E tutti vissero felici e contenti, cavalcando una nuvola rosa fatta di arcobaleni e splendidi cuoricini.
Apprezzo il tuo tentativo di trovare un lieto fine per un libro che non è finito nel migliore dei modi, ma sinceramente il risultato finale mi è sembrato banale, scontato. Insomma, la vita non è un film tutto unicorni e arcobaleni, nella vita le tragedie succedono eccome! Ed è questo che mi ha fatto innamorare di questo libro: la passione, sì, ma soprattutto lo struggimento, la continua ricerca di una felicità che sembra non arrivare mai, essere impossibile. Perché Mia è umana, così come lo è Nina, e i morti non si ritrovano sull'altro lato della costa, i morti sono morti e ce ne facciamo una ragione.
E' un finale inverosimile quello che tu hai descritto: Mia si risveglia dal coma e tutti sono felici, contenti, vivi e vegeti .
Per quello che penso io, il lieto fine non è sempre un anello e la felicità di tutti quanti. Secondo me il lieto fine è un concetto che andrebbe umanizzato e reso in chiave diversa da quella delle favole: il lieto fine è l'accettarsi e accettare, costruire nuove fondamenta sui resti dell'assenza, imparare cos'è il dolore così da riuscire ad apprezzare interamente l'amore e le cose belle della vita.
La bellezza di 'Innamorata di un Angelo' secondo me, sta proprio nel continuo ricordo del dolore, nelle risate mischiate alle lacrime e nella capacità dell'autrice di farci amare i personaggi così tanto da bagnare il libro di lacrime alla fine di tutto.
Sono sicura che tu hai scritto questo racconto in buona fede, cercando di regalare alla storia il suo lieto fine ma vedi, nella vita così come nei libri, le cose migliori sono le imperfezioni.
Ti consiglio vivamente di leggere il secondo libro.
Un saluto,
HF. |
