Boccioli
in Lacrime
DATURA REQUIEM
Il mondo che ci circonda
continua, senza sosta, a girare vorticosamente in avanti scandendo le
nostre
giornate.
Ossessionati dalle lancette e dagli appuntamenti, percorriamo
la strada
della routine senza nemmeno accorgerci che il passare del tempo, man
mano,
cambia la nostra personalità. Quando me ne sono accorta, la
strada davanti ai
miei piedi era tetra e buia.
Ero sull’orlo di un precipizio. E solo allora mi resi conto
di aver perso me
stessa.
Per poter vivere più serenamente con le persone che mi
stavano accanto, senza confrontarmi
continuamente, ho messo da parte il mio orgoglio, ho soffocato i miei
principi
e ho inghiottito le mie stesse lacrime.
Ho rinnegato e rigettato tutto indietro, confondendomi con le altre
persone,
fingendo di sorridere amabilmente.
Anche quando in realtà non desiderassi altro che piangere a
gran voce.
La verità era troppo crudele per poterla combattere. E
restavo ferma lì: inerme.
Fingendo di aver perso ogni emozione.
Le offese scivolavano via, mentre fingevo di non sentirle.
Mi ero ripromessa che non avrei mai più mostrato le mie
lacrime, non agli
altri.
Mi obbligavo a mandare giù ogni ingiustizia senza replicare
per non creare
inutili discussioni.
Sorridevo e annuivo senza neanche sapere cos’altro poter
fare, impaurita dal
compiere una scelta. Impaurita dalle stesse persone che mi erano
accanto.
Nemmeno i mesi o gli anni che erano trascorsi, avevano portato nel mio
cuore
quel coraggio strappatomi.
La mia vita si era trasformata in una continua bugia.
In un continuo errore.
Un circolo vizioso dal quale è davvero difficile staccarsi.
E così, mi ritrovavo a conversare con persone senza etica o
morale che
detestavo o, con altre che credevano già di conoscermi,
anche dopo una sola
occhiata.
Conoscete davvero il motivo del mio sorriso o il significato delle mie
parole?
Con quale coraggio asserite di conoscermi e di giudicarmi?
E mentre continuavo quella battaglia interiore senza sosta,
imperterrita alzavo
lo sguardo e mentivo, tacevo ed annuivo.
Schiava di me stessa, delle mie stesse bugie.
Non avevo capito. Non avevo capito il significato della mia esistenza.
Non avevo realizzato che la vita era troppo breve ed effimera per
sprecarla
così.
Solo nei sogni riesco ad essere davvero me stessa.
E solo quando guardo quelle fotografie, incorniciate nella mia stanza,
realizzo
di aver perduto la mia innocenza.
Quel gioioso sorriso di bambina che racchiudeva quella fiamma che
bruciava di
speranza e regalava amore è del tutto svanita.
Anche se solo m’impegnassi a sorridere a quel modo, non
riuscirei mai ad agguantare
quella candida felicità.
Sono uguale a questo fiore notturno: nascondo la mia bellezza ai raggi
del
Sole, permettendo solo alla Luna di scorgere un leggero brilluccichio.
Nel buio della notte mi è concesso poter piangere ed essere
ingenua, vero?
Continuo a fare lo stesso sogno ogni notte: un fatato giardino notturno
ricolmo
di campanule bianche. Un luogo quieto e accogliente dove poter far
riposare la
propria anima in completa libertà. Poi però, una
tristezza senza fine mi giunge
incontro quello che sino a poco prima era un luogo pacifico
si trasforma
in un caos informe mentre, a poco a poco, una presenza sinistra si
appresta ad
avanzare alle mie spalle.
L’ho bramata per lungo tempo, quando inerme vivevo la mia
vita passivamente
osservando avidamente quell’altrui, ora invece, quando ho
finalmente ritrovato
un po’ di quella speranza, avverto la sua presenza
perseguitarmi.
Non mi lascia scampo.
