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Autore: LADY ROSIEL    24/03/2012    0 recensioni
[Quando la solitudine t'invade]
"Continuo a fare lo stesso sogno ogni notte: un fatato giardino notturno ricolmo di campanule bianche. Un luogo quieto e accogliente dove poter far riposare la propria anima in completa libertà…
Poi però, una tristezza senza fine mi giunge incontro quello che sino a poco prima era un luogo pacifico si trasforma in un caos informe mentre, a poco a poco, una presenza sinistra si appresta ad avanzare alle mie spalle...
Il profumo dei fiori del diavolo m’invade le narici, narcotizzandomi completamente."
[Breve Narrazione partorita sulla falsa riga della canzone "Calendula Requiem" di Kanon Wakeshima.]
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Boccioli in Lacrime ~'
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Boccioli in Lacrime
DATURA REQUIEM



Il mondo che ci circonda continua, senza sosta, a girare vorticosamente in avanti scandendo le nostre giornate.
Ossessionati dalle lancette e dagli appuntamenti,  percorriamo la strada della routine senza nemmeno accorgerci che il passare del tempo, man mano, cambia la nostra personalità. Quando me ne sono accorta, la strada davanti ai miei piedi era tetra e buia.
Ero sull’orlo di un precipizio. E solo allora mi resi conto di aver perso me stessa.

Per poter vivere più serenamente con le persone che mi stavano accanto, senza confrontarmi continuamente, ho messo da parte il mio orgoglio, ho soffocato i miei principi e ho inghiottito le mie stesse lacrime.
Ho rinnegato e rigettato tutto indietro, confondendomi con le altre persone, fingendo di sorridere amabilmente.
Anche quando in realtà non desiderassi altro che piangere a gran voce.
La verità era troppo crudele per poterla combattere. E restavo ferma lì: inerme.
Fingendo di aver perso ogni emozione.
Le offese scivolavano via, mentre fingevo di non sentirle.
Mi ero ripromessa che non avrei mai più mostrato le mie lacrime, non agli altri.
Mi obbligavo a mandare giù ogni ingiustizia senza replicare per non creare inutili discussioni.

Sorridevo e annuivo senza neanche sapere cos’altro poter fare, impaurita dal compiere una scelta. Impaurita dalle stesse persone che mi erano accanto.
Nemmeno i mesi o gli anni che erano trascorsi, avevano portato nel mio cuore quel coraggio strappatomi.
La mia vita si era trasformata in una continua bugia.
In un continuo errore.
Un circolo vizioso dal quale è davvero difficile staccarsi.
E così, mi ritrovavo a conversare con persone senza etica o morale che detestavo o, con altre che credevano già di conoscermi, anche dopo una sola occhiata.

Conoscete davvero il motivo del mio sorriso o il significato delle mie parole?
Con quale coraggio asserite di conoscermi e di giudicarmi?

E mentre continuavo quella battaglia interiore senza sosta, imperterrita alzavo lo sguardo e mentivo, tacevo ed annuivo.
Schiava di me stessa, delle mie stesse bugie.

Non avevo capito. Non avevo capito il significato della mia esistenza.
Non avevo realizzato che la vita era troppo breve ed effimera per sprecarla così.

Solo nei sogni riesco ad essere davvero me stessa.
E solo quando guardo quelle fotografie, incorniciate nella mia stanza, realizzo di aver perduto la mia innocenza.
Quel gioioso sorriso di bambina che racchiudeva quella fiamma che bruciava di speranza e regalava amore è del tutto svanita.
Anche se solo m’impegnassi a sorridere a quel modo, non riuscirei mai ad agguantare quella candida felicità.

Sono uguale a questo fiore notturno: nascondo la mia bellezza ai raggi del Sole, permettendo solo alla Luna di scorgere un leggero brilluccichio.
Nel buio della notte mi è concesso poter piangere ed essere ingenua, vero?

