Recensioni per
Holmes' Private Life [Il cassetto delle memorie perse]
di ginnyx

Questa storia ha ottenuto 45 recensioni.
Positive : 45
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
04/01/12, ore 17:22

Aaaah, non ho parole. E' stata veramente una bella storia, e con questo ultimo capitolo stavo per scoppiare in lacrime. Credo che tu abbia davvero compreso il legame che lega Holmes e Watson. Bravissima! :D

Recensore Master
29/11/11, ore 12:15

Carina, dal finale davvero malinconico -- anche se avrei gradito vedere Lestrade confrontarsi con la morte del grande investigatore...
"I piani del sottomarino Bruce-Partington" è anche uno dei miei racconti preferiti, ma per un altro motivo: è uno degli unici DUE racconti, nei quali Mycroft compare come personaggio vero e proprio...
Sì, penso anch'io che gli Irregolari siano un po' i figli di Holmes... ma, sinceramente, pensavo che fosse stata sua nonna -- la sorella di Vernet -- a trasferirsi in Inghilterra per matrimonio (quindi, che fosse paterna o materna, non importava poi molto)...
Sempre a proposito del caso dell'Innominato (oltre che di Freud), ti consiglio quella splendida What If pubblicata che è "La soluzione sette percento" di Nicholas Meyer -- sempre se riesci a sopportare il modo in cui bistratta (o meglio, DISTRUGGE) la figura del Professore (nonché alcuni casi del "Taccuino")... Quanto al "signorotti di campagna", il testo inglese riporta "country squires": ora, lo 'squire' è un grosso proprietario terriero, un po' l'anello di congiunzione tra borghesia e aristocrazia...
Quanto ai "Tre Garrideb", sì, senz'altro la reazione di Holmes sarebbe stata quella, ma tieni conto che, anche se lo avesse fatto, nessun tribunale lo avrebbe mai condannato (e non solo nell'Inghilterra vittoriana, ma anche nell'Italia odierna: sarebbe stato un caso lampante di assenza di colpevolezza -- e te lo dice una che ha studiato Giurisprudenza)...
(Recensione modificata il 29/11/2011 - 12:17 pm)

Recensore Veterano
21/11/11, ore 23:33

Io non sono sicura di essere la persona più adatta per scrivere queste parole. Questo capitolo chiude un'epoca, e io quell'epoca non l'ho vissuta. Quello che tanti hanno avuto in un anno, a me è durato una domenica. Nulla di più. Una domenica.
Però alla fine mi sono sentita davvero come se fosse passato un anno. O, a scelta, una vita. O una domenica.
È una sensazione stupida e tutto il resto, ma mi sono sentita in dovere di condividerla per un motivo: perché sono davvero poche le fanfiction - o i libri, o i film, o quello che è - che giunti alla conclusione mi hanno fatto pensare alla prima pagina, o alla prima scena, come appartenente ad una vita precedente.
Mentre leggevo di Dead ed Alive, pensavo a come tutto era partito. All'astuccio di marocchino, ai documenti, agli scritti.
E poi ho sorriso.
Non è un commento degno di tal nome e lo so sin troppo bene, il problema è che non riesco a dire nulla. Perché hai descritto la loro amicizia - perché anche volendo, come spesso faccio, ipotizzare qualcosa di più, si parte in ogni caso da un'amicizia - con una naturalezza straordinaria e in modo splendido
Commossa, semplicemente.
Tami.
[Questa recensione partecipa all'iniziativa Recensioni d'Autunno 3D di [info]maridichallenge]
 

Recensore Veterano
20/11/11, ore 18:21

Questa cosa è bellissima, nonchè maledettamente vera, tanto da far male.
Io non piango. Ho smesso di farlo ormai, ma ci sono delle cose che fanno male, in una maniera che ti toccano e ti commuovono. E questo capitolo è una di quelle cose.
Ti potrei dire le solite banalità come il fatto che sia ben scritto e toccante, ma invece ti dirò un'altra cosa, forse molto più stupida e meno importante: mi sono sentita come Holmes.
Leggevo quelle righe ed era come vedere Holmes davanti ai miei occhi, poi ho sentito il suo dolore -chiamatelo come vi pare, ma di quello si tratta- la sua difficoltà nell'alzare gli occhi sulla figura ormai morta del Dottore, come a rifiutare quella visione che sarebbe stata per lui conferma. E temporeggiare, sperando che tutto passi, che il tempo scorra... sperare in qualcosa -qualsiasi cosa- che ti distragga dal dolore. Anche un violino che suona una melodia improvvisata.
E Watson che voleva tener lontano Holmes -non so perchè, ma mi ha dato questa impressione- sapeva senza dubbio che la sua morte avrebbe arrecato dolore al suo amico e perciò è come se avesse deciso di risparmiargli perlomeno quell'ultimo spettacolo straziante. Quello della sua morte.
Ma l'ultima parte... è veramente toccante.
Quel legame, quel forte ed indissolubile legame che unisce due persone e che continua a tenerle unite anche se una delle due muore. E questo avviene semplicemente perchè l'una continua a vivere nel cuore dell'altra. E così Holmes ha metà del cuore di Watson e lui non può lasciare questa terra, non può riposare... non può abbandonare Holmes. Ed Holmes deve passare giorno dopo giorno davanti la tomba del dottore mentre una parte del cuore sel suo amico vive in lui.
Due presenze così sempre vicine, ma allo stesso tempo così tremendamente lontane, perchè uno è morto.

