CAPITOLO II
Mancava poco al sorgere del sole, ma a Spinner’s End
la luce non si era ancora spenta dalla sera precedente.
Severus Piton non riusciva a dormire: solo la sera
prima aveva ricevuto l’annuncio che sarebbe diventato preside di Hogwarts,
perciò doveva prepararsi ad affrontare di persona i suoi colleghi e soprattutto
Minerva. I Carrows erano diventati professori e non erano solamente spietati,
ma anche astuti perciò se avesse abbassato la guardia anche per un solo
istante, loro lo avrebbero scoperto e avrebbero riferito al Signore Oscuro.
Per questo era necessario rinunciare alla fiducia e
rispetto della sua ex professoressa e degli altri professori… “tutto per il grande
bene…”
Si trovava seduto scompostamente sulla sua poltrona
nera reggendosi la testa con un braccio e con lo sguardo fisso in un punto
polveroso della stanza, quando la sua attenzione fu catturata dal crepitio del
fuoco spento: qualcuno stava attivando la metropolvere.
-Severus!- la voce roca di Lucius Malfoy conteneva una nota di entusiasmo allarmante.
-Lucius! Cosa ti porta nella mia casa, a quest’ora
del mattino?-
-Severus, il Signore Oscuro c’è riuscito!-
-Riuscito…in cosa?-
-ha in mente un piano…non riesco a crederci! E adesso…sarà
lui a consegnarsi a noi!-
-Lucius…stai delirando? Non riesco a capire, calmati
e spiega lentamente!-
“Azkaban deve avergli fatto un certo effetto…”
pensò Severus.
-Non c’è niente da spiegare!- disse con sguardo spiritato.
Poi aggiunse:
-Potter è stato marchiato…è suo ora!-
Il cuore di Severus cominciò a battere forte.
-Come…marchiato?- domandò, quasi sussurrando.
-Stanotte…è entrato nella sua mente…lo ha convinto,
credo! Ed ora sul suo avambraccio sfoggia il Marchio Nero…è in trappola!-
Severus nascose magistralmente il suo shock e dopo
aver scambiato qualche convenevole con Malfoy, i due si salutarono e nel
momento in cui le fiamme verdi della metropolvere si estinsero, il pozionista
si lasciò cadere sulle ginocchia e prese dei respiri affannati, mentre i suoi
occhi si guardavano intorno febbrilmente, come se la soluzione potesse trovarsi
tra quelle quattro mura ammuffite.
“Albus…e ora?”
Non sapeva cosa fare, ma una cosa era certa: quello
che era successo cambiava radicalmente le carte in tavola.
Prima di tutto avrebbe dovuto prelevare Potter da
Privet Drive, secondo…
Doveva contattare l’Ordine della Fenice e Minerva
McGranitt era l’unica persona che gli avrebbe dato ascolto. O almeno così
sperava.
In ogni caso non poteva permettersi di essere
catturato, perciò avrebbe preso Potter e se si fosse rivelato necessario, lo
avrebbe utilizzato come ostaggio per impedire il suo arresto.
Era consapevole che ci sarebbe stato qualcuno a
sorvegliare la casa, ma era anche vero che non poteva entrarci a causa dell’incanto
fidelius, l’unica possibilità era sperare che il ragazzo cercasse aiuto in uno
dei suoi sorveglianti e per farlo avrebbe dovuto uscire di casa.
Severus si alzò in piedi, prese un respiro profondo
e dopo aver preso una fiala dal suo laboratorio e averla nascosta tra i suoi
abiti, si infilò il mantello nero, spense le luci, chiuse la porta d’ingresso e
con passo deciso si avviò a piedi per la strada semibuia a causa dei lampioni dalla
barlume arancione e tremolante.
A pochi metri dalla casa dei Dursley, Severus si
fermò e chiuse gli occhi.
Grazie all’occlumanzia poteva raggiungere le menti
dei presenti. Scansò abilmente I pensieri dei babbani e si concentrò su quelli
dei maghi presenti.
Erano tre e uno di loro era Lupin.
“perfetto! Il ragazzo andrà dritto da lui!”
Lanciò prima l’incantesimo Muffliato e poi si avvicinò circospetto ai due membri dell’Ordine. Dei due riconobbe solo Bill Weasley e li lanciò un incantesimo per farli addormentare. Lupin però non era stupido e si accorse immediatamente. Come vide Severus sgranò gli occhi, ma Piton non gli permise di reagire e lo fece addormentare con un gesto rapido della sua bacchetta. Severus prese Lupin al volo e lo adagiò dietro ad un albero, mentre gli prendeva un capello.
