Non si sopportano, ma un amico in comune che non demorde ci tenta per una seconda volta.
Mi misi una mano in faccia uscendo con dei versi che di umano avevano ben poco (non guardai in faccia nemmeno il mio amico sapendo che aveva il suo classico sorrisino compiaciuto stampato sulle labbra) e continuai il percorso sterrato gettando le braccia all’aria in un moto di stizza bofonchiando, mentre lui mi raggiunse correndo per recuperare strada. “Senti, lo so che in questo momento ti senti un panzer e potresti buttar giù il mondo, ma te lo chiedo per favore. Conosco te e conosco lui. Perché non provate nuovamente?”