Non male questo excursus sulla vita della protagonista, come il mostrare la nascita in lei di sentimenti antifascsti anche nei cosidetti (per usare un'espressione cara a De Felice) "anni del consenso", oltre (da un punto di vista più personale) al non condividere i propositi dei genitori di vederla sposata al più presto, magari a qualche giovane virgulto del PNF (e a quanto pare tale atteggiamento ha decisamento poco giovato ai destini familiari), interessnate anche il passaggio sulla chiamata alle armi del fratello(c'è però una cosa che non ho capito, il mittente era ancora il Regio Esercito, oppure, dopo i fatti dell'8 settembre, era il costituendo esercito della RSI di Graziani?)che deve essere stato un altro segno del suo mondo che oramai stava crollando, stretto nella morsa di eventi troppo più grandi di lei
Infine mi smbra ben scritto il momento in cui lei decide insieme al fratello di combattere in armi gli occupanti stranieri e i loro servi italiani, e di lasciare la loro città per unirsi ai partigiani.
In definitiva, potrei dire che anche questo capitolo non è male, peccato che vi siano delle parti tra <> nelle quali purtroppo non è riportato il testo.

Leggi la risposta dell'autore

Mi sembra che tu abbia ben descritto l'ambiente spoglio e certo non invitante nel quale si trova la protagonista, come di cominciare la narrazione dal risveglio della stessa, che evidentemente lascia i suoi sogni per ritrovarsi in un incubo, non formato però dalle immaigni distorte del lavoro delle sinapsi ma da quello che hanno fatto dei suoi simili (uno di questi tra l'altro si comporta in maniera decisamente poco urbana nei suoi confronti, affermando di provare un dispiacere tutt'altro che sincero, evidentemente considera la prigioniera poco più che una cosa parlante, anzi, anche peggio, dato che ha osato mettersi contro di lui, il suo paese e il suo regime), carina nella sua drammaticità la scena della consumazione del poco cibo offertole, certo, potrebbe sembrare assurdo mangiare roba sì poco allettante quanto ormai si ha solo qualche manciata di ore da vivere, ma forse proprio in momenti come questi emerge prepotente il bisogno di soddisfare i bisogni primari della persona, in un atto di suprema e coraggiosa indifferenza verso tutto e tutti.
Lodevole infine la scena con cui si chiude il capitolo, il tentativo di lasciare memoria di sè affinché quello che ha fatto non venga perduto presso i posteri è in questo caso qualcosa che va oltre l'aiuto per il lavoro degli storici del fututo, ma un messaggio verso i posteri, per mostrare loro quanto coraggio, fermezza e decisione hanno avuto uomini e donne in quei momenti così tristi per i destini patrii.

Ehi....ciao :) come inizio sembra interessante...questa storia parla di un argomento molto delicato cioè la seconda guerra mondiale..solo una domanda perche alla data che ha scritto la ragazza l anno è il 1994?
leonedifuoco

Leggi la risposta dell'autore