A
chi vaga nella
solitudine
della sua casa
A
chi sa disobbedire
alle
tacite leggi della borghesia.
CASTELLI
DI RABBIA
L’uomo
guardò la scacchiera.
A
fatica si distinguevano le pedine bianche da quelle nere.
Il
tempo aveva annerito ogni cosa.
La
sua anima, la sua casa, la sua preziosa scacchiera.
Prese
la regina e la rigirò fra le sue dita.
Abbozzò
un malsano sorriso.
Era
ora di cominciare la partita.
Posò
la pedina.
Fece
la sua prima mossa …
***
“Esiste
qualcosa di più terribile di un ritorno che non riesce a compiersi?”
Lo
sguardo, alle parole della ragazza, cominciò a vagare fra l’erba e le scorse
subito.
Le
tre pietre tombali sul pendio che guardava la brughiera: quella di mezzo, grigia
e quasi sepolta sotto l’erica, la tomba di Tom; quella di Body, che l’erba e
il muschio crescente ai suoi piedi cominciavano appena a inverdire, e infine
quella di Mary, ancor nuda.
Mi
indugiai fra di esse, sotto quel benigno cielo: guardavo le farfalle notturne
svolazzanti sull’erica e le campanule, ascoltavo il soffice vento frusciante
tra la verdura, e mi domandavo stupito come mai qualcuno potesse fantasticare
d’inquieti sonni, per coloro che dormivano in quella terra tranquilla.
“Ora
sono insieme”
“
E’ l’unica cosa che ci può dare conforto?”
“Noi
abbiamo bisogno di conforto?”
“Io
li conoscevo appena, mentre…”
“Io
li ho conosciuti solo attraverso i miei ricordi confusi, loro per me sono sempre
stati i personaggi di una storia che prendeva vita solo fra le pagine del mio
libro…”
“Ma
loro sono esistiti, per te… anche se per poco”
“Devo
molto a loro “
“Gli
devi una vita..”
“La
loro ?”
“La
tua.”
Harry
, pronunciando quelle ultime parole, si voltò verso la ragazza. I capelli mossi
dal vento, gli occhi lucidi e la mano saladamente ancorata alla spalla destra.
Harry si morse il labbro inferiore, mentre la cicatrice bruciava ancora…
***
Cara,
dolce, angelica Carys,
Abbi cura di te. Ogni volta in cui crescendo, avrai voglia di cambiare le
cose sbagliate in cose giuste, ricordati che la prima rivoluzione da fare è
quella dentro se stessi, la prima e la più importante. Lottare per un’idea
senza avere un’idea di sé è una delle cose più pericolose che si possa
fare. Ogni volta che ti sentirai smarrita, confusa, pensa agli alberi, ricordati
del loro modo di crescere. Ricordati che un albero con molta chioma e poche
radici viene sradicato al primo colpo di vento, mentre un albero con molte
radici e poca chioma la linfa scorre a stento.Radici e chioma devono crescere in
egual misura, devi stare nelle cose e starci sopra, solo così potrai offrire
ombra e riparo, solo così alla stagione giusta potrai coprirti di fiori e
frutti.
E
quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere,
non imboccarne una a caso ma siediti e apetta. Rspira con la profondità
fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo, senza
farti distrarre da nulla, apetta e aspetta ancora. Stai ferma, in silenzio, e
ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e va dove lui ti porta.
Con infinito amore,
Body,
Mary e Tom
“Sembra
impossibile che l’abbiano scritta per me tutti insieme.”
“Erano
lontani ma non ancora divisi”
“Si
sono riuniti un’ultima volta solo per me.”
“Per
te si sono riunite molte genti.”
“Non
so se merito tanto…”
La
pioggia scendeva lieve sulla brughiera. La torre del castello si elevava in
mezzo alla nebbia oscura e imponente. Il ticchettio incessante sulle vetrate
distrassero Carys dalla sua lettura.
“Non
mi sento speciale”
“Neanche
io mi sentivo speciale una volta. “ Harry portò istintivamente le dita sulla
cicatrice.
“Io
ho sempre saputo invece, sono stata educata solo per questo, ma come posso
uccidere una persona che scriveva cose colme di tanta speranza.” Disse Carys
stringendosi la lettera ingiallita al petto.
“Il
Tom che scrisse quella lettera non esiste più. E’ solo un ricordo.E’ solo
il personaggio di un racconto.” Harry avanzò verso la libreria e ne astrasse
un volume molto spesso rilegato di pelle rossa. Su di esso brillava in lettere
dorate il titolo: Castelli di rabbia.
