Tesoroooo!
È sempre una meravigliosa sorpresa vedere che hai postato una storia! ^-^
Che dire?
Bellissima. Niente di più, niente di meno.
Toccante, avvincente, profonda.
Una dota straordinaria, nonché straordinariamente rara, quella di riuscire a descrivere situazioni critiche come quella che viene narrata in questa storia, senza risultare pesante, volgare, gratuita.
Non è una condizione di vita facile quella che descrivi e lascia una sensazione di cupa disperazione addosso, di oppressione.
Tuttavia, neanche per un istante quello che veniamo a sapere di una Hogwarts così lontana da quella che solitamente immaginiamo, eppure così coerente e inquietantemente credibile, risulta disturbante.
I nostri ragazzi vivono sotto un regime dittatoriale, per cui quella serena realtà protetta da cancelli dorati, nella tua storia diventa il primo campo di una guerra che imperverserà nel mondo magico.
Nuovo, originale.
Un punto di vista che capovolge completamente una condizione che siamo abituati a dare per scontata non solo nella parents’ generation, ma perfino ai tempi di Harry.
Un’ambientazione singolare e accativante che varrebbe la pena di vedere ampliata… a buon intenditor, poche parole… -_^
Il punto di vista di Sirius, è eccezionale.
Perché ci da una panoramica a tutto tondo della situazione e dei compagni che vivono la sua stessa condizione, facendo sì che anche quella che dovrebbe essere una semplice comparsa come Alice, diventi un personaggio attivo ed integrante e che quello che dovrebbe essere un semplice sfondo d’ambientazione, sia la motivazione esplicativa, tangibile di quella che è la vita a cui sono obbligati e alle condizioni a cui sono sottoposti. Senza contare la cagione delle risoluzioni future, risoluzioni come quella di fondare un Ordine della Fenice.
James, in questo frangente, si rivela come sempre il vero eroe.
Non quello fittizio, stereotipato fino ad essere ridicolo se vogliamo, no.
Lui è l’eroe dotato di un innato senso della giustizia, che ha il coraggio di agire in base ai suoi valori, quali che siano le conseguenze.
Lui è quello capace di infondere speranza e forza con un sorriso.
È la positività fatta a persona nella giusta misura. Vale a dire senza quell’alone Pollyannesco irritante e stucchevole che circonda come uno strato di zucchero e miele i canonici “buoni irreprensibili”.
James è umano. E il suo essere umano è visibilmente straordinario nell’ordinario mutismo e terrore in cui vive, per questo è un eroe.
La sua testa spicca alta in mezzo alle altre chine e tutti sono consapevoli che non l’abbasserà, neanche a rischio di poterla perdere.
Ma torniamo a Sirius…
Sofferto, combattuto, deluso da se stesso e vittima, nonostante tutto consenziente, di quelle che considera le proprie debolezze.
La paura di non riuscire ad amare abbastanza e perdere ogni cosa, quella di amare troppo ed essere vulnerabile.
In ogni caso, da qualunque lato lui guardi se stesso e le sue azioni, risulta sempre perdente… e irrimediabilmente sbagliato.
Non voglio fare dell’ironia spicciola, ma Sirius è davvero un cane.
Un cane di Pavlov, che arriva ad avere reazioni automatiche senza più bisogno di alcun input dopo un certo tot di tempo.
Lui è sbagliato. Sempre e comunque.
E mi domando quante volte la sua famiglia debba aver ripetuto questo concetto per ottenere un simile risultato, probabilmente più volte di quante abbiano pronunciato il suo stesso nome.
Al punto che la sua è una convinzione cronica ormai.
È un cane dipendente dal suo proprietario e dall’affetto che egli gli elargisce.
In questo però torna ad essere umano, perché è disposto a fare qualsiasi cosa, giusta o sbagliata che possa essere, pur di ottenere ciò di cui necessita.
È logico e coerente in modo meraviglioso, come Sirius, così insicuro e confuso, trovi sicurezza e riconosca come la sua metà perfetta, l’unico studente di tutta Hogwarts che più di lui e di qualsiasi Nato Babbano, dovrebbe essere considerato un reietto: Remus.
So che tu consideri il personaggio di Remus un po’ ostico, ma in tutta sincerità, io questo non l’ho mai riscontrato nei tuoi scritti.
Nel tuo Remus ravvedo una forza di volontà e un carattere che, ahimè, raramente vengono descritti.
La norma vuole che il licantropo -e se potessi utilizzerei i tag del grassetto, del sottolineato e del corsivo tutti insieme per sottolineare la parola “licantropo”- sia un fragile, debole, singhiozzante virgulto. Incapace della benchè minima reazione, che arrossisce e si imbrana come una timida verginella deficiente, del tutto incapace di mentire… ehm…
Ecco, è in quei momenti, quando leggo simili descrizioni, che penso che l’autrice/autore abbia dei seri problemi, e bada che parlo per eufemismi, con la caratterizzazione del personaggio. Certamente questo non mi accade quando leggo il tuo Remus, che soprattutto in questa storia, palesa tutta la sua forza, malgrado dica di essere debole.
Sono poche le sue battute, ma decisamente significative e ciò che non dice, si capisce dai suoi silenzi, dai suoi atteggiamenti, dalle sue posture.
Un coraggio ammaliante.
La scena fra lui e Sirius, per quanto sofferta e drammatica, è di una sensualità incredibile.
Adoro il tuo dolce e tenero romanticismo, ma devo dire che la tua capacità di esprimere scene d’intimità è a dir poco eccellente.
Che sia una sfida, un esperimento o una voglia di novità, spero vivamente che questa sia la prima ma non l’ultima storia che scrivi con simili caratteristiche!
Introspezione, originalità, sensibilità, sensualità e partecipazione.
Sono caratteristiche presenti in ogni tua storia, ma ti sei davvero superata stavolta!
… e magistralmente distinta… -_^
Ancora complimenti! Serpedoro
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