MA CHE CAZZO.
Ah, il potere del caps lock. Me ne prenderò ancora un po', giusto per far scorrere il tempo e cercare di imporre quel tanto che basta di ordine ai miei pensieri per rendermi comprensibile.
Dunque: MA CHE CAZZO??
Ordine, dicevamo? Beh, fanculo l'ordine, soqquadro è l'unica parola che c'entra qualcosa, qui, perciò abusiamone. E' che quando penso a "soqquadro", a me è sempre balenata nella mente l'immagine di una parete di una casa con i quadri tutti rabaltati, pendenti, sfondati, crepati e crollati, come dopo un uragano. C'entra anche l'uragano, dopotutto.
Con questo scherzone dell'ultimo capitolo sei riuscita a spezzarmi il cuore, colpendo proprio nel punto in cui convergevano tutte le crepe generate e ricucite da Niente Virgolette, man mano che dispiegava la tua volontà (Amen). Mi hai fatto venire quel genere di coccolone inspiegabile, che ti lascia stordito a rigirarti nel letto con un unica, semplice proposizione in mente, il già citato "MA CHE CAZZO??". Mi sono già ripetuta per ben tre volte, lo vedi come mi si è inceppato il cervello.
E scusa i colloquialismi, ma capirai poi. Ecco, ora parliamo della storia, prché io sono ancora qui con i brividi e l'inspiegabilità e la meraviglia e l'insonnia. Perciò.
Premetto con il dirti che alcune parti di Niente Virgolette le avevo già lette a tempo debito, e nonostante le risate epiche che mi hai fatto fare nel capitolo del castello, abitato da spiriti sinistri quali un maggiordomo onnipresente e l'ultimo esemplare di pappa-strello, mi ero fermata alla presenza dei Sevenfold, perché i Muse non avevo ancora iniziato ad apprezzarli. Storie d'infanzia, io sono cresciuta a suon dei californiani sbattipentole. I Muse mi sono giunti al cuore da poco. E insieme a loro, è arrivata alla mia memoria anche la tua storia, perché avevo qualche vago presentimento che "un certo Matthew Bellamy c'entrasse qualcosa".
Del resto della storia parliamo dopo, anche perché riempirei pagine di aggettivi inutili - l'hai già capito che mi è piaciuta da impazzire e che sei ascesa al mio olimpo personale di divinità, vero?
Già mi puzzava di bruciato l'inizio di quel che il mondo supponeva fosse l'ultimo capitolo, il signor 17; quando l'avevo letto velocemente, la prima volta, avevo capito che avessero passato la notte insieme Brian e Bliss, e mi sembrava pure logico. Non sapevo che Bliss aveva i capelli bianchi, non ancora - di questo mi dovrai perdonare. Dunque immagina lo strabuzzamento d'occhi che mi è preso al che ho letto "neri"; capelli, neri. Cosa?! Ria e Brian, mi è sembrata la situazione più assurda del cosmo di Niente Virgolette, e ce ne voleva.
Molto bruciato, dunque, moltissimo.
E poi tutto il resto; avevo metabolizzato il giusto contrappeso drammatico che il matrimonio purificatore tra Ria e Matt richiedeva - la morte di John, il cimitero, la corsa in moto dietro quello sventurato di Baker -, mi si era stretto il cuore per i fantasmi che non potevano toccare i vivi, solo danzarci insieme con gli occhi bendati, avevo detto l'ennesimo grazie al Dio dei Tribolati Amori a Lieto Fine, e poi...
Ria si sveglia.
Ma è in bianco.
Ma non è la cugina di Jimmy.
Ma non è il suo matrimonio.
Io ti giuro che il cuore mi è caduto nella pancia, poi sta a te credermi. Ma che cazzo. Non è che sono arrabbiata, è che mi è venuta voglia di picchiarmi con la tastiera: per due anni questa storia ha atteso nelle caverne violastre della mia memoria per farmi questo?
Maledetta.
Mi hai scombussolata. Credo che questa sia arte, cazzo, questa è arte. Ma fa malissimo. E disturba.
Perché ci hai cullato tutte con il grande sogno finale: Ria e Matt, e come ho già detto non ero animata da sentimenti fanghirlistici di riflesso di me stessa, perché di Bellamy non sono ancora proprio innamorata - ha troppe amanti. Ma perché mi avevano convinta, quei due. Davvero, ci avevo creduto come non mai, che la loro storia d'amore fosse qualcosa a cui assolutamente non si può sopravvivere, se non imbrocca quella direzione su mille altre che la fa funzionare. Perché se tutti spingevano da quella parte, se la coppia era quella che teneva insieme storia e personaggi, dopotutto, io non ho potuto fare a meno di credere che il loro amore fosse davvero quello del "per sempre". E io non sono romantica. Affatto.
Questo non spiega fino in fondo come mi sento, dopo aver letto il vero finale. E' un calcio nello stomaco alla realistica ingenuità che mi ha fatto da compagna nelle notti in cui ho letto questa storia. Non capisco, però. Com'è possibile che fosse Jimmy, per davvero, fin dall'inizio?
