Recensioni per
Lullabies - L'Arte della Rosa
di Aleena

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/01/15, ore 20:35
Cap. 4:

GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL CONTEST «CHILDREN OF THE NIGHT»
«LULLABIES - L'ARTE DELLA ROSA» DI ALEENA (RELEESHAHN)
Ricordo la mia vecchia vita. Il vento inframmezzava ogni cosa, un vento freddo e persistente. Sembrano passati secoli da quella ragazzina, da quella casa. Soffiava dalle montagne, portandosi dietro l’eco dell’inverno eterno ed il sapore di una terra lontana, appena oltre i monti. Ha accompagnato tutta la mia vita, quel vento.

- Sviluppo della trama e dei personaggi
Si potrebbero dire tante cose di questa storia, ma vorrei partire principalmente dal modo in cui tutta la trama è stata sviluppata.
Con una cura maniacale dei dettagli, si delinea davanti agli occhi quella che risulta essere la crescita fisica ed estetica di una fanciulla che, restando per lo più imprigionata nelle mura domestiche - un po' come un fiore raro che viene conservato in una serra, uno di quelli che magari fiorisce di notte o sboccia una sola volta nella vita prima di appassire e morire -, ha ancora la mentalità di una bambina, che comprende a volte il male del mondo ma sembra comunque pensare solo e unicamente a se stessa, peccando di egoismo; non la si vede, difatti, dispiacersi molto per la sorte dei suoi genitori, né tanto meno per la sorte della sua gente, ricacciando indietro chiunque possa rappresentare un pericolo per lei e la sua bellezza.
Parlando un po' di lei, di primo acchito può sembrare terribilmente odiosa per il modo in cui si comporta e per come si rapporta con il resto del mondo e della sua controparte maschile, che sa di essere bella e che, ancor prima di divenire una vampira, utilizza il suo fascino per ammaliare e confondere, intrigare e portare uomini maturi e vecchi alla perdizione. Si tratta di una ragazza cresciuta nel lusso e nella bambagia, una ragazza che aveva tutto ma al contempo non aveva nulla, proprio per questa mancanza di amore e attenzioni che dovrebbero avere i bambini nella loro tenera età; dato il periodo in cui la storia si svolge, non ci si dovrebbe nemmeno meravigliare di come prendono piede determinati comportamenti e di come voglia essere sempre bella e impeccabile, forse comandando un po' persino, e si lascia andare del tutto proprio quando i suoi genitori, i quali l'hanno per l'appunto cresciuta e curata come un bel fiore - ma un fiore, per non seccare, ha anche bisogno d'amore, e la ragazza, qui, mi è sembrata un po' marcia dentro per questo affetto mai regalatole dal sangue del suo sangue -, muoiono di peste e lei diviene la posseditrice di tutto.
Qui comincia la sua nuova vita e la vediamo ricercare quelle attenzioni che non ha mai ricevuto, cibandosi degli sguardi e abbeverandosi dei complimenti a lei rivolti, e in un certo qual modo ho trovato questi accostamenti confacenti alla sua figura di vampiro, per quanto si conservi ancora umana fino all'arrivo di quello straniero che intravede al funerale dei suoi genitori e che poi, alla seconda ondata di peste, lei stessa va a cercare; diviene una tela perfetta nelle mani di un artista, un quadro che resterà giovane per sempre, ma resterà comunque sola con la sua arte come unica compagnia, giacché le è stato negato persino il piacere di rimirarsi allo specchio come ha sempre fatto.
Una triste e assurda ironia, da questo punto di vista. Lei, che ha fatto della sua bellezza e della sua vanità una sorta di ragione di vita, una sorta di credo che ha seguito fedelmente e che l'ha fatta maturare e sbocciare come un fiore, potrà conservare quella sua bellezza per l'eternità ma non potrà più rimirarla, nemmeno negli occhi di chi potrebbe cantare le sue lodi prima di diventare cibo per il suo corpo e la sua mente; resterà giovane e bella per sempre e non potrà bearsi di come gioielli e perle, di come abiti sfarzosi e ricami le stiano bene addosso, un'eterna bambolina che guarda il mondo attraverso i suoi occhi vitrei e regala alla gente il suo visetto di porcellana, senza poter però far nulla per compiacere se stessa con la sua stessa immagine.
Poco si può dire, invece, del co-protagonista, solo un'ombra che lascia una breve scia del proprio passaggio e di cui si ignora a propria volta il nome, divenendo solo una figura evanescente vista con gli occhi della fanciulla; oltre a lei che è la narratrice, si sa un po' poco di tutti ed è dunque difficile delineare un vero e proprio profilo, ma quel che viene narrato regge, si capisce, lasciando la sensazione di una visione egoistica del mondo e di una vanità che non ha fine nemmeno quando il suo idilliaco mondo si frantuma a poco a poco, per la prima e per la seconda volta.
L'ho trovata una storia emblematica e ricca di particolari e retroscena, e, anche se forse in alcuni punti mi sarei soffermata a spiegare qualcosina di più - magari immergendoci maggiormente nella psiche di lei, nel suo carattere infantile, nel suo essere così ingenua e nel suo gettarsi fuori dalla protezione delle mura solo per rincorrere una diceria su quello che si rivela essere la creatura della notte di cui poi diventa sposa -, aveva i suoi perché e quasi tutti sono stati spiegati.
Dico quasi, perché c'è la partenza improvvisa del vampiro che viene liquidata così, con due semplici parole. Dato il modo in cui si sono legati entrambi nel corso di quegli anni, mi aspettavo che almeno qualche parole di spiegazione gliela desse, poiché non si può liquidare la cosa dietro la scusa che fosse una specie di artista nomade che ricercava l'arte in ogni dove; non dico che lei avrebbe dovuto seguirlo - o magari sì, in fondo che le costava? Avendo la vita eterna, almeno avrebbe visto il mondo e non si sarebbe confinata nella sua piccola serra -, però ci avrei giusto speso qualche parolina in più per diradare possibili dubbi che sarebbero potuti venire fuori, proprio come sono venuti a me.

