Recensioni per
Musa in letargo
di Tawara
Tante volte ho cercato di scrivere che non riuscivo a scrivere, perchè credo che tutti si trovino in questa situazione, prima o poi o addirittura per tutta la loro vita. Ecco. Tant volte ho provato, ma mai ci sono riuscita. E soprattutto, ma sono riuscita anche solo a pensare una cosa così bella, così, di nuovo, delicata, così sentita, così sofferta, eppure limpida e non rovinata da sprazzi di rabbia. Tu rispetti il tuo silenzio, perchè sai che è solo un'attesa prima di una grande occasione, prima di una grande soddisfazione. Forse è colpa della nostra (e parlo al plurale perchè anche io, per quanto mi sforzi di evitarlo, mi sento così) scarsa modestia, che ci fa credere di sapere già tutto e di avere tutti gli strumenti in mano, chi ci fa sentre sciocchi nel non riuscire a scrivere; ecco, forse è colpa sua se ci crogioliamo in questo limbo senza parole e quasi senza emozioni, perchè se proviamo qualcosa, riusciamo sempre a scrivere. Forse pretendiamo già di sapere tutto e questo tutto ci fa sentire vuoti e ci priva delle nostre parole. Forse dovremmo, proprio come tu hai fatto, palare alla nostra musa, essere più umili, sottometterci a lei. |
Mi piace il tuo modo di scrivere. Sei una delle pochissime persone che hanno ancora il coraggio di usare un registro elevato per fare arte e di riuscirci con buoni risultati. Le tue poesie mi ricordano tanto i lavori dei grandi della nostra letteratura, ma sono moderne nel contenuto. A parte il fatto che i temi che scegli sono sempre interessanti e, in questo caso, condivisibili e comprensibili da tutti noi, mi piace il modo che hai di svilupparli e di risolvere il lavoro in un versaggiare molto elegante, non privo di termini aulici, di troncamenti ed elisioni usati con maestria e di continui riferimenti al classicismo e al nostro patrimonio letterario. E riesci a fare tutto questo senza risultare pesante e desueta, rischio che è sempre presente quando si ha a che fare con l'immenso materiale artistico-culturale italiano. Insomma, il risultato è davvero ottimo e i tuoi lavori presentano una coesione tra di loro non indifferente, proprio come se tu ti stessi costruendo una poetica personale e originale che individua te come autrice di un corpus di opere che non di singoli componimenti distaccati. |
La tua Musa ti ha abbandonato e quindi tu hai preso ispirazione dall'abbandono della Musa. Hai fatto un capolavoro anche senza che Calliope ti ispirasse. Comunque anche per me è un periodaccio, le poesie non riesco a scriverle infatti mi sto dedicando alla prosa più che altro. Le tue poesie sono sempre stupende che parlino di bip o che parlino di assenza si ispirazione. |
Se non sbaglio, questa è la tua prima poesia che leggo ed è molto bella, non buttarti giù. Per le recensioni sì, hai ragione ce ne sono poche, anche io in questa sezione ne ho avute pochissime. Mi è piaciuto molto come hai scritto questo piccolo testo, non solo contenutisticamente stupendo, ma anche formalmente impeccabile. Complimenti :) |
Questa non sarà una recensione lunghissima, perché semplicemente ho da dirti solo due cose: poesia stupenda. E' palpabile l'impossibilità che senti nel non riuscire a scrivere ciò che vorresti, quel che senti (oh, come ti capisco. Provo anche io la stessa identica cosa), ma credimi la bravura rimane sempre quella. |
Sappilo, eh? |
ed io recensisco. ù_ù |
Ecco dunque La situazione vissuta da ogni poeta: la supplica - hai voglia l'invocazione! - alle Muse. Ma in verità mi sbaglio: in questa poesia di Muse ce n'è solamente una. "Ho visto l'inverno sul tuo viso, Musa." A proposito... Ecco, un verso che dà subito da pensare. Anzi, addirittura stupisce! Sì, perché di quest'unica Musa avviene chissà come o perché che ci venga mostrato il "viso". E' una cosa stupefacente, incredibile, paurosa! Sarà una reazione da letterato - esagerata e stucchevole -, ma è pur sempre una novità che dopo aver traguardato i secoli e non esser rimasta nient'altro che un sussurro, una voce, una potenza fono-creatrice, un canto - Il canto per antonomasia -, essa, la Musa, ci appaia ora in un'imprevista - e tragica - carnalità. Già posso vederla, con un solo verso l'hai dipinta all'immaginazione. "Ho visto l'inverno sul tuo viso." La vedo vecchia, la vedo marcita, nostalgica, con gli occhi spenti pallidi imbruniti del morituro, la vedo povera, ora che, impesantita di quell'inutile corpo, di quello stanco viso, di quella imprevista carnalità, manca della leggerezza dell'aria, manca della leggerezza di quel respiro - di quel canto - di quel concerto che per secoli è stata! Sinceramente, trovo questa poesia di una bellezza infinita. E proprio per questo primo verso, che così dunque ho interpretato. Sia pure, magari tutta questa riflessione esonda dal tuo genio. Epperò, si sa, bisogna pur accettare che qualcun'altro ci trovi addirittura del meglio in quello che scriviamo! :) In ogni caso, è bellissimo il rapporto tra il poeta - ovvera la poetessa! - e la Musa che si vede - almeno così è per me! - nella poesia. C'è un che di intimo. E' difficile da spiegare. Ma, in quel negarsi all'inchiostro della penna dell'autore, la Musa ostenta un pudore che è tutto un universo di cose fragili. Sembra una vecchia che sia stata un tempo una rara bellezza, e che ora rifiuti di essere fotografata - o di guardarsi allo specchio -, perché è vecchia, marcia, col pallore dell'inverno ("Il desio d'averti accanto/mai tu mi rifiutasti/ma ancora non permetti/al mio inchiostro di plasmarti"). Ma il poeta attende, con la pazienza di un amico. Mah... Questa recensione è un vero trip! In ogni caso, mai demoralizzarsi! In poesia ed amore, mai perdere la fiducia; se avrai fiducia in te, l'altro, quello a cui ti rivolgi, l'avrà a sua volta, e crederà in te. Saluti! (Recensione modificata il 23/11/2011 - 11:11 pm) |
Ti lascio una recensione perché sei più brava di quello che tu stessa credi. Te la lascio anche perché ci troviamo nella stessa situazione di stallo. Ma non credo possa essere qualcosa di preoccupante. |