Questo luogo all’apparenza può sembrare
così meraviglioso, pieno di pace e di
colori… Candido come l’Eden, ma la sua vera natura
è del tutto differente.
La morte è piena d’angoscia e dolore.
La Datura* è in fioritura e i suoi fiori iniziano ad
intossicarmi.
Il respiro è mozzato.
Il cuore è in agitazione, straziato dalla mancanza
dell’aria ad ogni inalazione.
Il corpo trema mentre la sua temperatura s’abbassa.
Avverto un’inquietudine schiacciante e solitaria avanzare.
Il profumo dei fiori del diavolo m’invade le narici,
narcotizzandomi
completamente.
Ho aspettato per troppo tempo.Ho atteso passivamente che sentimenti
come
l’amicizia e l’amore arrivassero, senza muovere un
dito.
Sopravvivendo allo scandire del tempo.
Sopravvivendo in un piccolo pezzo di mondo a me troppo ostile.
Sopravvivendo, appunto!
Non ho mai davvero vissuto come avrei voluto.
Alla fine, aspettarsi qualcosa e desiderarla posso assomigliarsi ma,
sono due
cose completamente diverse. L’ho sempre saputo, tuttavia ho
desiderato
ignoralo.
Non riesco più ad impedire alle lacrime di scendere.
Sono avvolta nell’oscurità dei miei stessi
sentimenti, incapace di reagire
ancora una volta.
Non mi sono mai resa conto che ogni volta che sorridevo, fingendomi
serena, nel
mio cuore iniziasse a nascere dell’odio.
Rancore.
Invidia.
Rammarico.
Tormento.
La Datura continua a sbocciare, e il suo profumo rende l’aria
satura.
Tuttavia, anche se il mio cuore si è subissato del colore
delle tenebre, una
piccola parte di me, continua a sperare di poter realizzare qualcosa di
buono, forse anche solo tentare di alleviare le altrui
sofferenze,
sarebbe sufficiente.
Non m’importa di poter sembrare ridicola, è noioso
vivere soltanto per se
stessi.
La solitudine non fa altro che aumentare.
Questi fiori ricoprono ormai ogni cosa e portano con se uno sciame di
malinconia eterna.
Questi maledetti fiori continuano ad inghiottirmi
dell’oscurità!
La morte avanza impietoa.
Fino a quando continuerò a fingere di non capire?
Voglio fuggire.
Fuggire lontano da questo luogo desolato e menzognere, desiderando
scioccamente, di poter sfuggire ai miei stessi occhi, mentre la Datura
lentamente appassisce. E nell'attesa di un raggio di sole che mai
giungerà a
rischiarare questa coltre di nubi, continuo inquieta, a dormire in un
sogno dal
quale faccio fatica a destarmi.
NOTE:
Narrazione
sulla falsa riga della canzone "Calendula Requiem" di Kanon Wakeshima x
Kanon. (Utilizzata come secondo tema di apertura per l'anime "Shiki".)
Sinceramente non so se sia venuto fuori un qualcosa di leggibile e
comprensibile.
—
LA
DATURA è una pianta ornamentale che predilige un clima
temperato, può essere
sia perenne che annuale, dipende dalla varietà.
Produce fiori dal profumo intenso a forma di campanula che possono
essere di
diversi colori, ad esempio rosa, arancioni o bianchi.
I frutti possono presentare delle spine o meno a seconda della specie.
Nel linguaggio dei fiori indica ipocrisia, incognita ma anche
incantesimo.
Questa pianta era già conosciuta nei tempi antichi sia in
Europa che
nell'America Centrale, le cui popolazioni autoctone utilizzavano parti
di essa,
più precisamente, i semi e le foglie in quanto contenevano
sostanze
narcotizzanti che venivano assunte durante i riti religiosi.
E' comunemente chiamata anche "erba del Diavolo" o "erba delle
streghe".
Una particolarità che riguarda i fiori è che
durante il giorno sono chiusi, per
poi aprirsi con il calar del sole.