- Stile, sintassi & grammatica
Ciò che mi è balzato subito all'occhio, è stato il tuo mettere molti punti fermi e delineare i periodi giusto con un po' di virgole, senza osare e senza allungarle più di tanto; le frasi risultano dunque semplici e concise e, sebbene questo non sia un errore, rendono un po' lentina la narrazione, senza darle il giusto ritmo che avrebbe potuto avere per una storia così introspettiva.
Inoltre a volte, per quanto si voglia dare alla storia un tono aulico e un po' antico, le frasi stonano comunque nel resto del contesto e sembrano dunque artificiose, quindi eviterei di cambiare la posizione delle parole e dei verbi e proseguirei semplicemente nel normale stile di narrazione o, se proprio si vuole usare questo tipo, cercare di amalgamarla con tutto il resto del testo senza però strafare comunque.
Per il resto, lo stile, a parte qualche svista, è pulito e riesce a far figurare le scene dinanzi agli occhi, così che il lettore possa ritrovarsi all'interno della storia e immaginarsela passo dopo passo, immergendo il tutto in un mondo dal sapore del passato e con l'incombenza iniziale della peste.
Qui di seguito, ti appunto giusto un paio di cose che ho notato e anche alcuni passaggi evidenziati pocanzi:

e passeggiandovi il nitrito dei cavalli → e, passeggiandovi, il nitrito dei cavalli
Per il mio quattordicesimo compleanno mio padre mi regalò → Per il mio quattordicesimo compleanno, mio padre mi regalò
→ “fu”, graficalmente è anche più bello a vedersi
Accanto alla mia stanza da letto ne trovai una con un caminetto → Accanto alla mia stanza da letto, ne trovai una con un caminetto
Perfezionai tutte le mia → Perfezionai tutte le mie
non c’erano dottori in grado arginarla, né incendi in gradi di distruggerla → non c’erano dottori in grado di arginarla, né incendi in grado di distruggerla
La più nobile delle creature hanno generato → Magari volevi dare un senso fintamente aulico ma, dato il modo in cui si esprime al principio, trovo che “Hanno generato la più nobile delle creature” suoni meglio e più leggibile
Era l’occhi del ciclone → Era l’occhio del ciclone
molti furono i pretendenti alla mia mano → i pretendenti alla mia mano furono molti
C'era uno straniero venuto d'oltremare al funerale dei miei genitori. → C'era uno straniero venuto d'oltremare, al funerale dei miei genitori
Riparato da un manto lungo osservava sotto la pioggia, glaciale ed indifferente, lo svolgersi del corteo. → Riparato da un manto lungo, osservava, glaciale ed indifferente, lo svolgersi del corteo sotto la pioggia
Nelle mie oniriche fantasia mi si avvicinava → Nelle mie oniriche fantasie, mi si avvicinava
lieve dapprima → dapprima lieve
Man mano tutti i miei nobili cominciarono ad impallidire e vennero esiliati nel mondo di dolore al di fuor → Man mano, tutti i miei nobili cominciarono ad impallidire e vennero esiliati nel mondo di dolore al di fuor
Distrussi lo specchio quella notte → “Distrussi lo specchio, quella notte” oppure “Quella notte distrussi lo specchio”
Quella notte stessa violai il rifugio sicuro della mia casa → Quella notte stessa, violai il rifugio sicuro della mia casa
