Recensioni per
Cercando il suo nome
di MedusaNoir

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
02/11/14, ore 14:30

Un bellissimo intreccio, complimenti. In pratica hai costruito l'impalcatura di un film e sei riuscita a sintetizzarla senza far perdere neanche per un istante i particolari pių indispensabili per far cogliere l'essenza dei sentimenti al cuore della fic. Personaggi bel riusciti, anche se mi sarebbe piaciuto avere quache dettaglio in pių su di loro, soprattutto dal punto di vista fisico. Il colpo di scena e il finale sono maledettamente ben fatti. Great job :D

Recensore Junior
29/06/12, ore 02:41

Bella, come al solito :3
E.. ehm, scusa per la recensione striminzita, ma sto morendo di sonno (non potevo andare a dormire senza aver letto l'ultima eh v.v )
Spero ne scriverai altre e, in caso, mi farebbe piacere se mi avvisassi cosė sono sicura di non perderle (:

Recensore Master
23/01/12, ore 23:30

Con il ritardo più assurdo che io abbia mai fatto... eccomi qui.
A chiedere umilmente scusa, perché tu ti sei impegnata per farmi un regalo per il compleanno, una storia meravigliosa, e io non sono nemmeno riuscita a scriverti una recensione decente per tempo. O meglio, ero convinta di averlo già fatto, il che mi rende ancora più stupida ai tuoi occhi.
Beh, cerchiamo di farci perdonare insomma, piccola Erica.
Innanzitutto sappi che prima di scrivere questa recensione ho riletto la storia, perché era giusto che io ce l'avessi fresca di memoria prima di addentrarmi nell'oscuro mondo di una recensione. E quindi è ancora più bello, perché ho potuto riapprezzare molti pezzi del racconto; ho potuto amare alcuni particolari e ho potuto riascoltare la canzone che mi hai indicato - e la sto scaricando in questo preciso momento u.u
... Din! Download terminato. Bene, ora la posso ascoltare anche mentre recensisco, chissà che mi ispiri come ha fatto a te per questa meravigliosa One-Shot.
Partiamo dall'inizio - e beh, logico, vuoi che parti dalla fine?!
Devo dire che ho adorato subito il Manuel che mi hai presentato: per lui la musica significa molto, lo si capisce immediatamente dalle poche parole (sempre azzeccate) che utilizzi per trattare di tutto questo. Mi piace anche il fatto che lui sia partito per i tre mesi in America senza avvisare i suoi amici: in questo modo diventa l'emblema dello spirito libero, della naturalezza, della voglia di vivere e di sognare. Questa visione mi ha conquistata e, per citare Manuel - o meglio, per citare te:

Riesci a fare colpo anche senza accorgertene, si complimentò con se stesso. Vai così, Manuel!

Ma come posso dirti che la cosa più bella - quella più bella in assoluto! - è proprio la questione dei nomi? Io l'ho adorata, davvero; non posso mentirti, ma ho sempre sognato di vivere una storia simile. Mi piace per tutto quanto, perché la ragazza non si fa problemi, dice semplicemente: "Chiamami."
Ed è bellissimo, perché un nome è un'etichetta: un nome è paura, un nome è un pensiero. Se non si sa un nome è ancora più difficile pensare a quella persona, ti mette a dura prova.

- Hai paura di affezionarti dandomi un nome? - provò a scherzare una volta Manuel, passandole un braccio attorno alle spalle. - Dai, dimmelo, dimmelo, dimmelo, dimmelo, dimmelo!
- Mi piace questo senso di mistero - rispose la ragazza con un sorriso.


E logico che le piace, piace anche a me; a chi non piace il mistero? Attira. E poi c'è una frase bellissima di un film e di una canzone che dice: "Ti manca ciò che non conosci.", è una delle cose più belle che io abbia mai sentito, dico sul serio, e credo che in questo contesto ci stia molto. Tra Manuel e Heather nasce questa attrazione speciale, questo attaccamento, anche per proprio questo fatto della mancanza di dare un nome al volto: una volta conosciuto il nome si sarebbe persa un po' di quella magia.
Poi quel ripetere "dimmelo" mi ha fatto venire in mente Davide. Stretta al cuore.

Andavano al cinema, passeggiavano per il parco, si attaccavano lo zucchero filato tra i capelli e poi correvano sotto la pioggia, peggiorando solo la situazione; lei lo andava a prendere al termine delle lezioni, lui entrava di nascosto nel suo dormitorio quando le compagne di stanza erano a casa dei genitori per il fine settimana.

E' la cosa più bella che io abbia mai letto. E non so perché; forse perché è semplice eppure così difficile da realizzare. Perché ho sempre sognato la purezza di una storia così dolce, sincera, senza grandi e contorti ragionamenti. Manuel e Heather vivono, nelle tue parole. Manuel e Heather sono la cosa più dolce che possa mai accadere, sono semplicemente un sogno - tutto ciò che non ho e che vorrei.

