Non è facilissima, eh, però ci provo lo stesso, specie perchè leggendola mi sembra che le parole mi suonino tanto familiari.
Immediatamente mi ha riportato alla mente l'immagine del Conte Ugolino che rosicchia il cranio dell'arcivescovo (il suo canto è il mio preferito di tutto l'Inferno) e probabilmente i sentimenti che qui animano l'io lirico sono in parte simili ai suoi. Odio? Sì, certo, ma non è così semplice. Per quanto chiusa e densa, come poesia, insieme all'astio lascia trasparire anche dolore. Probabilmente nel leggerla in quest'ottica ne sto stravolgendo il significato che ha per te, eppure non mi riesce di non considerare anche quest'altro aspetto: sotto immagini crude (le ossa, i denti, i rimandi all'atto del masticare) vedo una tristezza dolorosa.
Davvero complimenti, ti trovo molto brava. |