Mi hai fatta commuovere. Ma è una buona cosa, io amo le storie che fanno male, che trasmettono qualcosa -tristezza, gioia, allegria, angoscia, qualsiasi cosa- ti scavano dentro e ti fanno sentire quello che provano i loro personaggi e durante tutta la lettura tu senti, provi, vedi esattamente quello che prova Holmes.
Bravissima, hai reso questo capitolo perfetto, non ho altro da dire. Davvero.

bye
(Recensione modificata il 20/11/2011 - 06:25 pm)

Nuovo recensore
20/11/11, ore 01:48

Aspettavo questo finale e ogni tanto sbirciavo per vedere se era arrivato. Trovo che sia un finale davvero bello e approppriato alla serie. E in questo ultimo capitolo esce davvero la vita privata di Holmes, quel cuore celato anche a se stesso e represso per non intralciare i suoi meccanismi, quel cuore che tutti, persino lui, han creduto inesistente, ma non Watson, il dottore no, non si è mai fatto fregare, ha sempre saputo cosa si nascondeva nel petto dell'amico e ne ha rubato un pezzo, con la sua pazienza e dedizione, col dolore di crederlo perso per sempre in quei tre anni, forse con quel pugno che gli ha tirato in quell'unica occasione. La scienza non lo rassicura, la logica non lo sorregge, la musica non lenisce come vorrebbe. Vicini o lontani che fossero, in fondo sapevano di poter sempre contare sull'altro, di averne un pezzo di cuore sempre appresso. Leggo il tuo ultimo capitolo e mi sembra di essere lì in quel piccolo cimitero, davanti a quelle tombe bianche, vicine, quasi a proteggersi a vicenda dagli elementi così come si son protetti in vita, e nel vento mi sembra di udire una battuta acida e pungente e una risposta calma e bonaria, e nella nebbiolina azzura che le avvolge al primo mattino l'odore acre della pipa caricata con gli avanzi della giornata precedente. Questo fa la scrittura: apre mondi e fa vivere sogni. I "tuo" Holmes e il "tuo" Watson ora non sono più tuoi ma vivon di vita propria. Grazie per averceli donati!

E ora per evitare rischi di alluvioni ti dirò che la stretta a koala viene spontanea anche a me, ma non ti preoccupare, quando pensi di averli persi, i tuoi personaggi, te li trovi a vagare per la mente, per le stanze, per l'auto o la metro. Ti si appiccicano addosso e restan parte di te come tu resti parte di loro. Usando parole tue direi che ti han rubato un pezzo di cuore e viceversa;-)
Un saluto e ancora grazie per questo ultimo capitolo :-)!!!

Recensore Junior
20/11/11, ore 00:19

Eviterò giri di parole, sentimentalismi e cose di questo genere, perché non penso ti facciano bene, in questo momento. Passo subito al commento della lettura, alla quale affiancherò la stesura della recensione, come ormai faccio quasi sempre. 
La prima cosa che salta all'occhio è il passaggio dal "Lei" al "Tu", nelle domande che Holmes vorrebbe rivolgere al Dottore. Ovviamente non è casuale e ovviamente ha un grandissimo significato. Forse in quel momento più che in qualunque altro, Holmes si rende conto di chi fosse colui che gli stava accanto. Uno splendido amico che non ha rimpianti. 
"Calma, s’impose Holmes, dopotutto non era niente di più che il ciclo della vita.". E in quanto tale, il ciclo della vita annoda legami e ne slega gli estremi, quando il momento arriva. Non importa chi fosse l'estremo slacciato, è il ciclo della vita. E Holmes, ovviamente, non può non rendersene conto, non può non tentare l'appiglio ancora una volta nella scienza, nel rigore. Forse però nemmeno scienza e rigore riescono a chetare Holmes e tutti i sentimenti che in un modo o nell'altro aveva sempre confinato nei recessi di sé. Neppure la logica e la razionalità riescono a non far pensare a Holmes di aver perduto quell'indefinibile individuo che gli è stato accanto per quasi tutta la vita. 
In realtà Holmes neppure si rende conto del perché non riesca ad accettarlo come naturale processo che tutti gli esseri viventi condividono. Non lo sa, non capisce - Watson in questo è rimasto così fino alla fine. Un mistero, un caso irrisolto. Il più complesso e affascinante di tutti. 
E' tenero poi l'Holmes che rompe il silenzio, che sorride, che parla, che guarda Watson come aspettandosi una reazione. E' tenero e maledettamente doloroso. 
Devo proprio commentare la canzone? Si commenta da sola, sarebbe superfluo *-*
E alla fine, Dead e Alive, era un discorso che avevamo fatto. In una tua recensione, in un discorso, (stranamente) non ricordo. Ritrovarlo qui però è stato perfetto. La soluzione arriverà col tempo, quando quello sarà immutato e gli uomini se ne saranno andati. Ma se ne saranno andati insieme, e i pezzi di cuore torneranno al loro posto, e l'eternità sarà felice di ascoltare due vecchi amici ricordare. 
Riprendere un pezzo del prologo è un'idea splendida, un cerchio che si chiude e che ricomincia subito dopo, così come il ciclo della vita, che scioglie e lega estremità. 
E alla fine le tue note ç_ç fanno commuovere anche me. Sei cresciuta, con loro sei cresciuta, ti sei emozionata. E noi con te, abbiamo lasciato qualche lacrima (o qualche pezzo di cuore) tra le righe di questa raccolta. 
Non rimpiangerne la chiusura. Sarà sempre qui, completa e pronta per essere riletta ogni volta che vorrai. Un gioiellino del genere meritava una degna chiusura, meritava la sua dignità. Tu gliel'hai data. Sii fiera di tutto questo.