 Erano solo loro due, l’italiano e l’americana, che si divertivano a rotolarsi nei prati e a comporre canzoni. Lei aveva una voce angelica, adatta alle note che Manuel suonava accarezzando le corde della Gibson, e il ragazzo si ritrovava sempre più spesso ad osservarla estasiato, chiedendosi cosa mai ci trovasse in lui.

Altro pezzo, vicinissimo al precedente, ma non potevo fare a meno di quotarlo, perché mi è piaciuto e per precisare qualche cosuccia. Come per esempio che la mia voce è tutt'altro che angelica, che assomiglia a quella di un camionista; che sono stonata insomma, ma stonata forte. Heather è la mia bella copia, e sono contenta che lo sia perché in questo ritratto idilliaco Manuel si merita il meglio. E la visione di questi due ragazzi mi colpisce semplicemente proprio perché sono così perfetti insieme, fatti l'uno per l'altra, creati l'uno per l'altra che non posso fare a meno di amarli e di desiderare di essere loro.
Inoltre mi è piaciuto il fatto che Manuel si chieda che cosa Heather ci trovi in lui; sembrera una cosa banale, magari anche letta e riletta, ma trovarlo un ragazzo del genere, oh. Accidenti, ecco le lacrime.

Poi, come avevano saputo sin dall'inizio, il tempo a loro disposizione terminò.

E' il pezzo che mi ha incuriosita di più perché mi sono sempre chiesta come ci facesse essere un dopo con una storia così: la distanza a volte sembra così potente da annullare tutto il resto - a volte anche l'amore. Quindi quella frase mi ha messa molto sull'attenti: curiosa di sapere cosa viene dopo, cosa può succedere.
Bella anche l'immagine che hai creato per l'addio (devo cambiare aggettivo: bella è troppo generale e poi l'avrò usato una cosa come 2904394798204890374982 volte nelle tue recensioni, ormai è noioso e privo di significato. D: Devo inventare delle nuove parole per te.): mi piace che Manuel senta quella stretta allo stomaco e che Heather continui a sorridere. Mi piace sul serio e non so perché: forse perché gli addii strappalacrime sono veramente un tema molto usato e a volte si perde la cognizione del vero addio; perché Heather e Manuel non vogliono soffrire ma vivere l'uno grazie all'altro. Ed è proprio per quello che Manuel può vivere nei ricordi, non pensare a cosa ha perso ma ha cosa ha avuto. Un altro paragrafo che ho amato con tutto il cuore, perché mi ha fatto sentire viva.

Altro punto non a favore, ma a favorissimo: il flashback sul primo bacio. E' così... Non è un'atmosfera dolce e romantica, niente fluff. E' normale, semplice, abituale: una ricerca di scuola e un ragazzo che si offre di aiutarti. E Heather che cerca di parlare italiano e sbaglia palesemente l'articolo; l'ho amata questa parte. No, non adorata, non venerata, non mi è piaciuta, non l'ho apprezzata: l'ho letteralmente amata. Come non mi capita di amare spesso le cose. E ancora più bello quello della frase: "Sei bellissima," che l'ho trovata una sfida particolare e nuova. Di solito si dice sempre il significato delle cose, mentre qui è bello che Heather debba scoprire da sola tutto, debba cercare anche il proprio complimento. Così acquista più fascino.

Ecco, vedi, è un punto molto forte della storia questa idea di mistero, di aurea di sconosciuto ma conosciuto che c'è. Perché il lettore conosce, può leggere tra le righe, scoprire cose che forse ci sono e forse no, mentre il personaggio con cui giochi continua a chiedersi le cose, a sperare, a cercare di indovinare. Mi piace davvero molto il mistero, l'ho sempre amato e continuerò a farlo, soprattutto dopo questa storia.

Manuel infilò le cuffie, ora pronto ad ascoltare qualsiasi voce, ma non la sua, che gli rieccheggiava ancora nella testa.

E' una cosa che faccio spesso anche io: metto le cuffiette a tutto volume e addio mondo, letteralmente. Odio quando ho le voci nella testa che rieccheggiano, sono insopportabili. Ti costringono a tornare indietro, ad andare indietro molto più che avanti. A volte allora è meglio anche ascoltare una voce insopportabile che canta, qualcuno che odi, pur di non avere nella testa quella voce, quell'unica voce.
Che, tra parentesi, ora sono io ad avere in testa, soprattutto dopo aver letto: "Non riesci proprio a stare senza di me, eh?" che è una cosa che... Che non dice solo Manuel, ecco.

