioni, anche gli altri personaggi acquistano vita. Mi sembra quasi di vedere la madre di naru che dice quelle parole sulla figlia, i professori che la giudicano e tutto il resto. Questo ci fa intendere la cosa più importante: il malessere di cui è vittima non è nato in seguito all'incontro con Nevius o alla sua scomparsa, esisteva già e l'incontro con questo ragazzo ha contribuito semplicemente ad acutizzarlo. E leggendo mi rendo conto che ci hai infilato di tutto, anche pezzi del live:la prima volta che l'ho letta non ci sarei arrivata mai, ora ho capito cos'è (e soprattutto DI CHI è) la canzone che accompagna Naru e sono rimasta *_*. Me la vedo proprio camminare canticchiando al canzone con la rosa appuntata. Questo partire da ancora prima dell'incontro di lei con Nephrite è assolutamente perfetto, ci permette di scandagliarla da ogni lato e tappare quei buchi che prima non sapevamo neanche esistessero. Ci hai rivelato con magnifica naturalezza come a Naru sia venuta l'idea di portare Nevius a mangiare la chococake senza che questo risultasse un plus ma anzi, il tutto si armonizza perfettamente col resto della storia rendendola più completa. E nonostante come personaggio Naru mi appaia assolutamente insignificante, grazie al tuo scritto ha acquistato una vita, un'essenza, mi fai addirittura venire voglia di andare a mangiare la chococake con lei e io NON POSSO u.u perché mi ingrasso, perché la cioccolata mi fa male e mi fa alzare la pressione e soprattutto perché lei è un anime e io no u.u.
Poi passi a parlare del periodo in ci incontrò Nevius, regalando al tutto un'aura nostalgica spettacolare. Le prime frasi di quel capoverso sono le mie preferite in assoluto di tutta la shot ci ho fatto anche la nota per la mia pagina: sono molto vere: non si programma una nuova amicizia, un nuovo amore e le cose che nella vita non abbiamo programmato sono quelle che ci sconvolgono di più, in positivo o in negativo, perché non siamo preparate ad accoglierle. E lei non era preparata a quel primo amore che aveva atteso per così tanto tempo arrivato inaspettatamente, vissuto con l'ingenuità propria di una ragazzina di quattordici anni, sofferto di più proprio perché era il primo e perché interrotto da qualcosa di inevitabile che nessuno dei due avrebbe mai potuto fermare. Ecco, però qui c'è una cosa che non capisco: all'inizio sembra che lei sappia della sua morte, che la sua rabbia sia quasi una rabbia irrazionale, quel sentimento che a volte si prova quando qualcuno ci lascia per sempre e non riusciamo ad accettarlo, ma siamo consapevoli che non dipende da noi, ma poi poche righe sotto dici che continua a coltivare la speranza del suo ritorno.... uhm... non dovrebbe aver superato quella fase? Saltando qualche riga, questa frase mi piace molto "In fondo lo ero, ero una barbona. Una persona persa. Una persona a metà. Una invisibile." è assolutamente nel tuo stile e ci fa capire il senso di incompletezza che sente Naru e che mai potrà essere colmato da altri, mai potrà essere capito da altri che prima la ignorano, la scavalcano e alla fine la scacciano.
E alla fine, nell'ultima parte, lasci posto ad Usagi, o meglio, al rapporto che Naru ha con lei al fatto che, per la prima volta, dopo tanto tempo, finalmente ha deciso di aprirsi, di non passare sola le ore in cui bigiava, sentendo il bisogno di stare con qualcuno, con la sua migliore amica, della quale ha ascoltato gli sfoghi ma con cui non è mai riuscita ad aprirsi completamente, forse per il timore di violare un segreto o di contaminare quel ricordo così speciale che aveva di Nephrite condividendolo con altri. E mi piace il fatto che anche se cerca di godersi quelle giornate a pieno, anche se cerca di sorridere, di consolare l'amica quando ha bisogno, di non pensare ai suoi problemi e di stare tranquilla, il pensiero di Nephrite è sempre presente. Mi ha fatto ridere la scena di lei che sputa l'acqua in faccia ad Umino, è per caso un segno che a te lui non piace? xdxd.
Molto bello l’ultimo pezzo in cui una Naru cresciuta valuta le cose da un punto di vista più disincantato ma allo stesso tempo meno egoista, che tende considerare maggiormente gli altri e i loro sentimenti, i loro pensieri: prima erano soltanto presenze che la attraversavano e che non aveva mai considerato molto, come loro non avevano forse, considerato molto lei, ma ora sono diventate persone reali verso le quali cova il rimpianto di non averle considerate, di essere stata anche lei per loro, solo una presenza che viveva nell’incessante ricordo di Nephrite, che non l’ha mai abbandonata e continuerà a non farlo probabilmente, ma che finalmente trova il posto che gli spetta: quello che lei aveva sempre riservato agli altri, una presenza, permettendo agli altri di viverla di sentirla davvero, di poterla considerare una persona di nuovo. Forse non sarà mai intera un’alta volta, forse non troverà mai qualcuno che la completi come poteva farlo lui, ma forse è il momento per lei, di trovare un po’ di pace.
Bella davvero questa shot, i miei complimenti, offre tantissimi spunti di riflessione :)

