opporca trota!
aaah aaaaaaah aaaaaah!!
appena ha detto degli occhi verdi sono scattata urlando "PERCY,è PERCY!!" e quando le ha detto che era al campo mezzosangue ho iniziato ad invidiarla...perchè io no?
peeerchèèèèè???
comunque..
che bella storia,non vedo l'ora di proseguire. apparte che qualunque cosa su pj,se scritta bene-e fidati questa rientra nel campo di ricerca(?)-mi piace u.u
e...vado.
CITAZIONI PREFERITIE:
< Eric mi guardò con un misto di terrore e sconcerto prima di realizzare che stavo decisamente scherzando.
«Tu sei pazza» mi disse.
«No, sono solo molto annoiata» ribattei, facendogli cento di stare zitto e lasciarmi fare. «Lettere struggenti in cui il dio le rivelava tutto il suo amore ma anche l’impossibilità di poter vivere una vita con lei. E tra queste lettere potremmo trovarne una in particolare in cui papà rivela alla mamma l’esistenza di un campo per semidei, il Campo Mezzosangue. Le raccomanda di portarci lì all’alba del nostro undicesimo compleanno»
«Peccato che noi di anni ne abbiamo sedici»
«Ti tiro un libro in faccia! Dicevo, avrebbe dovuto condurci lì ma non l’ha fatto. Perché? Cosa glie lo ha impedito? Voleva proteggerci da qualcosa? Se sì, da cosa? E soprattutto, chi è il nostro genitore di vino? Magari… magari uno dei Tre Pezzi Grossi! Questo spiegherebbe ogni cosa! La mamma voleva proteggerci dalla profezia!» esclamai eccitata come se quello che stessi dicendo fosse stato la verità.
Ignorai le frasi di scherno di Eric e mi alzai, alzando le mani verso la finestra.
«Oh, potente Zeus, divino marpione, abbiamo scoperto la verità! Rivelaci la nostra parentela e conducici al Campo Mezzosangue!» proclamai con tono teatrale.
Come c’era da aspettarsi, non successe nulla.
«Mh. Forse non è Zeus. Forse è Poseidone o Ade» riflettei.
«O forse si è solo offeso perché lo hai chiamato marpione» propose Eric.
Sorrisi voltandomi verso di lui. «Sarebbe bello se fosse vero»
Mio fratello sospirò stancamente. «Desidero con tutto me stesso che sia vero. Desidero vivere in un Campo Mezzosangue, ma senza Titani assassini e traditori e ragazze-albero e cose del genere»
«La normale vita di un normale semidio» ironizzai, tornando a sedermi.
Mentre camminavo, forse per via della scarsa luce, non notai un altro pesante libro posato sul pavimento. Vi inciampai e per mantenermi in equilibrio mi aggrappai ad uno scaffale, quasi tirandomelo addosso.
Fortunatamente il mobile oscillò soltanto e poi rimase fermo al suo posto, ma intanto una buona parte dei libri rovinò per terra. Lanciai un urlo.
«Shawna, sei un disastro!» si sbellicò dalle risate Eric, mentre io mi riprendevo dallo spavento.
Mi chinai per terra per riparare al casino che avevo combinato, quando dopo qualche istante sentii la voce di mio fratello che mi chiamava.
Mi voltai verso di lui e lo trovai chino su un mucchio di fogli che sembravano vecchi quasi quanto i libri della biblioteca.
«Cosa c’è?» domandai stancamente, ma non ottenni risposta.
«Eric?»
Era cinereo. Mi avvicinai, preoccupata.
«Non fare il cretino, dai. Che succede?»
Senza proferire parola, mi allungò alcuni di quei fogli. Per qualche attimo pensai che fossero soltanto scarabocchiati, ma dopo aver avvicinato la torcia mi resi conto che erano ricoperti di una scrittura che mi sembrava di aver già visto altrove.
«Che diavolo è?» domandai.
«Greco» rispose Eric.
Alzai lo sguardo alla velocità di una saetta, puntando la torcia negli occhi di mio fratello. «Non scherzare»
Lui imprecò e si protesse gli occhi con le mani, scuotendo poi la testa. «Non sto scherzando»
Continuai ad osservare quei fogli, sorpresa di quanto il cuore mi stesse battendo forte nel petto. «È solo una coincidenza, giusto?»
«Cos’altro ti aspettavi fosse? Dammeli, su, rimettiamo tutto a posto e andiamo a dormire»
Se qualcuno mi avesse avvertita di cosa sarebbe successo, avrei riposto io stessa quei fogli nei libro. Fu questione di pochi secondi; bastò un singolo istante in cui, porgendo a Eric le carte, le mani di entrambi fossero a contatto con esse.
Un fulmine illuminò la stanza; la terra iniziò a tremare.
Udii mio fratello gridare: «Che cazzo sta succedendo?», dopodiché tutto divenne nero, e cominciai a cadere…
***
Tuonava ancora, ma in lontananza. Le dita delle mani erano talmente fredde da far male, e sentivo i vestiti umidi contro la mia pelle. Mugugnai qualcosa, e mi accorsi di essere sdraiata sull’erba.
Sentivo voci in lontananza che divenivano sempre più vicine, finché qualcuno non si inginocchiò accanto a me tirandomi a sedere e sostenendomi.
«Riesci a sentirmi? Mi senti? Andiamo, il peggio è passato, puoi farcela adesso. Sei arrivata» disse un ragazzo, probabilmente la stessa persona che mi stava tenendo tra le braccia.
Aprii gli occhi.
Due iridi di un verde incredibile mi stavano scrutando preoccupate ed eccitate allo stesso tempo. Allargai la visuale, facendo rientrare nel mio campo visivo anche dei capelli neri che incorniciavano un viso tremendamente e stranamente familiare.
«Dove… cosa…?»
«Stai tranquilla» sorrise il ragazzo. «Ora andrà tutto bene. Mi chiamo Percy, e sei al Campo Mezzosangue»
Pensai stesse scherzando. O almeno che stessi sognando. Avrei preferito essere morta e finita da qualche parte tra l’Inferno e il Paradiso — un manicomio celeste mi sarebbe andato bene.
«Oh, merda» mormorai.
E quello sarebbe stato solo l’inizio.>>
questa parte O.O è fantastica!! la parte dove scherza col fratello è sensazionale,cara!
poooi...la parte dove incontra Percy è magnifica,ci fossi stata io sarei svenuta,guarda! e lei che avrebbe preferito essere morta???? oddio,mi ci ritrovassi io tra le braccia di percy!!
scrivi benissimo,lo sai?
mi piace tanto,va subito nei preferiti :3
bacioni.
Thalia_Socia_Grace |