“Non
era invenzione.” Carys prese il libro dalle mani di Harry e poi proseguì
“Ciò che scrivevo era tutto vero. Era la visone offuscata del mio passato,
del loro passato…”
***
La
regina e la torre.
L’uomo
li guardò.
Sospirò
profondamente.
Una
lieve coltre di nebbia uscì dalle sue labbra.
Il
freddo era insopportabile.
La
casa era troppo vecchia.
Ma
la sua partita era importante.
E
fece la sua seconda mossa.
***
Carys
si sedette e chiuse gli occhi.
Dall’altra
parte del mondo , un uomo anziano faceva la stessa cosa davanti ad una
scacchiera annerita.
***
TRE
ANNI PRIMA
La
piuma scorreva rapida sulla carta immacolata. Gli occhi di una giovanissima
ragazza scorrevano su di essa concentrati
e impensieriti. Accanto a lei un altro centinaio di fogli di pergamena scritti
fitti fitti erano disordinatamente adagiati
su di una sedia.
Body,
Mary, Tom.
Quei
nomi apparivano più di una volta su quelle pagine.
Quei
nomi erano i personaggi di un libro.
Quel
libro era una storia.
Ma
quella storia era reale.
E
questo nessuno lo sapeva.
A
pochi passi da quella situazione un uomo e una donna giocavano a scacchi.
“Ci
siamo anche noi nel tuo racconto ‘” disse con fastidiosa ironia il non più
giovanissimo distinto signore.
“Voi
non fate parte di questa realtà, non ancora perlomeno.” Rispose la ragazzina
senza distogliere la sua concentrazione dallo scritto.
“George
non importunarla. “ disse con voce stridula la donna mentre faceva la sua
mossa.
“George
non importunarla, George non disturbarla, George non fargli pesare il fatto che
ha avuto…” ma l’uomo non fece in tempo a finire la fase. La giovane
ragazza si era alzata di scatto.
“
George,potresti cercare di farla finita”disse questa con una mal riuscita
imitazione dell’uomo.
Lui
la guardò contrariato. Lei prese i suoi fogli e uscì dalla stanza facendo
sbattere l’imponente portone della sala.
“
Non dovresti comportarti così con lei!” disse la donna quasi sussurrando
“Non
mi piace quella ragazza, non mi è mai piaciuta dal giorno in cui l’hai
portata qui. Ci porterà un sacco di guai. Lui verrà a cercarla.”
“
Non crederai mica alle dicerie della gente”
“Lui
è ancora vivo. Quegli uomini incappucciati …. E’ lui che li guida.Lui la
vuole.”
“George,
“lui” è morto.”
“
No cara Mary. Lui è ancora su questa terra , non so come ha fatto e ne il perché.
L’unica cosa certa è che ha paura di quella pazzoide dalla memoria corta, e
la vuole morta.”
“
Carys non è pazza.”
“No,
poverina hai ragione.” Disse quest’ultimo con falsa gentilezza.
“Come
ti sentiresti tu se avessero sterminato la tua famiglia, se avessi perso la
memoria in modo irrecuperabile e fossi stato portato a vivere in un castello
lontano da tutto e da tutti con tua zia, di cui ovviamente non ti ricordi
niente, e il suo insopportabile marito ??”
“Non
ha perso la memoria del tutto. Come spieghi il libro che sta scrivendo?”
“Lei
non ricorda, ha delle visioni sul suo passato, ma non sa che si tratta di
quest’ultimo. Lei scrive il racconto di persone che secondo lei non sono mai
esistite. Non può neanche lontanamente immaginare che sta scrivendo la storia
mia e dei miei fratelli.”
“E
come le spieghi le visioni? No, non dire nulla, te lo spiego io. Il tuo adorato
fratello maggiore è ancora vivo. E’ stato lui a sterminare la famiglia di
Body. Tutto per arrivare a Carys. Lui vuole conquistare il mondo dei maghi e sa
perfettamente che la ragazzina è l’unica che con il suo potere divinatorio può
fermarlo. Se lei formula la seconda profezia e scopre l’unica arma in grado di
fermarlo per lui sarà la fine. Tuo fratello continua d avvicinarsi e mette in
confusione i poteri di Carys, che invece di vedere il futuro vede il vostro
passato.”