Forse Ria capisce finalmente l'incolmabile distanza che separa il Matt, leader dei Muse, e Matthew Bellamy, uomo? Nel diciottesimo capitolo di Niente Virgolette, Ria Montague si sveglia da un sogno che è durato dal primo, di capitolo? E' la logica del "ciò che vuoi davvero è sotto il tuo naso, solo che non riesci a vederlo"?
No, è troppo Superficial per essere da te. Allora continuo con le domande: alla fine si sbatte il muso contro la realtà? L'impatto però non sembra essere così duro. E' molto dolce, nonostante lo stordimento e la sensazione di tutti i muscoli indolenziti da questo lungo volo attraverso le volte di Bellamy. Mi sono accorta che è il migliore dei modi in cui poteva andare, al secondo posto, ovviamente, dopo il sogno ad occhi aperti di Ria che sposa Matt, intendo.
Mi hai fatto venire i dubbi, Queen. Di quelli tremendi.
Ma i sogni non si realizzano?
E' la recensione più lunga che io abbia mai scritto, e non ho ancora finito, non finirò mai. Se permetti, vorrei far durare la magia ancora per un po'.
Intanto ti volevo ringraziare. Per avermi fatto ridere, e vivere un'avventura, e conoscere persone meravigliose, e esplorare il mondo sovrasaturo di un sogno di cui tutti condividiamo gli intrecci fondamentali, e anche star male, immaginare (soprattutto, soprattutto), e anche, sì, venire i coccoloni.
Ora ti ringrazierò di una cosa strana, ma te la volevo dire. Grazie di non aver fatto morire Jimmy. In qualche modo sono sicura che capisci, perciò ti mando anche un bacio.
La tua storia è uno splendido volo, un dramma straordinario, ricco di tutto quello che ci deve essere in una storia che rimanga a vivere in chi la legge. E quei tre chili di sarcasmo tra i denti, come dimenticarli. E le battute al vetriolo, che se le sentissimo nel mondo di tutti i giorni, ci convinceremmo a ridere di più. E le situazioni assurde, demenziali, paradossali, cariche e vibranti, e i baci, e le lacrime, e gli addii e i pensieri e la musica e i ricordi. E tutto il resto.
Tutto, il resto.
E scusa, ma non ho avuto il coraggio di recensire capitolo per capitolo. Ma sei stupenda. Una scrittrice straordinaria, davvero, hai talento, hai le parole. E sono felice di averle lette. Con un bel po' di costruttiva invidia, devo ammetterlo, perchè ogni volta che in questi giorni mi sono trovata a fissare una pagina vuota di Word è stata colpa tua. "Andiamo a vedere come stanno lì". Un po' come all'isola che non c'è, e qui mi viene in mente la battuta fulminante di Bliss che parodia John che parodia - inconsapevolmente - Peter Pan. Cioè, sei da amare. Il tuo stile è incredibile, e una serie di aggettivi con la i. E' il tuo stile, punto. E la scrittura è senz'altro la tua corda: appena ci pizzichi sopra una parola, anche corta, ecco che prende un suono e una forma meravigliosi.
Non finirei mai di commentare Niente Virgolette, ma penso di essere alla fine delle parole ormai.
Ah già, il cast.
Ria è da Oscar, su questo nessuno può dir niente. La sua è un'umanità disarmante, mi ricorda troppo la perfezione; è stata difficile da digerire, perché è ciò che vorremmo essere. Sempre a cavallo. Bliss è stata indecifrabile, come del resto gli altri, come del resto lo sono gli esseri umani. Ma, ecco, lei lo è stata un po' di più, e per questo le ho voluto bene come una sorella minore da proteggere dalle brutte cadute e le sbucciature alle ginocchia. Matt, quello Bellamy, che ero convinta avesse gli occhi scuri e che mi aveva fatto credere di essere come tanti altri, di quel misto strano di pop-rock, e invece è Muse. Dom, sempre e comunque fuori tempo, un bambino che sogna con gli occhi ben stretti per la paura di non trovare quello che ha immaginato, fuori. Fiorellino e la dolcezza che rifletteva su tutto, non appena il suo nome sbucava nella riga anche senza un determinato perché. Come una mamma. Quella banda di criminali dei Sevenfold, che hanno ricalibrato la storia portandola ad una dimensione affettiva ancora più profonda.
E poi non posso fare l'elenco di tutti, ma sappi che li hai fatti vivere di una grazia esageratamente bella, e che sono stata un po' di parte, perché quando c'erano di mezzo Bri e Jimmy il sorriso si allargava un po' di più.
Mi sa che ho finito - sempre con lo stordimento che ormai mi terrà sveglia. Non so come farti tutti i miei complimenti, mi hanno insegnato solo a dire questa frase, spero che sortisca l'effetto in ogni caso.
Scrosci di applausi, si era già capito, no? |