Tirò fuori la fiala che conteneva la pozione
Polisucco e si trasformò in Lupin. Trasfigurò i suoi vestiti e, contro le
regole di sorveglianza dell’Ordine si mostrò apertamente, cioè ignorò l’ordine
di non farsi vedere né da Harry, né da nessun altro e si appostò sul
marciapiede illuminato.
Il suo piano funzionò perché dopo pochi minuti la
porta di casa Dursley gli fu visibile e il ragazzo, sudato, pallido e scalzo si
avvicinò a lui con passo rapido ed instabile.
-Remus! Meno male che sei qui! Non so cosa fare!-
Severus notò come il giovane si premeva la mano
destra sull’avambraccio sinistro. Poteva ben immaginare il dolore che il
ragazzo stava provando perciò non gli fu difficile recitare la parte del
preoccupato, simpatetico Remus Lupin.
-Harry! Calmati e dimmi cosa ti è successo!-
Il ragazzo raccontò quello che era accaduto nel
cimitero, o meglio nella sua mente.
-Ti porto al quartier generale, ma prima devi venire
con me, devo contattare Minerva e direi che del dittamo non ti farebbe male-
Harry lo guardò stranito: non sarebbe stato meglio
smaterializzarsi direttamente a Grimmauld Place? In fondo il blocco
antismaterializzazione era stato instaurato solo per coloro che praticavano
magia nera e in particolare per Piton, ma non disse nulla e seguì Remus. In fondo
era ancora sconvolto, ma Lupin gli si avvicinò con sguardo affettuoso e chiamò
a sé le scarpe del giovane con l’incantesimo d’appello.
-Grazie…-
-Di nulla, Harry!-
Questo gesto gentile lo calmò, ma man mano che
avanzavano per le strade Harry iniziò ad essere sempre più sospettoso, inoltre
il suo ex professore camminava in silenzio e ogni tanto gli lanciava occhiate
furtive…calcolatrici, insolite per quell’uomo sempre comprensivo, come se si
aspettasse qualcosa.
Si bloccò di scatto e inorridì quando vide il
cartello di Spinner’s End.
Il falso Remus si bloccò e studiò lo sguardo del
giovane, ancora più pallido, che stava arretrando e boccheggiava, come se
cercasse di parlare ma non ci riuscisse. Ecco cosa stava aspettando: il momento
in cui il ragazzo avrebbe realizzato.
Piton capì che il ragazzo era arrivato alla giusta
conclusione e senza dargli tempo di reagire lo afferrò fortemente per l’avambraccio
dolente, Harry quasi si accasciò per il dolore e il suo urlo fu soffocato dall’altra
mano del professore, che lo trascinò fino a quando non si trovarono nel salotto
di casa e con uno spintone fece cadere Harry sulla poltrona.
Harry ansimava dal dolore e stava raccogliendo fiato
per gridare contro il traditore, ma Piton lo anticipò.
-Ora ascoltami bene: per quanto mi dispiaccia
ammetterlo, io ne so quanto te, per questo devo contattare la professoressa McGranitt
e consegnarti a lei che sicuramente saprà trovare un modo di proteggerti visto
che Privet Drive si è rivelata insufficiente-
-Ma…-
-Non interrompermi! Ora pretendo silenzio e parlerai
solo quando te lo dico io!-
-Non credo proprio! Non ho intenzione di starmene
zitto! Mi lasci subito andare…!-
Severus non gli diede il tempo di finire la frase e
di alzarsi in piedi che lo zittì con un incantesimo e lo legò alla poltrona con
un incanto non verbale. Pochi istanti dopo e anche il suo aspetto tornò quello
originario, così trasfigurò di nuovo i suoi abiti.
-Ora va meglio- disse con un ghigno soddisfatto.
Ignorò lo sguardo infuriato del giovane, buttò la
polvere nel camino e pronunciò la sua destinazione, cioè lo studio della
McGranitt.
Provò a chiamarla per nome un paio di volte, ma era
ancora mattina presto e forse era nelle sue stanze private, così tolse la testa
dalle fiamme verdi e pensieroso adocchiò il giovane.
Sapeva che il ragazzo non sarebbe stato in grado di
liberarsi e poi necessitava di un impacco per alleviare il marchio, perciò non
poteva permettersi di aspettare l’arrivo della professoressa e quindi aumentò
gli incantesimi protettivi della casa e attraversò completamente le fiamme
verdi.
