❝ Furan è morto varcata la soglia del crudo maniero [...] ❞
[Racconto a due mani:
Todda&Marta]
ATTENZIONE:
(Il personaggio di Furan è un OC, pertanto ci sto scrivendo al contempo una storia separata dal Trono di Spade (anche se sempre a livello fantasy, ma ispirato a quello generico).
***Il seguente personaggio e tutte le sue caratteristiche (poteri magici) e peculiarità che troverete sono protette da licenza PATAMU (non questa storia ovviamente, che rimane fan fiction di una serie che non è a priori mia, ma alcuni personaggi quali Braggard, Lya, Amethyst e Furan (e altri che aggiungerò alla lista non appena introdotti: per non spoilerare!
Licenza / numero deposito: 61863
Occhio se fate i furbi a prendere roba non vostra.)

Furan non rispose, ma l'altro certo non diede cenno di volerla smettere.
''Sei fortunato, sai? Un'ultima sera di sesso selvaggio con una puttana è ciò che ci vuole. Al Castello Nero non sono consentite donne, a meno che tu non voglia fare un giretto per Città della Talpa... a tuo rischio e pericolo.''

[285 AL]
Fanfiction collegata ad una serie di ff sullo stesso personaggio (personaggio oc sottoposto a licenza.
Per ulteriori informazioni leggere le altre info sulle precedenti ff della serie Nostoi.)

[278 AL] Accadde: egli sapeva solo questo.
Accadde: egli rammentava solo questo.
Accadde... ed egli non poté che accettarlo.
'È il Destino ciò che accomuna ogni essere vivente; è il Destino ciò che differenzia i viventi dagli Dèi magnanimi
o crudeli; è il Destino ciò che a volte neppure gli Dèi tanto acclamati possono evitare, ma possono forse prevedere prima che tutto il Mondo ammiri.
E complicati sono i progetti di questo ''Caos'' chiamato Esistenza, eppure sono.
Quando -e dico quando- Furan Aigeal, capirai tu di non poterne fare a meno?
Il Destino è impervio pure per uno come me: non ho mai desiderato che la mia stirpe finisse con la tua nascita.
Un Bastardo... io, Primo fra tutti gli Aigeal mai esistiti ed ora estinti... Pensi forse che il mio cuore pulluli di gioia
nel dare a te una simile notizia? Pensi forse che mi rallegri questo sangue ormai sporco?
...Ma è il mio orgoglio che parla -e di questo me ne vergogno-, perché tu non ne hai colpa e nemmeno tua madre. Nemmeno lei...
Ma, ti prego: sii uomo e smettila di piangere. Accetta il tuo Destino [...]'