Mi sembra ottimamente riuscito l'incastro tra gli eventi storici e la loto trasposizione attraverso i personaggi di Hetalia, quanto alla logica di fondo del racconto, perfettamente d'accordo, la voglia di libertà non si può fermare con la sola repressione, per quanto feroce possa essere, mi è piaciuto molto il comportamento di Ungheria, che pur ligia ad una fedeltà forse autolesionista per Austria, non riesce a non provare un minimo di solidarietà per il norditaliano, tanto da non denunciarlo quando lo scopre rientrare tardi, ed anche se l'ha percosso, c'è in quel gesto più un senso di affetto che non di punizione.
Non male inoltre l'attegiamento di Lovino, che, pur avendo aiutato nella caduta della bella ma tragica avventura della repubblica partenopea (se si vuole intendere Lovino come rappresentante della nazione e dei suoi voleri, purtroppo gran parte della popolazione era per i sanfedisti del cardinale Ruffo più che per i repubblicani) ha capito che non c'è nulla da aspettarsi dal Borbone e vuole anche lui scrollarsi di dosso un regime dispotico e vessatorio.

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È interessante come tu sia riuscita a trattare un periodo storico molto importante per l'italia come il primo cinquantennio del XIX secolo attraverso una introspezione dei protagonisti di quel periodo, Veneziano e Romano in primis, poi Eliza, Roderich ed Antonio. Mi è piaciuta molto l'idea che le azioni di repressione compiute contro l'Italia siano da te rappresentate come cicatrici ed ustioni sulla pelle delle due Italie. Alcuni stolti che si riempiono la bocca con parole come "federalismo" e "secessione", dovrebbero pensare a quanta sofferenza è stata necessaria affinchè noi diventassimo uno stato unitario, affrancato dalle ingerenze straniere!
Bisous,
~reilin

[Questa recensione partecipa all'iniziativa Recensioni d'Autunno 3D di maridichallenge @ livejournal.com]