Recensioni per
L'aridità umana del mio cuore.
di Pinguino a pois

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
08/02/12, ore 11:57

Davvero bella e profonda questa original.
Interessante la trama, la povera Gemma che consuma i suoi ultimi giorni esaurendosi come una fiammella priva ormai di combustibile rende immediata la precarietà della vita, la sua unicità e il dolore che ne scandisce la quotidianità tormentata.
L'ombra della morte e della malattia, che avvolgono insisntentemente le emozioni del racconto, testimoniano di quanto l'empatia umana diventi più marcata davanti all'evento che pone fine alla vita.
Mi complimento con l'autore per i contenuti e la forma usata per esprimerli, che suscita nel lettore un forte  sentimento di nostalgia, accompagnato in molti punti da eleganza e delicatezza che comunicano immediatamente quanto la morte strappi, ingiustamente, tutto quello che un tempo é stato vivo, é stato pieno di fascino, per condurlo tristemente alla trasformazione eterna in polvere.  

 Arsenico

Recensore Junior
21/08/11, ore 22:04

Sinceramente? Sono molto stupita che questa storia, a mio avviso bellissima, abbia ricevuto così poche recensioni. L'ennesima dimostrazione dei brutti scherzi che a volte gioca il grande Dio Efp. Si, esatto, la mia spiritualità l'ho trovata proprio qui. Triste, dirai. Eppure mi pare di crescere ad ogni storia degna di essere chiamata tale che leggo, che apprezzo e con cui mi confronto. Trovo che questo sito sia un piccolo, grande mondo in cui tantissime persone provenienti da chissà quali posti e da quali contesti mettono un po' di loro su una pagina di Word e la condividono con il mondo. Senza timori, siamo quasi tutti in incognita, nessun famigliare ci guarderà in modo strano, nessuno ci compatirà, nessun amico invadente commenterà senza riguardo quelle che sono parti di noi. Okay, forse mi sono fatta prendere un po' troppo la mano. Mi sono appena accorta che tutto ciò c'entra poco e niente con la tua storia. Anzi, diciamo pure un niente tondo tondo. Comunque tornando alla tua OneShot, appunto, l'ho trovata veramente molto coinvolgente e toccante. Una trama praticamente piatta, riassumibile con una frase, eppure così colma di riflessioni profonde e brillanti. Nulla di originale e credo lo sappia tu stesso: un ragazzo in bilico tra l'adolescenza e l'età adulta che scopre il mondo bruscamente, senza essere stato prima avvertito del grande impatto. Tema trattato e ri-stra-trattato ma che tu hai saputo rendere speciale, illustrandolo con dei mini episodi che mi sembrava di avere davanti agli occhi, come delle immagini flash. Oltre al fatto che il tuo stile è piacevole e scorrevole, ogni frase è curata, scritta per trasmettere una determinata sensazione, posizionata al punto giusto. Un'altra cosa che ho apprezzato è stata che sei riuscito a non appesantire delle riflessioni piene di significato che non mi erano nuove, ma che difficilmente avevo percepito così facilmente.
Tra i passi della tua storia che mi sono piaciuti di più, ci sono senz'altro la visita a Gemma (naturalmente anche la sua breve descrizione iniziale) e i pensieri del protagonista sul "risveglio" dal torpore.
Il finale è anche molto bello. Lascia la giusta amarezza di una storia triste che però riesce ad andare oltre al fatto in sé, senza soffermarsi troppo sulla tragicità del momento.
Ti faccio quindi i miei complimenti sia a livello di scrittore (non ho fatto gaffe sul sesso, vero?) ma anche dal punto di vista "morale", in un certo senso.
Un bacio, a presto :D
Ps: ti dirò, la tua storia mi ha fatto ricordare un bellissimo libro che ho letto in due giorni, uno dei quali la notte della vigilia di natale (dal manuale: come rovinarsi il natale con letture strappalacrime), si intitola Bianca come il latte rossa come il sangue. Lo conosci, lo hai letto?

