Recensioni per
La Strega delle Tenebre
di Angelo Osaki
Bisogna ammettere che l'antagonista di questa storia sembra apprezzare una certa qual eloquente teatralità nelle sue azioni, che sembra non ignorare le tecniche della guerra psicologica, se preferisce lanciare attacchi magici anziché inviare un corpo d'armata, anche la difesa di quelli che sembrano essere corpi d'elite delle forze armate locali non è descritta male, anzi mostra abbastanza bene che una certa forza ce l'hanno anche loro, almeno per evitare un attacco più devastante (e credo sia comprensibile la reazione mista dei cittadini, tra l'atterrito e il meravigliato per quello che hanno visto, m'è parsa inoltre una scelta molto oculata quella di mostrare i personaggi principali anch'essi alle prese con i dubbi che quello scenario comporta, senza vampate di eroismo che sarebbero state fuori luogo). |
Innanzitutto, lo stile: un punto ogni poche parole, l'andare a capo usato a sproposito -non mi piace. Non c'è continuità, è come vedere una scena alla luce di una lampadina ad intermittenza: buio, luce con un piccolo squarcio sulla vicenda, troppo breve perché il lettore possa davvero entrarvi, poi ancora buio, uno squarcio che è collegato al precedente, ma che spiazza arrivando dopo la pausa. Buio, prima che si possa anche solo pensare di immergersi nella storia. Questo sono le tue frasi, i tuoi punti, il tuo andare a capo: momenti di buio che allontanano il lettore; non aumentano il pathos, non creano aspettativa, frammentano solamente la storia! Cerca di legarla, usa aggettivi, preposizioni, verbi -la grammatica italiana mette a disposizione un'infinità così vasta di parole che uno scrittore capace potrebbe non usare il punto per pagine intere! -ora, non dico si debba arrivare a questo livello, sarebbe dispersivo, ma neppure portarlo al minimo come hai fatto tu. Riempi le frasi, legale tra loro, descrivi, facci conoscere i tuoi personaggi, lasciaci capire come sono. Non si nulla di nessuno, finora, se non brevi accenni, troppo labili anche solo per farci un'idea di chi siano: nel discorso fra la strega madre e la ninfa, hai inserito dialogo e nient'altro, quando attraverso espressioni e gesti avresti potuto descrivere l'aspetto ed il carattere delle due: chi sono, come parlano, accenti, difetti di pronuncia, età, gesti particolari, vizi... |
Un altro appunto (mi odierai, lo so) di carattere personale: questo capitolo è qualcosa che avresti potuto inserire nella storia, una parte descrittiva introduttiva, un discorso, una visone a "volo d'uccello" sui regni, una mappa dispiegata e descritta, una lezione... non so. Ci sono innumerevoli immagini che si possono prendere come spunto, ma trovo che questo elenco sia, seppur più facile, uno spreco di storia: il lettore è coinvolto anche dallo scoprire la fattezza dell'universo fantasy in cui i personaggi si trovano, e se anche alla storia servisse di avere subito chiara un'idea generale, avresti potuto darla con un capitoletto descrittivo puro e semplice, noioso forse ma comunque parte della storia: nessun autore -qui parlo di chi vende in libreria- usa un elenco, nessuno descrive il suo mondo come un elenco. |
Inizio con un paio di appunti: |
Capitolo a mio parere molto interessante, da quiete prima della tempesta, che a quanto pare per gli esseri magici non giunge poi improvvisa, dato il breve ma importante breafing che avviene tra ninfa e strega decaduta che costituisce il momento culminante della prima parte, da quel che si evince il pericolo negli anni è stato sempre presente ma non al punto da poter passare alle vie di fatto (ma non credo per mancanza di buona volontà da parte della diretta interessata, m'è parsa poi ben descritta la scena della particolare andatura della ninfa tra le strade della città). |
Sì, credo fsse necessario un capitolo dedicato a informazioni base su come orientarsi in questo mondo fantasy, sono rimasto piacevolmente sorpreso dall'estinzione di elfi, gnomi e nani (nonché dell'eclissamento dei draghi) che di solito fanno parte per norma statutaria del cast di questo tipo di storie, per il resto, nonostante sia ancora presto per esprimere un giudizio, mi sembra abbastanza ben strutturato, ho notato come il panorama religioso di queste lande sia piuttosto complesso, e che sia sostanzialmente enoteistico (ovvero ogni divinità viene considerata la principale nella propria terra di riferimento ma questo non preclude la venerazione verso altre entità), interessante il particolare relativo ad una sorta di Pantheon che accomuna i culti presenti dei vari regni, qualcosa di simile (a mio modo di vedere) ad un santuario anfizionico. |
Non ho toravato afgfatto male questo capitolo introduttivo, non fosse latro perché mostra in maniera incisiva e con buona tecnica uno dei momenti pricnpali del la narrativa fantasy, ovvero il momento in cui il cattivo di turno (o, in questo caso, la cattiva)fa di tutto per impedire chei chi adesso si trova in età infantile possa causarle problemi in età adulta, e come spesso avviene la repressione del dissenso avviene in maniera piuttosto dura (quanto al fatto che gli oggetti di questa ricerca siano importanti, credo lo dimostri il fatto che si muove di persona anziché mandare dei pretoriani i quali potrebbero commettere qualche leggerezza e far fallire il piano), ho trovato ben resa il senso di disperazione della coppia di fuggiaschi, oltre all'ambiente poco propizio alla fuga, l'intervento dell'entità che raccoglie i giovanissimi supplici ed il sottile piacere con cui la malvagia signora pone fine alla vita della madre (per non dire delle sevizie psicologiche che impone al suo prigioniero, cui non risparmia ampio scherno alle sue parole sul suo futuro di governante). |