"Fu un tocco leggero, all'inizio. Un delicato sfiorare sul lato del viso, che la tolse da un sonno mai abbracciato del tutto.
Michiru si mosse appena sotto le lenzuola, il tocco che si spostava sulla fronte, giusto sopra l'occhio: sollevando le palpebre trovò Haruka seduta accanto a lei, le dita sul suo volto.
Inclinò appena la testa spostandola sul cuscino, una lieve ruga sulla fronte che faceva la propria comparsa. Aprì le labbra per chiedere, capire, ma Haruka mosse piano la testa: un leggero segno di diniego che, insieme al lieve sibilo lasciato uscire dalle labbra appena arricciate, le intimò il silenzio nella penombra della camera, tra la valigia pronta per essere chiusa e un orologio da parete il cui ticchettìo si insinuava, senza rispetto, in quell'assenza di parole. E senza muoversi, allora, la lasciò fare: lasciò che le dita di Haruka percorressero il contorno del viso, scostando una ciocca acquamarina incontrata giusto sotto la tempia; che sfiorassero la fronte lì dove incontrava i capelli, scivolando pigre verso lo zigomo, scalando la curva del naso. Fermandosi, infine, sulla sua bocca, ma ancora toccandole appena, un delicato velluto posato sulla pelle.
Le spalle di Haruka si sollevarono in un silenzioso respiro, le iridi smeraldo che quindi cercarono quelle color del mare. Michiru ne sostenne lo sguardo: sostenne quegli occhi in cui amava perdersi per poter tentare di comprendere ogni pensiero vi si celasse dietro. Occhi che erano il mistero che Haruka, di tanto in tanto, ancora rappresentava; gli occhi che l'avevano fatta innamorare quando ancora nemmeno se ne rendeva conto, fino a che proprio Foster non le aveva fatto capire che senza quegli occhi, per quanto ci provasse, non sarebbe potuta più stare.
"Che fai?" Michiru lo chiese dopo un lungo silenzio, sollevando il mento per poter lasciare un bacio sulle dita ancora ferme sulle sue labbra. Haruka inclinò la testa, un angolo della bocca piegato in un lieve sorriso mentre scostava la mano, finendo sul letto a poca distanza dal braccio di lei.
"Mi ricordo di te." Fu un quieto mormorio. Michiru non capì, e Haruka si spostò appena sul materasso. "Sto iniziando a dimenticare i loro volti." Rivelò. "Richard, Samira. Persino mia madre. Per quanto mi sforzi, più li cerco più faccio fatica a ricordare i dettagli." Ne cercò lo sguardo, un dito di nuovo a scivolare sulla pelle al lato del mento. "E allora se anche tu sparirai come loro." Sorrise. "Se svanirai come Euridice, non potrò dimenticarmi di te."
[Capitolo 23, 'Il Soldatino di Stagno/2' - COMING SOON]
(hypatia_of_alexandria - 14/08/12, ore 18:37)
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