Preparati al peggio, perché dopo aver profuso energie e perduto molti dei pochi neuroni intelligenti che avevo lanciandomi in una recensione appassionata e scritta con veemenza, è saltata la luce e addio commento, quindi sono moooolto calma. Io già di mio sono tutto tranne che dolce e carina, ma adesso una furia omicida cieca mi porterebbe naturalmente ad appendermi ad un lampadario come una scimmia, mi astengo dal farlo solo per non dover poi riparare ai danni derivanti dalla rovinosa caduta per terra del lampadario.
Chi sono queste persone che ti hanno detto che non si capisce bene? Per fortuna non le conosco, se no andrei personalmente a far loro visita e non sarei affatto gentile, anzi!
Ma cerchiamo di andare oltre e contenere questo afflusso al cervello di odio per persone e sovraccarichi di corrente.
La spiegazione dettagliata del testo che hai fornito alla fine, ha rovinato il lavoro eccezionale che hai fatto scrivendo questo componimento così profondo. Oddio, l’elaborato non ha perso niente in significato e importanza, ma la spiegazione per ritardati finale ha smorzato tutta l’euforia che avevo accumulato dopo aver letto questa meraviglia di incomparabile qualità.
Ammetto di essere una persona sui generis e lo dico in senso negativo, ma già dall’inizio della lettura era chiaro di trovarci di fronte ad un bambino spaventato e in stato di shock per la violenza inaudita della quale era spettatore suo malgrado, anzi ti faccio infiniti complimenti, perché hai dato origine a pensieri inconcludenti, inspiegabili e privi di fondamento logico, tipici di un bambino che si trova coinvolto in situazioni che non può comprendere.
Il piccolo Sasuke, infatti, non riuscendo a dare una spiegazione razionale a tutte le atrocità a cui stava assistendo – limite dettato dalla giovanissima età – ha assorbito il male che stava respirando e ne è rimasto talmente turbato, preda di un forte stato di shock, da introiettarlo per intero, al punto che la sua stessa personalità è andata plasmandosi sulla base di quanto aveva interiorizzato. V’è poi da dire che Sasuke è stato amato e ha amato a sua volta, sentendosi protetto in quel suo mondo fatto di onore e certezze e vivendo emulando l’adorato fratello Itachi, ma la notte incriminata sono cambiate tutte le sue prospettive. In una sola notte, per il bambino tutti i sentimenti inerenti la sfera dell’affettività hanno assunto una connotazione diversa, ambigua, in netto contrasto con l’idea che si era fatto quando ancora il suo mondo non era stato stravolto. Sasuke venerava suo fratello e sapeva quanto egli fosse legato al clan e alla famiglia, l’aver quindi assistito allo sterminio e alla trucidazione dell’intera famiglia per opera dell’amato Itachi, ha turbato la sua giovane mente sconvolgendola completamente e sovvertendo tutto ciò che fino ad allora aveva reputato certo e sicuro. Il male assimilato è diventato la sua nuova sicurezza, perchè quel che ha vissuto quella notte niente potrà mai portarglielo via e adesso è il suo ago della bilancia, l’elemento da cui partire per comprendere quel che è stato prima di allora – confutandolo e ricusandolo completamente – e il punto fermo da cui partire per giudicare e decretare il concreto e l’effimero in futuro.
Ebbene, il piccolo Sasuke aveva un’indole buona, sapeva amare e viveva con fierezza l’appartenenza agli Uchiha e in particolare l’essere il fratello del grande Itachi, ma è stato catapultato improvvisamente in una realtà in cui Itachi uccide gli amati familiari e questa insensatezza l’ha traumatizzato e l’ha destabilizzato, bloccandolo in quello stato di impossibilità.
Naruto, a parer mio, ha scorto l’indole di Sasuke e gli si è affezionato, mosso anche dalla comprensione della solitudine provata dal ragazzino, perché sentita sulla sua stessa pelle, ma la differenza sostanziale tra i due consiste in un nodo cruciale: Naruto non ha mai conosciuto la sensazione di amare ed essere amato da bambino, l’ha scoperta crescendo e appartenendo alla squadra di Sasuke e Sakura, i quali sono divenuti i suoi primi compagni e i suoi primi amici, la sua prima famiglia insomma. Sasuke, invece, conosceva da piccolo questo calore, ma all’improvviso esso non ha avuto più il significato di “amore” e “affetto”, perché Itachi che amava ed era amato si è macchiato di quella colpa grave, mettendo in discussione ogni sicurezza dell’allora fratellino.
Adesso Sasuke, sebbene nutra affetto profondo per Naruto, non può semplicemente abbandonarsi all’affettività dirompente che lo scuote dentro dilaniandolo, è bloccato; questi sentimenti non possono essere il punto d’incontro tra sé e Naruto, perché egli non può dare ad essi lo stesso significato che vi dava un tempo, quando ancora era un bambino felice e protetto dalle sue sicurezze incrollabili, ma che alla fine sono crollate all’improvviso in una notte, lasciandolo solo e in balia del male divagante attorno e dentro di sé.
Avendo intrapreso la lettura di questo scritto, ho subito incontrato un Sasuke bambino per il quale ho provato una tenerezza adirata e una rabbia afflitta, qui gli ossimori hanno davvero il senso letterale che vi ho dato, perché leggendo sono stata colta da una pluralità di sentimenti contrastanti. Ad un certo punto, però, c’è stato uno stacco – l’immagine del protagonista - che ha smorzato il pathos, ma proseguendo con la lettura ne sono stata contenta, perché ho ritrovato un Sasuke cresciuto fisicamente, ma psicologicamente devastato e fermo alla notte incriminata, quando ha abbracciato il male perché questo è diventato la sua unica forza, il suo tormento ma anche il suo rifugio, proprio perché sicuro.
Ti devo fare infiniti complimenti per aver tratteggiato in un modo così completo e profondo Sasuke, un personaggio che non tutti capiscono appieno e che viene etichettato come “rancoroso”, quando invece è uno sventurato, incapace di ascoltare la voce dei sentimenti perché il solo legame che ha con la famiglia, con il suo passato e con le figura di Itachi, è "la voce del male" che ha nella sua testa. Wow! Complimenti assai! Ti meriti anche un’ovazione!
Bene, adesso la chiudo qui e mi scuso per la recensione penosa, ma l’aver formulato un nuovo commento dopo che il precedente era andato perduto, ha fatto venir fuori questa cosa pietosa.
Scusa, ma tornare a commentare in un altro momento non l’avrei fatto, perciò pazienza.
Sei stata bravissima!
P.S. Non rileggo quel che ho scritto, perchè onestamente questo commento è nato male e sta morendo malissimo, infatti adesso ma fa direttamente antipatia-.- |