Recensioni per
Dei sorrisi coperti da nastri
di kaos3003

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
06/01/14, ore 23:25
Cap. 1:

Ciao dal tuo Babbo Natale segreto.

Allora, ammetto di aver fatto molta fatica a leggere questa storia. Non perché sia scritta male, ma perché più volte mi sono persa e fino alla fine non ho capito perché la narratrice raccontasse a questa fantomatica Mary di suo cugino Ernesto, o forse si può dire che inventasse delle storie su di lui. Non ho capito perché lei è andata in carcere a trovare questa donna e perché le abbia raccontato queste cose. Chi era lei? Cosa c'entrava con la morte del marito (è morto, giusto?) o che ci faceva in carcere? Giuro, ho perso il senso della storia, ad un certo punto. Cioè, su Ernesto credo di sapere tutto, o almeno tutto quello che credeva di sapere lei e che ha raccontato, ma sul chi fossero le vere protagoniste della storia, non ho capito nulla. Ad un certo punto ho pensato che a narrare fosse la guardia carceraria, ma poi ho capito che la guardia era una terza persona. All'inizio pensavo che fosse lei la carcerata e stesse parlando con una psicologa, e invece nemmeno questa era la via giusta. Sicuramente la storia segue il prompt che hai citato, ma non ho decisamente capito il senso del perché accade una cosa simile.

Ora ti saluto.

Baci.
SNeppy.

[Recensione partecipante all'iniziativa "Babbo Natale Segreto 3.0" del gruppo facebook 'HPeace&Love]

Recensore Junior
15/01/12, ore 20:30
Cap. 1:

Ho trovato questa storia estremamente particolare, mi ha colpito soprattutto positivamente la complessità della sua costruzione. C'è la storia di Ernesto, raccontata con un registro che subito mi ha fatto pensare al lettino di uno psicanalista, la storia familiare della protagonista e le sue scoperte dopo la morte dello strano parente, i suoi tratti caratteriali e biografici che emergono qua e là... Poi il momento in cui si svela a chi sta raccontando questa storia: un'assassina in attesa dell'appello, una donna molto compassata e lucida nella sua follia, a cui la giovane giornalista dà in pasto una storia del suo passato un po' romanzata per assicurarsi il suo consenso per eventuali future interviste, malgrado ormai il caso non sia più quello sulla bocca di tutti e non faccia più scalpore. C'è l'incontro passato tra le due donne e i rimandi del loro primo confronto. Insomma, tanti, tantissimi elementi che si uniscono in un'unica storia. Mi è piaciuto molto come hai gestito la prima parte, la più "narrativa", con i piccoli intermezzi della protagonista che riconosce che sta divagando, o che richiama elementi che non hanno poi troppo a che fare con la sua storia e che quindi è meglio accantonare prima che sviino. La storia del cugino Ernesto e della sua strana fissazione è gestita a sua volta molto bene, introducendo anche il tema del feticismo con una cura e un modo che l'hanno reso un ricordo piacevole agli occhi della protagonista (almeno una volta che l'ha accettato) e un mondo su cui sognare in qualche modo per l'elegante e calcolatrice detenuta. Si rischia sempre molto facilmente di cadere su questo tema, un po' per la sua connatazione ancora "proibita" e un po' per la leggerezza con cui a volte viene inserito nelle fanfiction per "fare scena". Quello di Ernesto, che come dice la stessa Minerva può apparire qualcosa di malato e sporco agli occhi di chi non capisce l'uomo che c'è dietro, diventa così un vezzo, una particolare fissazione. Il discorso va avanti in maniera più o meno filosofica, sulla riflessione di ciò che desiderano le donne e sul tentativo di imbonirsi Mary, che nonostante la sua condizione sembra comunque riuscire a giocare facilmente con la protagonista. Ecco, a mio parere sarebbe servito uno stacco (anche solo come spazi) tra la parte "narrativa" e la prima domanda di Mary, che spezza il lungo monologo di Minerva e ci mostra dove ci troviamo in realtà. Cambiando completamente registro, accentuare il cambiamento anche graficamente forse per me sarebbe parso più incisivo.
La storia mi ha colpito molto positivamente proprio per la particolarità del tema, anche se devo ammettere che un po' ho patito non aver letto prima "Requiem d'uccel migratore": se i riferimenti alla sfera personale di Minerva stanno benissimo con questo detto o non detto, in particolare riguardo alla figura di suo padre Robert, ho fatto più fatica a comprendere e a entrare nella situazione di Mary e di Minerva stessa, queste due donne che si confrontano, in un modo o nell'altro, e che sembrano sostenere un duello, o una partita a scacchi. La forma e la sintassi sono buone, c'è solo qualche svista, come "che le sue compagne abbia sempre trovato la soddisfazione " per dire, ma che sicuramente sono errori di distrazione. Una storia molto particolare e molto intrigante, davvero ben scritta.

[Recensione scritta per la Writers Lotteria]