Nessuno nelle strade → Nelle strade non c'era nessuno
respirai a piani polmoni → respirai a pieni polmoni
Rubini ornavano i miei capelli, stretti nella retina vermiglia. Rubini ornavano i pizzi dei guanti. → I miei capelli, stretti nella retina vermiglia, erano ornati di rubini, esattamente come i pizzi dei miei guanti
Un unico, enorme rubino rosso come il sangue, cupo e profondo come la notte e dalle fattezze di una rosa scendeva dal mio collo → Un unico, enorme rubino rosso come il sangue, cupo e profondo come la notte e dalle fattezze di una rosa, scendeva dal mio collo
Salì in camera → Qui non ho capito se parli di lui o di lei, ma nel secondo caso sarebbe ovviamente “Salii”

- Parere personale
Per quanto inizialmente la storia non sembrava convincermi del tutto - come detto, non amo molto le introspettive, poiché spesso esse si riducono a cose che pretendono di sembrare articolate quando, gira e rigira, dicono sempre gli stessi concetti e fanno solo sbadigliare -, pian piano sei riuscita a gestire bene la cosa e ad accostare gli elementi alla figura stessa della nostra ragazza senza nome - chiamiamola Rose, giusto per rifarci un po' a tutto il discorso -, richiamando spesso profumi e forme e dando risalto ai fiori e al rosso e al nero - i quali sono i colori predominanti nella storia, sin da quando i genitori della ragazza muoiono -, in un'esplosione di colori che pian piano si riduce ad un unico punto luce, quello della nuova vita della vampira.
Avrei, però, preferito che la sua figura fosse delineata maggiormente, e non parlo della prima parte della storia. Lì si vede benissimo quanta cura ci sia nel volerle dare una personalità, personalità che spesso la fa persino risultare, come detto, odiosa, ma la cosa si perde pian piano quando lei diventa vampira, liquidando il tutto con un breve passaggio, seppur d'effetto; proprio per tale motivo, non posso del tutto essere critica, ma ribadisco che mi sarebbe piaciuto vedere in lei, oltre la lussuria iniziale e la sensualità che emana, una parte un po' più vampiresca che avrebbe potuto far risaltare per l'appunto questo suo lato e inserirsi maggiormente nel tema richiesto dal contest.

Recensore Junior
10/11/11, ore 14:48
Cap. 1:

In un’atmosfera i cui colori dominanti sono il rosso e il nero, si consuma la crescita fondamentalmente estetica di una fanciulla, per cui Bellezza e Piacere sono gli unici Dei. Profondamente gotica e decadente, la prosa dell’autrice si sofferma sui dettagli, sul godimento dell’apparire, sull’Arte come imposizione del sé e non come creazione. La protagonista trova il suo destino incarnato in un vampiro con le sue stesse passioni e rimane un’orgogliosa, eterna bambola, per sempre congelata nella sua perfezione. L’idea è interessante, l’evoluzione coerente e il finale si consuma proprio sull’affacciarsi – finalmente – di una situazione che costringerà la protagonista a cambiare: rimanere, per la prima volta da secoli, nell’attesa di colui che ama. Punti deboli della fics sono gli errori grammaticali e la partenza senza apparente motivo del vampiro. Nel complesso, un racconto di qualità.