Recensore Junior
05/08/11, ore 16:27

Salve Pingu-kun,

ho letto subito l'original ma avevo bisogno di tempo per metabolizzare a dovere i contenuti. Non é stato semplice seguirti perché la trama é davvero molto "densa", direi straripante di emozioni, così ho aperto gli "appunti virtuali" perché ci sono diverse frasi su cui mi vorrei, anzi obbligatoriamente mi dovrei concentrare.
La prima é proprio quella su Gemma:
Ecco, io sono il principio...
[Apro una piccola, inutile digressione: ti confesso che, a primo impatto, soprattutto in queste righe iniziali, non ho ben capito se il punto focale della trama fosse una persona o un fiore. ^^'''
Mi son detta: Oddio, una filippica sull'inquinamento globale! Per fortuna il tema era ben altro; chiusa digressione stupida.] 
Questa é la frase più bella della storia intera perché, a mio avviso, racchiude per intero la fragilità dell'esistenza, non quella umana ma della vita in generale, dell'unicità di chiunque abbia la fortuna di nascere, e della disperazione che ci affligge tutti quando capiamo che, in un modo o nell'altro, la fine del nostro ciclo vitale si sta inesorabilmente avvicinando. 
Avere una seconda opportunità: tipico desiderio di tutte le specie intelligenti temere la morte fino alla fobia più nera, e sperare, e "pregare" per avere una seconda opportunità.
Serve a poco, prima o poi la morte scende su noi comunque.
Quanto valore può avere posticipare? 
Tanto, se non si ha avuto il tempo di realizzare qualcosa; tantissimo quando si ha avuto a malapena modo di affacciarsi alla vita. Come la povera Gemma.
Questa frase mi piace tantissimo proprio perché hai saputo sintetizzare, economizzando al massimo le parole, il cruccio principale di ogni essere vivente e lo hai espresso con una tenerezza così disperata da far spuntare immediatamente le lacrime agli occhi. Mi complimento per questa tua abilità di sintesi ed eleganza insieme, e ti dirò sinceramente anche questo: recensire una storia di questo tipo non é affatto facile!
Altro punto che mi ha davvero colpita: la tua rabbia, condita da un potente sentimento d'angoscia e impotenza che la smorzano fino a renderla un sottile fruscio di fondo, che permea il racconto dall'inizio fino alla fine. È velata, quasi impalpabile, ma io credo di sentirla. Mi sbaglio?
La seconda memorabile frase è subito sotto. Direi che l'intero capoverso, a partire da "Non gli fu..." é un capolavoro perfetto di ironia e blasfemia compulsiva. Inutile dire che sono perfettamente d'accordo con te e, in quanto atea, trovo davvero ridicolo giustificare la morte di una persona giovanissima con la scusa che qualche Dio con un macabro senso dell'umorismo la voleva su in alto, accanto a lui. È così difficile accettare che siamo fragili esseri viventi e che la malattia ci può sorprendere ( e uccidere!!!) in qualunque momento?
Si, é terribilmente difficile. Anzi, é una verità raccapricciante e inaccettabile. Ma, miseria! Rimane pur sempre la verità.
La tua storia mi ha ricordato Lucifero, interpretato da Al Pacino in " L'avvocato del Diavolo" ^^. 
"Con sommo gaudio mette sotto sopra la zolla di terra." XD Questo è così vero che fa paura. Ma almeno è sdrammatizzato da una vena satirica che lo rende sopportabile. 
L'ironia è davvero la nostra unica difesa. 
"Forse dovrei darmi alla meditazione... sono sempre stato un po' isterico." Bellissima immagine nella quale mi specchio meravigliosamente; sembra la descrizione del mio profilo psicologico.
"Quando penso a quel periodo criticamente, constato sempre con un certo amaro in bocca quanto era arido il mio cuore."
Non so quanto il tuo cuore fosse arido allora; penso sinceramente che scrivere per qualcuno che "non é più" sia un pensiero dolce e molto romantico. Penso anche che occorra sensibilità per affrontare in un testo un tema tanto complesso, e per analizzarlo a fondo e non perdersi in divagazioni fuorvianti son necessarie spiccate doti di sinteticità, e pragmatismo per restare connessi al mondo reale e non sprofondare inutilmente nella filosofia spicciola (come faccio io quando recensisco XD).
Il protagonista del racconto si ritrova a frequentare una gemma che sta per sfiorire ed il suo interessamento nasce proprio in concomitanza della la sua "caduta" imminente. Mi chiedo: era interessato davvero a lei o piuttosto a tutto ciò che lei rappresentava? Il suo dolore era motivato solo dall'ingiustizia subita dalla ragazza, o era acuito dal desiderio morboso di guardare in faccia una morte che non risparmierà nessuno? 
Un primo contatto con la morte. No, non il primo, ma sicuramente il più significativo, quello più scioccante. 