Recensore Master
06/10/11, ore 20:17

Wow, che altro dire!

Ammetto di essere sciocca e che il mio amore per Lei mi porta a trascurare storie bellissime che non prevedano la Sua presenza e che invece meritano tantissimo la lettura, tra cui questa!
Questa Naru è una Naru un po' diversa, o forse solamente più approfondita di quella superficiale a cui la Toei non ha dato molto spazio, anche quando lo meritava, soprattutto dopo la morte del Generale.
E' strano vedere una ragazzina che nell'anime è sempre composta e assennata, come una ragazza molto matura che si rifugia nel suo 'Mondo' e lo fa bigiando, come a voler trovare uno spazio tutto suo, isolandosi da tutti e ritrovando se stessa, sperando forse che lontano da tutti non avverta la mancanza di lui.
La chococake a metà prezzo è un elemento davvero importante e tu sei stata bravissima a descrivere la sua voglia di condividere quel dolce con lui, solo con lui; così come sei stata bravissima a far capire la differenza delle sue marinate prima e dopo averlo conosciuto.
Mi è piaciuta un sacco l'ultima parte: se apriranno un negozio di abiti da sposa, porterà Usagi e le racconterà tutto ciò che ha sempre tenuto per sé, tutto il dolore che ha dentro, anche se, come dici tu, in fondo a volte ne hanno parlato di Nephrite, ma non del suo angolo segreto dove mangiava le caramelle e beveva una soda.

Complimenti, nel tuo caso sono sempre ripetitivi ma super meritati!

Una curiosità personale: ma il nome Mamoru era stato cancellato da Makoto e sostituito con Ami dopo il viaggio in America di Mamo o dopo gli incubi?
Suppongo nella serie 5 dato che dici che avevano 16 anni.

Bacioni
Demy

Recensore Master
26/09/11, ore 22:08

Finalmente riesco a leggere e recensire questa tua fan fic. 
Naru è uno di quei personaggi dell'anime che magicamente scompare nel nulla.
La cosa che mi è piaciuta di più di questo personaggio è la sua triste storia con Nephrite, erano davvero stupendi insieme e quando lui è morto ci sono rimasta malissimo, mi ricordo ancora i pianti che mi feci. Infatti non mi è mai piaciuto il fidanzamento di Naru con Umino,  anche perchè non credo che le sia passata così facilmente, nella tua storia analizzi molto questo aspetto.
Hai descritto in modo molto dettagliato tutte le azioni e i pensieri di Naru, sono molto reali. 
In particolare mi è piaciuta molto questa frase:
"Forse le persone credevano che fossi una senza tetto, o una barbona, e a me piaceva così. In fondo lo ero, ero una barbona. Una persona persa. Una persona a metà. Una invisibile." 
Forse lo era davvero, una persona sola cerca di trovare un appiglio in qualsiasi cosa. Anche la più banale.
Sarebbe stato bello se Usagi avesse fatto ritornare Nephrite in vita anche solo per un giorno, per Naru, per mangiare la famosa  ChocoCake, sarebbe stato bellissimo.
E a questa domanda: "Posso avere nostalgia di cose non successe?" Personalmente rispondo "sì".
Per me si può avere nostalgia di cose non successe, si possono avere anche dei rimpianti, infatti io mi domando sempre cosa sarebbe successo se non mi fossi mai trasferita, come sarebbe stata la mia vita se fossi rimasta più tempo nel mio paese natale.
Per il resto, il tuo stile mi piace molto, charo e scorrevole, in certi punti di questa fan fic sembra proprio di essere nella scena.
Bravissima.
A presto 
Silvia.