Si trovò nello studio della vicepreside, a malapena
illuminato dal sole che sorgeva all’orizzonte.
-Minerva…- chiamò con tono insicuro.
Non giunse risposta, così sbuffò, combattuto sul da
farsi. Si guardò intorno cercando la porta delle stanze private. Mentre cercava
a tentoni una porta, il suo sguardo cadeva su quei mobili che gli erano
famigliari dato che per colpa dei Malandrini era stato spesso messo in
punizione dalla donna e per questo sulle sue labbra si disegnò un sorriso
nostalgico, tuttavia durò poco perché questa distrazione gli costò una
bacchetta puntata al collo.
-Minerva…-
-Severus- disse lei con voce tremolante di…rabbia? Tristezza?
Severus non sapeva dirlo… non era mai riuscito a comprendere appieno la maga.
Deglutì rumorosamente e non osò muoversi.
-Minerva, il ragazzo…-
-Ce l’ hai tu ?
Lo hai già
consegnato a Voldemort ?- disse lei con tono lapidario.
-E’ a casa mia, ma prima devi ascoltare cosa ho da
dirti!-
-Perché dovrei? Sarai contento di aver guadagnato
ancora una volta la fiducia e la stima del tuo Signore…la nostra non era
sufficiente vero?-
Le parole della maga furono come pugnalate su ferite
già lacerate.
-No, Minerva…non c’è tempo per spiegare ora, ho
bisogno che tu mi creda ancora una volta, altrimenti il ragazzo è perso per
sempre!-
-Cosa intendi dire?-
-Toglimi la bacchetta dal collo e ti spiegherò
tutto-
La McGranitt abbassò lentamente la bacchetta e
Severus si voltò e la vide per la prima volta dopo quasi due mesi.
Era invecchiata e le linee del suo viso erano ancora
più profonde, proprio come era accaduto a lui. Era chiaro che la guerra stava
avendo il suo effetto su entrambi.
Non potevano sprecare altro tempo, perciò Severus
parlò.
-Il ragazzo stanotte è stato marchiato dal Signore
Oscuro, che pensa così di poterlo controllare. Ancora non ne abbiamo avuto
prova, ma ora, più che mai avrà bisogno della vostra protezione e direi che una
consultazione con il ritratto di Albus sia d’obbligo-
Minerva impallidì.
-Tu…vuoi parlare con Albus? Dopo quello che hai
fatto? E il ragazzo? È solo a casa tua?-
-Sì è da me…se non vuoi farmi parlare con Albus
almeno parlaci tu e convoca l’Ordine per intero, non sappiamo come questo
evento affliggerà Potter e per sicurezza è meglio essere preparati al peggio,
per questo devi riunire tutti!-
Minerva lo squadrò attentamente e strinse le labbra
sottili.
-E va bene, li convoco, ma tu portami il ragazzo e
ti lascerò andare-
Severus la guardò sospettoso.
-Come mi lascerai…-
Non finì la frase che i suoi occhi furono catturati
da un luccichio colorato ai suoi piedi. Emise uno sbuffo di incredulità.
-Mi hai…-
-Ti ho appena imprigionato in questa stanza con delle
rune antiche, sì. Nel momento in cui la lascerai avrai pochi secondi per
tornare nel cerchio e vivrai solo se avrai con te il ragazzo. Beh, che aspetti?
Non hai dimenticato la strada di casa, vero?-
Severus non sapeva se provare più ammirazione o
paura per quella donna, così uscì dal cerchio luminoso e sotto lo sguardo
penetrante della donna si avviò verso il camino, borbottando:
-Maledettamente geniale…- E scomparve tra le fiamme
verdi.
Ecco il nuovo capitolo!
Nel prossimo ci saranno le reazioni dei principali
protagonisti, intanto in questo avrete notato che ho lasciato un po’ di spazio
a Minerva McGranitt perché mi sembrava giusto omaggiarla con una scena in cui
si sottolinea la sua abilità ed intelligenza, inoltre volevo renderla simile a
quella che è la mia interpretazione del personaggio, cioè né buona ma nemmeno
cattiva, diciamo…grigia, nel senso che non si fa molti problemi nell’usare i
suoi poteri pur di proteggere Harry. Inoltre mi piace farla interagire con
Severus, anche se nelle mie storie non compare quasi mai. Perciò almeno in
questa dovevo renderle giustizia!
Fatemi sapere cosa ne pensate!
A presto!