Niente è più scioccante della malattia che trascina alla morte; che risucchia la vita come un buco nero che ingoia la luce. 
Mi ha molto colpita questo dettaglio della tua storia. Gemma era giovane e bella, era intelligente e suonava il piano. Sicuramente aveva tutte le carte in tavola per farsi "amare", per sedurre, ma il protagonista del racconto, che pure ammette di essere un adolescente in balia di impazziti e furiosi ormoni, la incrociava sulle scale e le passava accanto quasi con indifferenza. 
L'interesse nasce dopo. Nasce perché la vita sta sfuggendo, ed é questo il solo momento in cui la può ammirare in tutta la sua unica, straziante bellezza? Oppure perché quello che teme di più, che temiamo di più -essere strappati al ramo prima di aver colto il senso della nostra vita- si sta verificando a due passi dalla sua camera? 
Scusa se mi permetto queste osservazioni e ti garantisco che io le rivolgo anche a me stessa, tutte le volte che, sfortunatamente, divengo testimone di situazioni simili a quella che hai raccontato. E non sono assolutamente critiche, le mie, al tuo modo di affrontare il dolore; solo un tentativo di comprendere quanto é profonda l'empatia umana se paragonata all'egoismo che ci concerne tutti. 
Perché anch'io, come te, sono cinica arida ma in più sono anche schifosamente materialista. Perché la differenza fra la vita e la morte si riduce ad un muscolo che pompa sangue e ad un cervello che sinapta, contro un corpo inerte ed in procinto di disfarsi in carne decomposta. 
Allora, é questa davvero la sola barriera che ci separa dal nulla? 
Infine, cos'é la vita?
La parte che segue nel testo é davvero magnifica, perché il protagonista decide, umanamente, di fare quello dovremmo fare tutti, cioè di continuare ciononostante. Continuare cosa? Semplicemente a vivere. Dice di non aver maturato nuove certezze e di non aver trovato qualcosa a cui aggrapparsi.
Parla di verità illuminante! Ecco, qua io non sono assolutamente d'accordo. Non condivido e sai perché? Mi spiego.
Il protagonista vive con un coinvolgimento emotivo intenso degli avvenimenti che avrebbero potuto restargli indifferenti, e gli analizza con una consapevolezza interessante per un ragazzo della sua età. In questo emerge una personalità non fragile ma sensibile, non imperfetta ma intelligente, che lo porta a comprendere che non c'é nulla da fare perché la vita segue comunque il suo percorso, a prescindere da quante inutili lacrime versiamo, e con l'atteggiamento disincantato tipico di chi é troppo razionale per aggrapparsi ad inutili falsità. 
Quindi non solo l'esperienza lo cambia e lo fa maturare, ma lo aiuta a trovare il suo percorso. Infatti raggiunge una certezza, arriva ad un compromesso con se stesso e con la propria paura: se la morte é ineluttabile e imprevedibile, che almeno io possa affrontarla senza rimpianto.
"La morale borghese del bene e del male non fa per me". A mio avviso non fa per nessuno, è che purtroppo la comunità sociale in cui viviamo ci impone rumorosamente un sentimento comune, cioè che la vita sia qualcosa di più di quello che in realtà è, e confondendoci la mente quasi riescono a farci perdere di vista la cosa più importante: l'interpretazione soggettiva di noi stessi e di quello che ci circonda. 
La società opta per una "visione di massa", in modo tale da governare il gregge e portarlo a ragionare come vuole. Se sai come ragiona la gente la puoi manipolare, la puoi usare. Ma se il concetto di vita, di morte, fossero meno morali e più realistici e rispettassero maggiormente la natura di ciò che è mortale, ognuno svilupperebbe il suo modo, la sua visione, non ci sarebbero stereotipi e le persone sarebbero più incontrollabili, quindi più libere. 
La morte di Gemma arriva in un giorno come un altro, e in maniera naturale. La vita finisce semplicemente, in un attimo l'unione perfetta di due cellule svanisce e il ciclo ricomincia, riparte con la distruzione di materia organica e trasformazioni chimiche. 
Impossibile da accettare?
Bellissimo racconto, scritto benissimo, per nulla scontato e coraggiosamente diretto. 
Complimenti, mi hai fatta commuovere.

Bacio.

Hermosa

P.s. Okkai... questa recensione é mostruosamente lunga. Se vuoi la spezzo in dieci parti e te la posto a puntate :D
Che battuta spiritosa... avvisami quando sarai vecchio -con la prostata gonfia XDXDXD- e avrai finto di lggerla se ho scritto troppe stupidaggini. Me lo dirai davanti alla tomba, perché considerata la differenza d'età sarò carne per vermi da un bel pezzo. ^^ che schifo ^^