Questa storia mi intriga sempre di più (non per nulla ora passa dalle seguite alle preferite).
All’inizio ci presenti in pochissime righe un Severus angosciato per la sua recente nomina a preside: sei stata brava nel farci sentire il dolore che il nostro prova nel sapere che questa nomina gli porterà via il rispetto, la fiducia (e io aggiungo l’affetto, parola che Snape non osa utilizzare per sé stesso) di Minerva e degli altri colleghi. Quel “tutto per il grande bene superiore” fa chiaramente intendere anche il fastidio (che non è solo di Severus, ma che condividiamo in molti) nel vedere la rassegnazione con cui tutti accettano i ruoli che Albus ha imposto loro, in questa grande e difficile partita a scacchi, dove molte sono le pedine “sacrificabili”.
I dialoghi sono sempre molto curati e, secondo me, aderenti ai personaggi: come non notare ad esempio nel dialogo Lucius/Severus il piacere di Lucius nel comunicare la situazione di un Potter ormai “posseduto” da Voldemort e insieme la preoccupazione – quasi ottimamente celata – di Severus nell’apprendere una tale notizia?
Severus – da uomo d’azione e di pensiero quale è – appronta immediatamente un piano che si stacca definitivamente dall’ardita costruzione fatta da Albus: questi nuovi spunti che dai alla storia sono sempre ben costruiti e mi danno la possibilità di vedere altre soluzioni a quelle - che non ho trovato poi così geniali - messe in atto dal Grande Vecchio (fa un po’ massone ma in effetti ho sempre trovato Silente inquietante).
Il coraggio e l’astuzia di Severus sono una inedita combinazione grifondoro/serpeverde che veste benissimo il nostro prof.: aggiungerei anche il pizzico di incoscienza e disperazione che lo portano a chiedere aiuto a Minerva. Sa perfettamente che può aspettarsi di tutto dopo quello che ha fatto ad Albus: nessuno sa quanto quell’uccisione abbia voluto dire per lui.
Il dialogo tra Minerva e Severus è splendido: lei è arrabbiata e delusa, lui cerca di mantenere il solito piglio deciso e gelido ma non riesce a nascondere fino in fondo il dolore che le parole della maga scatenano in lui. Minerva, d'altronde è talmente infuriata da non riuscire a vedere oltre i suoi occhialini.
Mi è piaciuta la tua Minerva che, finalmente, smette i panni della vecchia zia e si rivela per quello che è: una potente strega - e non solo una fanatica del boccino - capace anche di superare quella linea sottile che separa i buoni dai cattivi.
Nella pottervisione che la zia Row ci descrive abbondantemente è sempre molto chiaro chi fa parte della schiera degli angeli (a cui si perdona tutto compreso il comportamento idiota di James Potter o i cedimenti verso la magia oscura del giovane Albus) e chi dei demoni (e qui ci mettiamo il mio/nostro Severus che per aver “toccato” il male è ormai condannato nonostante abbia abbondantemente scontato le sue colpe con una vita di dolore). Tu, invece, hai il coraggio di andare un po’ oltre e di presentare una Minerva, in questo caso, che non esita a condannare a morte un collega – che sicuramente lei vede come un traditore – con l’inganno pur di ottenere ciò che ritiene giusto, la salvezza di Poter.
La chiusura su quel “maledettamente geniale” che Severus tributa all’inganno di Minerva è perfetta: quell'uomo è così intelligente e arguto (e favoloso, sì, favoloso) da saper riconoscere il valore dell'avversario.
Bravissima Morgan! |
