Finalmente eccomi a commentare!
Ordunque, non posso che gongolare in modo del tutto spudorato per la pubblicazione di questo capitolo, perché sin da quando mi hai parlato di Dahlia (e ci tengo a sottolineare come tu mi abbia parlato di D, a dimostrazione della prepotenza di questa donna) mi ha letteralmente conquistata. Questa storia, solo parlandone, riusciva a trasmettere una potenzialità che - con la pubblicazione di questo primo capitolo - non si è affatto smentita. Quando parlo di "potenzialità" mi riferisco a una storia che fora l'obiettivo, che non scade nel banale e che ha personaggi solidi e credibilissimi. Tu hai centrato queste caratteristiche una a una, portando una ventata d'aria fresca in una sezione che ormai risulta stagnante nei suoi topos di storie d'amore melense, di OOC e slash. Benvenga dunque la nostra strepitosa Dahlia.
Che dire?
Parto dal principio, ovvero dal background. Ho trovato eccezionale il modo in cui hai affrontato il mondo dello spettacolo, in particolare quello della musica, con un gruppo di donne che hanno le classiche ai propri piedi e, a differenza di un banalissimo buonismo che troviamo ovunque, qui emergono gli aspetti più disparati della vita della rock star, in un clima e un modo che li rende a mio avviso reali e nient'affatto macchiette. Persino Dahlia, che è oggettivamente una stronza e che potrebbe cadere nel caricaturale, non ha niente di tutto ciò, ma risulta semplicemente PERFETTA. Questo, mi porta ora a una piccola carrellata dei tuoi personaggi perché sei riuscita a offrire ad ognuno di loro pregi e difetti veri, privi di sbavature o indecisioni, ma, soprattutto, a offrire ad ognuno un background azzeccatissimo che le ha portate a essere ciò che sono ora, in una crescita artistica e interiore che ce le presenta ora come le rockstar del secolo. Dahlia, che è l'indiscusso leader carismatico del gruppo, è un concentrato di malizia, vizi e dispotismo. E' il prototipo della rockstar viziata, tutto può ottenere e tutto desidera (la guerra aperta a Synyster Gates ne è un chiaro esempio). E' un personaggio forte, senza curve ma ricco di angoli acuti, come se per dipingerla occorresse solo tratteggiare una spessa linea nera su un foglio bianco, perché Dahlia non ha sfumature. Ne è un esempio lampante il litigio con Holly, in cui i sentimenti di affetto e amicizia non vengono lontanamente presi in considerazione. Dahlia sta lottando, dunque sbrana, anche se ha di fronte una delle sue migliori amiche. Mi piace questo suo aspetto, questo suo ego smisurato che la porta a trattare chiunque nel medesimo modo. Dahlia è il centro del proprio universo, dunque tutto il resto è satellitare e, quando quel "resto" le pesta i piedi, lei è pronta a sfoderare gli artigli per difendersi.
Sophie credo sia la più tranquilla del gruppo, e anche la più dolce. I pezzi in cui la parola è data a lei, è facile vedere più equilibrio nelle sue parole, e anche una maturità differente. Per quanto spicchi la sua ironia, si nota come l'affetto che la lega a Dahlia - e gli anni di convinvenza - la portino a non dare nemmeno più peso ai suoi capricci o alle sue scenate. E' più accondiscente rispetto ad Holly, per esempio, e soprattutto Sophie è l'occhio esterno che tutto può raccontarci, con la dolcezza di una madre e l'ironia che le è propria. Nemmeno lei, però, cade nel melodramma con la storia della piccola Becky, e devo dire che anche questo si aggiunge ai punti a favore di questa storia, che non scade mai nel patetismo ma riesce a conquistarti pe la schiettezza dei suoi personaggi, per la bellezza con cui ognuno di loro entra a far parte della storia, attraverso i racconti di Sophie e i pensieri (acerbi) di Dahlia. Holly mi sembra la più realista, forse anche la più "normale" delle ragazze, o forse quella con il maggior desiderio di normalità nella propria esistenza, e questo lo si nota dalla sua relazione con questo commercialista che presto, vorremmo vedere tutte morto (U.U)
Come ti ho già detto, Rookie è la mia preferita. E' la più piccina del gruppo, e credo sia un peperino nonostante qui ci siano solo le avvisaglie di un pericoloso iperattivismo e di una bravura con le bacchette che fa invidia ai "grandi". Quando ho letto la scena con il Rev, ho gongolato un sacco, trovandomi a tifare spudoratamente per questa ragazzina, immaginandola un prodigio senza troppi sforzi.
Concludo con l'ultimo applauso a questo primo capitolo, dunque, sottolineando quanto tu sia stata brava nel ribaltare "l'effetto famiglia" degli Avenged Sevenfold su un gruppo femminile, in cui le dinamiche diventano simili eppure diversissime nel modo in cui vengono gestite e nell'approccio delle stesse. Per analogie, potrei dire che il background della nascita delle loro band sia del tutto simile eppure, la diversità di fondo, sta sia nei personaggi che le compongono sia nel sesso degli stessi, in un dualismo che spero di vedere presto ben più marcato, negli scontri più "aperti" delle due band.
Per quanto possa essere ingiusto, qualcosa mi dice che tiferò per le Angeles (^.-)/ |