Recensioni per
Dei sorrisi coperti da nastri
di kaos3003
Ciao dal tuo Babbo Natale segreto. |
Ho trovato questa storia estremamente particolare, mi ha colpito soprattutto positivamente la complessità della sua costruzione. C'è la storia di Ernesto, raccontata con un registro che subito mi ha fatto pensare al lettino di uno psicanalista, la storia familiare della protagonista e le sue scoperte dopo la morte dello strano parente, i suoi tratti caratteriali e biografici che emergono qua e là... Poi il momento in cui si svela a chi sta raccontando questa storia: un'assassina in attesa dell'appello, una donna molto compassata e lucida nella sua follia, a cui la giovane giornalista dà in pasto una storia del suo passato un po' romanzata per assicurarsi il suo consenso per eventuali future interviste, malgrado ormai il caso non sia più quello sulla bocca di tutti e non faccia più scalpore. C'è l'incontro passato tra le due donne e i rimandi del loro primo confronto. Insomma, tanti, tantissimi elementi che si uniscono in un'unica storia. Mi è piaciuto molto come hai gestito la prima parte, la più "narrativa", con i piccoli intermezzi della protagonista che riconosce che sta divagando, o che richiama elementi che non hanno poi troppo a che fare con la sua storia e che quindi è meglio accantonare prima che sviino. La storia del cugino Ernesto e della sua strana fissazione è gestita a sua volta molto bene, introducendo anche il tema del feticismo con una cura e un modo che l'hanno reso un ricordo piacevole agli occhi della protagonista (almeno una volta che l'ha accettato) e un mondo su cui sognare in qualche modo per l'elegante e calcolatrice detenuta. Si rischia sempre molto facilmente di cadere su questo tema, un po' per la sua connatazione ancora "proibita" e un po' per la leggerezza con cui a volte viene inserito nelle fanfiction per "fare scena". Quello di Ernesto, che come dice la stessa Minerva può apparire qualcosa di malato e sporco agli occhi di chi non capisce l'uomo che c'è dietro, diventa così un vezzo, una particolare fissazione. Il discorso va avanti in maniera più o meno filosofica, sulla riflessione di ciò che desiderano le donne e sul tentativo di imbonirsi Mary, che nonostante la sua condizione sembra comunque riuscire a giocare facilmente con la protagonista. Ecco, a mio parere sarebbe servito uno stacco (anche solo come spazi) tra la parte "narrativa" e la prima domanda di Mary, che spezza il lungo monologo di Minerva e ci mostra dove ci troviamo in realtà. Cambiando completamente registro, accentuare il cambiamento anche graficamente forse per me sarebbe parso più incisivo. |