Anche il cambiamento di Heather mi ha colpito: non mi aspettavo questo colpo di scena, dico sul serio. Eppure l'ho trovata meravigliosa anche così, anche distrutta dalla sua vita, anche diversa, cresciuta e piena di cicatrici - cicatrici non solo all'esterno, ma anche all'interno. Segna il cambiamento della persona; non si trovano più a Brooklyn, non devono più fare i conti solo con se stessi, ma anche con il mondo che li circonda. A dir poco bellissimo questo passaggio - anche se non così bello per lei, immagino. Triste, sì, ma maturo e per niente idealizzato. Vero, ecco, credibile.
E questo passaggio è segnato soprattutto dalla frase: "Un tempo non ti saresti posta certe domande." Unica. E' la frase che sembra smuovere Heather. Ma sai, mi ha colpito il fatto che Manuel non fosse deluso, ecco. Si vede che il bene che le voleva era sincero, perché altrimenti, nel vedere questo cambiamento nei suoi atteggiamenti, avrebbe molto probabilmente rinunciato.

Attraversarono Kensington Gardens e raggiunsero Craven Road chiacchierando allegramente, spensierati come un tempo, quando vivevano la loro storia al presente, senza pensare al futuro; ogni tanto lui le indicava le stelle e fingeva di descrivere le costellazioni, ogni tanto lei rideva e lo prendeva in giro ricordando il passato. 

Ritorno al passato: prossimamente al cinema. No, okay, battuta pessima, volevo solo dire che è un altro punto che mi piace, ritentare di vivere ciò che c'è già stato. Serve, serve anche a loro, ne hanno più bisogno di quel che riescono a capire.

Manuel la guardò negli occhi, scorse di nuovo quel velo di tristezza che aveva scovato all’inizio e interpretò le sue parole come una disperata richiesta d’aiuto.

Heather è cambiata e non si può non notare: una richiesta d'aiuto è tutto quello che può fare. Manuel non può rifiutare, Manuel ne è innamorato. Manuel non può dire di no alla sua Heather, e deve aiutarla; Manuel è l'unico che può farle tornare il sorriso che ha perso. Lui non lo sa ancora, è chiaro, però si mette a disposizione per provarci, e questo secondo me è bellissimo. Perché non sono tante quelle persone che sono veramente disposte ad ascoltare, a farti sorridere perché lo meriti, a farti sentire bene. Sono rare, rarissime.

Manuel non aveva mai provato la sensazione di fare qualcosa di sbagliato perché non sapeva come sarebbe stata la vita dopo quel mese e mezzo passato insieme, ma ora era conscio di ciò che volesse dire vivere senza di lei: non era male, si andava avanti, però mancava qualcosa.

Ed è quel qualcosa che fa la differenza. Quel qualcosa fa sempre la differenza, ti fa sentire insoddisfatto, solo.

E poi, il punto cruciale.

- Pronto, sono Heather.
 Heather.
 Manuel spalancò gli occhi, allontanando immediatamente da sé tutta la stanchezza, affiorò dalle coperte e cercò di pensare a mente lucida. Così era quello il suo nome; dopo tre anni di vuoto, un nome. In quel momento si rese conto di quanta importanza avesse un nome, a differenza di quello che diceva Giulietta
.

La storia si chiama "Cercando il suo nome", quindi considero questo il punto cruciale. Ora che ci penso, non so perché hai scritto questa storia, con quale idea, non so perché hai dedicato proprio a me una cosa simile, ma la cosa del nome può essermi riferita. Sono io che ho detto che un nome dà troppa importanza, o sbaglio? Beh, ora tu hai reso benissimo l'idea; in modo diverso, certo, ma l'hai resa egregiamente. Ora Manuel è intrappolato. Lo sarà per sempre. Un nome ti incatena.

Dimenticami, e io mi dimenticherò di te!

Sarà il messaggio che invierò tra due secondi.

Bene, non ho altro da dire, il finale mi ha lasciato senza parole, è semplice e puro come quello di un bel film che non smetteresti mai di vedere.
Io non merito tutto questo, ma tu ti meriti di sapere che la mia vita è veramente cambiata da quando ti ho conosciuta. Non lo dico tanto per dire. Non avrei mai pensato che avrei potuto instaurare una così grande amicizia a distanza, che mi sarebbe sopraggiunta una tale bellissima storia per il compleanno. Non avrei mai potuto immaginare che quando mi sarei sentita sola, ingannata, illusa, avrei digitato il tuo nome nel telefono. E che avrei speso anche un'intera ricarica una sera per starti vicino.
La mia vita è cambiata, le tue parole rimbombano in essa.
Voglio starti vicino per sempre e spero con tutto il cuore di riuscirci.

Grazie, Sara. So che questa recensione fa schifo ed è sconclusionata; forse non hai capito quanto l'ho adorata (e se così fosse me ne dolgo), ma non hai nemmeno idea di quanto io l'abbia fatto. E forse non ti ho detto abbastanza volte che sei brava.
Ma non ho più parole per te. Devo inventarle, e un giorno sta sicura che lo farò.

Il più bel regalo di quest'anno.
Sei stupenda.

Un forte abbraccio, ti voglio bene - e buonanotte.

Erica 

Recensore Veterano
20/12/11, ore 15:56

E' bellissima <3
Manuel e Heather sono troppo TROPPO carini! E Marco č sempre un angelo.
Brava!