“
E’ incosapevole del fatto che Body, Mary e Tom siete veramente tu e i tuoi
fratelli ma soprattutto inconsapevole del fatto che Tom, il bravo e dolce
ragazzo del suo racconto è in verità suo zio e che vuole ucciderla”
“Non
credo Tom capace..”
“Lui
non è il Tom che conoscevi, il potere gli ha dato alla testa”
“
Mi sembra ieri che prima di morire aveva chiesto a Body di fargli cullare Carys
un’ultima volta” le lacrime cominciavano a rigare il volto della donna.
“
Tom è veramente morto. Quello che noi temiamo si chiama Voldemort…”
***
L’uomo
prese il cavallo.
Il
muso era scheggiato.
Era
diventato grigio.
Fu
posato anch’esso sulla scacchiera.
La
terza mossa era fondamentale.
Si
stava avvicinando.
Lo
sentiva.
Aveva
imparato a conoscere quell’atmosfera.
***
“Mi
sembra ancora di vederli sai.” Disse improvvisamente Carys guardando Harry
sedersi accanto ad una tavolino.
“Loro
si sedevano sempre dove sei tu adesso e giocavano a scacchi per ore”
La
pioggia continuava a cadere sui campi di erica.
“Zio
George diceva sempre che la vita è come una partita a scacchi e bisogna sapere
giocarla. Quando mi trasferii qui lo credevo un’orco.”
“Chi?”
chiese Harry come risvegliandosi da un torpore
“Mio
zio. Non gli andavo molto a genio. Ma non era cattivo.Per colpa mia si era
trovato coinvolto in qualcosa più grande di lui”
“Non
ti devi sentire incolpa”
“E’
come se li avessi uccisi io.”
“Ma
non è così”
“Li
ha comunque uccisi una persona con cui condivido un legame di sangue.”
***
DICIASSETTE
ANNI PRIMA
La
luna si scostò dal cielo e fece spazio al sole. L’alba investì i popoli e le
genti. I cani ulularono, gli uccelli cantarono. La nebbia ovunque si dissolse.
La neve ovunque si sciolse. Il gelo dell’incomprensione scomparve finchè fu
di nuovo notte. La luna tornò in cielo e il freddo tornò a popolare le terre,
mentre il pianto di una neonata riempiva un castello immerso nella brughiera e
tre fratelli si abbracciavano. Allora il sole sorse di nuovo e tutti seppero che
qualcosa quella notte era accaduto e in quell’abbraccio fraterno qualcuno
l’avrebbe temuto.
***
La
scacchiera ospitava silenziosa la partita.
Le
pedine scorrevano senza far rumore.
L’unico
suono era il respiro smorzato dell’uomo.
Nell’ombra
la sua personale battaglia contro se stesso proseguiva.
Quella
partita era importante.
Quella
partita sarebbe stata l’ultima.
***
Ron
ed Hermione entrarono nella stanza. Harry guardava davanti a se senza fissare un
punto preciso. Carys si era addormentata stringendo il suo libro fra le mani.
Remus
che li aveva raggiunti fece cenno di svegliarla.
“Che
succende?” disse assonnata mentre Ron la squoteva.
“Dobbiamo
andare.”
“
E dove andiamo?”
“
In Francia. Hagrid conosce un pastore della Provenza che può nasconderci.”
Detto ciò Remus uscì dalla stanza seguito dai quattro ragazzi. Moody li
attendeva vicino alla cancellata principale del castello. Era ora di fuggire. La
carrozza partì per la strada sterrata mentre il castello diventava sempre più
piccolo e così la rabbia che conteneva…
***
L’uomo
strinse in una mano l’alfiere.
Lo
posò sulla scacchiera.
La
sua ultima partita era terminata.
E
lui aveva perso….
“Dove
sono diretti dunque.”
“In
Normandia, vogliono raggiungere il sud della Francia.”
Detto
ciò l’uomo abbassò lo sguardo e aspettò.
Aspettò
la fine come la si aspetta tuuta la vita.
Poi
un lampo di luce verde invase la stanza.
George
cadde a terra.
Aveva
perso la sua ultima partita.
Aveva
perso la sua vita.
Aveva
perso la sua piccola Carys.
“Se
avessi capito allora che
la
prima qualità dell’amore
è
la forza gli eventi probabilmente
si
sarebbero svolti in modo diverso.”
(Susanna
Tamaro,Va’ dove ti porta il cuore)