Recensore Veterano
19/05/11, ore 14:07

Ho letto quasi tutto di te. Da poco ho cominciato anche a leggere "Nemesis - Stelle per tutti", però  non ho mai lasciato una recensione per paura di risultare troppo banale con i miei commenti.... Però, questa volta, la storia mi ha trasmesso così tanto che non mi importerà di risultare banale. Scrivi in un modo impeccabile! Secondo me, divinamente!!! =)
Tratti sempre dei temi molto delicati ma fortemente presenti soprattutto in questa società. In questa storia, si vede una Naru presente mentalmente ma non fisicamente. Lei osserva con attenzione tutto quello che ha intorno, mentre il mondo, non si accorge minimamente di lei. L'unica, forse, che non la estrania dal mondo è proprio Usagi. Ho notato questo soprattutto quando hai scritto questra frase:

"Forse le persone credevano che fossi una senza tetto, o una barbona, e a me piaceva così. In fondo lo ero, ero una barbona. Una persona persa. Una persona a metà. Una invisibile. Qualcuno mi scavalcava senza chiedere scusa, e io non mi lamentavo mai; era curioso come le persone vedessero solo una parte di me, come io vedevo solo una parte di loro."

Naru è invisibile agli occhi della gente, e anche agli occhi dei suoi stessi amici. Credo sia questo il motivo che poi la porta ad isolarsi da tutto e a non parlare con nessuno dei posti che frequentava quando bigiava. 
Mi è scesa qualche lacrimuccia quando lei ha parlato di Nephrite.... E' stata una parte che nell'anime ho amato molto, ma che è stata abbandonata con molta velocità visto che Naru non era uno dei personaggi principali. Hai descritto tutta la sua sofferenza e il rimpianto per non aver mai conosciuto a fondo quel ragazzo che amava molto e che è scomparso per sempre!
Credo sia una recensione un pò lunghina!!! XD Perdono!!! Però questa storia mi è piaciuta troppo!
A presto!
Dudy

Recensore Master
17/05/11, ore 15:36

Diciamo che questa storia è un particolare, forse perchè la protagonista è Naru che via via diventa sempre più marginale nell'anime e alla fine si conosce molto poco, nonostante sia presente dalla prima serie.
E' una storia molto malinconica e posso dire che da come hai descritto Naru e i suoi pensieri e sentimenti, mi sembra di conoscerla un pò di più.

Vorrei avere una foto su cui piangere, o se non altro una foto per trattenere il suo ricordo vicino a me, visto che oggi il suo viso sbiadisce lentamente nella mia memoria, scivola via come l'acqua e non riesco a trattenerlo, e ho paura di dimenticare, o di sostituirlo con quello di qualcun altro. 
Questa parte mi è piaciuta molto!

Tanti complimenti!

Lulu

Recensore Veterano
17/05/11, ore 15:09

Dunque, ammetto che è......stana.
Forse perchè non sono abituata a concentrarmi su Naru (e non ho la più pallidea idea di che fine abbia fatto nell'anime) e sul suo dolore, forse perchè poi ho dato per scontato che si sia messa con Umino, anche se mi ha sempre fatto ridere considerarli come coppia.
Però è una bella storia, colma di rimpianto: quante volte ci siamo detti che avremmo dovuto dire o fare una certa cosa, poi mai fatta? E quante volte abbiamo rimpianto di non poter più tornare indietro nel tempo e finalmente fare quel che ci eravamo proposti?
Tante? Poche? Ad ognuno la sua risposta.
La mia è: meglio rimorsi che rimpianti.
Ne ho uno solo, di rimpianto, del tutto personale. Ed anche il mio, non più riparabile, perchè anch'io ho perso qualcuno a cui non ho fatto a tempo a dire "ti voglio bene". Ma so che è il corso dela vita, che non si può arrestare. Al massimo possiamo solo lasciarci trasportare dalla corrente, come fa Naru.
Io non ho mai saltato scuola. Mai. Ho cominciato a saltare qualche lezione con l'università, quando ormai il senso di colpa non aveva più motivo di essere per via della non-obbilgatorietà. Prima ero sempre (troppo?) ligia al mio dovere e piacere di studentessa, ora se ho voglia salto la lezione di dottorato e me ne vado a fare un giro.
Mi sta venendo voglia di entrare nello scritto e abbracciare Naru, per poi dirle di non lasciarsi vivere: forse il vero amore è per una volta sola, ma la vita riserva così mille sorprese e così mille cose belle, che ne vale la pena.
Wow, mi hai fatto fare pensieri così profondi ad un orario in cui di solito muoio dal sonno...è un miracolo!
kià