Recensioni per
Silent Night
di Elizabeth_Tempest

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Nuovo recensore
27/12/11, ore 02:05
Cap. 1:

Innanzitutto grazie per averci erudito sul fatto che i carol siano i canti di Natale. Davvero non si finisce mai di imparare. Inoltre mi sembra bizzarro che tu, autrice, non sappia se determinati fatti avvenissero o meno nel periodo storico che hai scelto di narrare. C'è una cosina chiamata "lavoro di ricerca" che ogni scrittore dovrebbe fare. Sennò è come giocare a dadi tirando a indovinare. Non mi ha convinto nemmeno l'ambientazione. E' resa talmente generica che potremmo essere nella Londra Vittoriana o a Lintorchiate di Sotto e non cambierebbe molto, ed è deludente che già dalla seconda riga si capisce come vada a finire.

I ricchi ridono e i poveri soffrono. Wow...

Mi dispiace molto rompere il disincanto dell'atmosfera "natalizia" dickensiana che hai goffamente tentato di descrivere. Non ho percepito per nulla di quanto tu volevi trasmettere se davero volevi trasmettere qualcosa.

Qui non c'è il punto di vista del tuo monello, il racconto è narrato in terza persona, quindi da un punto di vista esterno. Descrivi rapidamente e genericamente le famiglie della ... qualunque città sia, con la pecca che standardizzi il tutto ad un alto livello sociale - e ribadisco ancora una volta generalizzando e scadendo nei classici cliché -  solamente per poi confrontare il tutto con l'estrema povertà della famiglia del tuo monello.

"In ogni casa, nel camino scoppietta allegro un fuoco ... le madri già vestite con ricchi abiti..." A parte il fatto che ci sono errori nella frase, la ripetizione di "nel camino"... la revisione dopo la scrittura è fondamentale... ci sono poi delle incongruenze nella descrizione familiare che hai fatto.

In un quadro familiare "ricco" vai ad inserire la figura paterna, qui molto patetica, che torna a casa a capo chino e che pensa solamente al giorno di riposo come fosse un qualsiasi operaio. Mi spiace ma è in netto contrasto con l'immagine che volevi dare poche righe prima. Qui è come se il padre fosse al di fuori della famiglia.

Il tuo poverello poi, anche qui c'è una descrizione poco fluida e incoerente visto che dovrebbe essere sfinito dal lavoro ma osserva attento e rapace la ricchezza e la felicità altrui. Ne prova forse invidia? Ne è indifferente? Io non ho percepito nulla.

Questo tuo monello comunque mi ricorda molto Charlie e la sua famiglia nel film Willy Wonka e la fabbrica di ciccolato, naturalmente non il remake ma il film "originale" con Gene Wilder che descrive un sapiente spaccato della povertà a confronto con l'opulenza delle altre classi sociali.

Noto purtroppo che anche questo tuo componimento pecca di errori  e l'uso "allegro" della punteggiatura che rende il lavoro affrettato e brutto da leggere. Mi pare di avertelo già rimarcato altre volte che devi curare maggiormente un testo quandolo vuoi pubblicare.
Immagino che tu non abbia voluto arbitrariamente cambiare registro mangiandoti la vocale terminale di alcune parole rendendo alcune frasi quasi delle cantilene, altrimenti avresti sbagliato del tutto lo stile narrativo visto che hai puntualizzato che questo racconto è narrato dal punto di vista di un poverello sicuramente analfabeta o quasi. La citazione di Morfeo poi, è assolutamente inadeguata per il contesto. Anche se ormai è un'associazione quasi automatica, direi che è incoerente con il periodo e l'ambientazione. L'hai forse messa lì per fare sensazione e darti un tono erudito? E' solamente un ridicolo anacronismo che stona con il carattere tipicamente cristiano di questa notte.

Come ho già detto prima,  la descrizione dell'ambiente e dell'atmosfera è superficiale e standard. Sarebbe risultato meglio la descrizione di una cartolina natalizia. Hai rischiato nel trattare un tema incredibilmente comune e  non ci hai messo né inventiva né sentimento. A chi scrive storie si chiede un passettino di più.

Infine, non sono per nulla d'accordo con la tua frase di chiusura. Sarà un luogo comune ma la ricchezza non dona la felicità, può riempire lo stomaco e scaldare il corpo ma anche un semplice tozzo di pane e una mezza scodella di latte caldo, se condivisi in una famiglia amorevole rendono ricco il Natale.