Continuo a fare lo stesso sogno ogni notte: un fatato giardino notturno ricolmo di campanule bianche. Un luogo quieto e accogliente dove poter far riposare la propria anima in completa libertà. Poi però, una tristezza senza fine mi giunge incontro  quello che sino a poco prima era un luogo pacifico si trasforma in un caos informe mentre, a poco a poco, una presenza sinistra si appresta ad avanzare alle mie spalle.
L’ho bramata per lungo tempo, quando inerme vivevo la mia vita passivamente osservando avidamente quell’altrui, ora invece, quando ho finalmente ritrovato un po’ di quella speranza, avverto la sua presenza perseguitarmi.
Non mi lascia scampo.
Questo luogo all’apparenza può sembrare così meraviglioso, pieno di pace e di colori… Candido come l’Eden, ma la sua vera natura è del tutto differente.
La morte è piena d’angoscia e dolore.

La Datura* è in fioritura e i suoi fiori iniziano ad intossicarmi.

Il respiro è mozzato.
Il cuore è in agitazione, straziato dalla mancanza dell’aria ad ogni inalazione. Il corpo trema mentre la sua temperatura s’abbassa.
Avverto un’inquietudine schiacciante e solitaria avanzare.

Il profumo dei fiori del diavolo m’invade le narici, narcotizzandomi completamente.

Ho aspettato per troppo tempo.Ho atteso passivamente che sentimenti come l’amicizia e l’amore arrivassero, senza muovere un dito.
Sopravvivendo allo scandire del tempo.
Sopravvivendo in un piccolo pezzo di mondo a me troppo ostile.
Sopravvivendo, appunto!
Non ho mai davvero vissuto come avrei voluto.
Alla fine, aspettarsi qualcosa e desiderarla posso assomigliarsi ma, sono due cose completamente diverse. L’ho sempre saputo, tuttavia ho desiderato ignoralo.

Non riesco più ad impedire alle lacrime di scendere.

Sono avvolta nell’oscurità dei miei stessi sentimenti, incapace di reagire ancora una volta.
Non mi sono mai resa conto che ogni volta che sorridevo, fingendomi serena, nel mio cuore iniziasse a nascere dell’odio.
Rancore.
Invidia.
Rammarico.
Tormento.

La Datura continua a sbocciare, e il suo profumo rende l’aria satura.

Tuttavia, anche se il mio cuore si è subissato del colore delle tenebre, una piccola parte di me, continua a sperare di poter realizzare qualcosa di buono,  forse anche solo tentare di alleviare le altrui sofferenze, sarebbe sufficiente.
Non m’importa di poter sembrare ridicola, è noioso vivere soltanto per se stessi.
La solitudine non fa altro che aumentare.

Questi fiori ricoprono ormai ogni cosa e portano con se uno sciame di malinconia eterna.
Questi maledetti fiori continuano ad inghiottirmi dell’oscurità!
La morte avanza impietoa.

Fino a quando continuerò a fingere di non capire?

Voglio fuggire.
Fuggire lontano da questo luogo desolato e menzognere, desiderando scioccamente, di poter sfuggire ai miei stessi occhi, mentre la Datura lentamente appassisce. E nell'attesa di un raggio di sole che mai giungerà a rischiarare questa coltre di nubi, continuo inquieta, a dormire in un sogno dal quale faccio fatica a destarmi.



NOTE:
Narrazione  sulla falsa riga della canzone "Calendula Requiem" di Kanon Wakeshima x Kanon. (Utilizzata come secondo tema di apertura per l'anime "Shiki".)
Sinceramente non so se sia venuto fuori un qualcosa di leggibile e comprensibile.


— LA DATURA è una pianta ornamentale che predilige un clima temperato, può essere sia perenne che annuale, dipende dalla varietà.
Produce fiori dal profumo intenso a forma di campanula che possono essere di diversi colori, ad esempio rosa, arancioni o bianchi.
I frutti possono presentare delle spine o meno a seconda della specie.
Nel linguaggio dei fiori indica ipocrisia, incognita ma anche incantesimo.  
Questa pianta era già conosciuta nei tempi antichi sia in Europa che nell'America Centrale, le cui popolazioni autoctone utilizzavano parti di essa, più precisamente, i semi e le foglie in quanto contenevano sostanze narcotizzanti che venivano assunte durante i riti religiosi.
E' comunemente chiamata anche "erba del Diavolo" o "erba delle streghe".
Una particolarità che riguarda i fiori è che durante il giorno sono chiusi, per poi aprirsi con il calar del sole.

   
 
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