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Autore: Bookseater    24/03/2012    0 recensioni
Emily è una ragazza, e questa è la sua storia...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Perchè deve essere sempre così, penso sdraiata sul letto. Perchè deve sempre finire con me sdraiata sul letto a piangere?
- Emily, scendi, è ora di cena.
- Non ho fame.- urlo.
Sento dei passi sulle scale e un toc toc alla porta.
- Si puo'?
- No.- ma la porta si apre comunque...
- Non hai sentito? Ho detto che non puoi entrare! - Una testa sbuca dallo spiraglio della porta aperta. E' mia madre.
- Posso? E' successo qualcosa?-
- Niente di importante. Non ho fame. Mangiate senza di me.-
- Non è vero che non è successo niente. Stai piangendo, quindi è grave.-
Pausa. Forse si aspetta che io dica qualcosa. Ma tanto non le dirò niente, puo' anche andarsene.
- Mi racconti tu o devo indovinare io? -
Altra pausa. Aspetta ancora che le racconti qualcosa?
- Okay. Se non parli tu parlerò io. Secondo me sei uscita con quel ragazzo, quel... quel Jack o Jason o come si chiama, cosa che io e tuo padre ti abbiamo ASSOLUTAMENTE vietato, lui ti ha trattata male e ora sei qui a piangere. Ho indovinato?-
Pausa.
- Non vuoi parlare? Bene. Continua col tuo ostinato silenzio. Prima o poi parlerai. Ma non dire che non TI avevamo avvertito!-
Come è arrivata esce, e mi lascia con la mia disperazione. Perchè la vita è così ingiusta?
Le sue parole mi hanno lasciata indifferente. O meglio, arrabbiata. Perchè continuava a credere che prima o poi io accetti quella persona che lei definisce mio padre. Lui ha smesso di essere mio padre quando se ne è andato.
Il ricordo mi assale. Avevo sette anni. Sento dei singhiozzi che mi svegliano. Vado in cucina e vedo mia madre con il cellulare in mano, che piange. Le chiedo cosa è successo. Lei mi dice di stare tranquilla che passerà tutto e che domani arriva mio padre a prendermi. Le chiedo perchè non è a casa. Lei mi dice che è a casa. La sua nuova casa. Non capisco. Non fino alla mattina dopo, quando mio padre arriva con una ragazza che sembra una di quelle modelle della tv, tutte magre e senza curve, non come la mamma. Mi porta a mangiare un gelato. E' bello ma c'è lei che stona. Non è simpatica. Lo dico a papà e lui si arrabbia. Mi porta a casa dalla mamma e mi da un biglietto. Chiamami quando cambierai idea. Lei è simpatica e fattela piacere. Non mi piace come mi ha parlato. Provo a richiamarlo qualche volta, ma tutte le volte gli dico che non è simpatica e lui riattacca con un -mi dispiace- appena mormorato. Poi ha cominciato a ignorarmi.
E' tornato l'anno scorso, avevo quindici anni. E' pentito, non ci lascerà più, ha capito i suoi errori, non fuggirà ancora quando le cose si faranno difficili o complicate... Panzane secondo me. Ma non per mia madre. No signore. Lei crede nel pentimento di "mio padre". Ho cercato di avvertirla, ma lui è cambiato. Non ci lascerà più, è qui per riparare ai suoi errori, dagli una possibilità.
Possibilità, come no. So io quello che posso dargli e non è una seconda possibilità. Non dopo avermi abbandonata. Non dopo avermi ignorata quando ho cercato di contattarlo subito dopo la sua partenza. Non dopo che è tornato e cerca di dettare legge.
Mia madre lo sa. A lei andava bene tutto. Poi è tornato lui. Ora è lui la legge. Non puoi uscire con questo, non puoi uscire con quell'altro. E' impossibile vivere in questa casa con lui. Probabilmente mi odia ancora per la storia della modella o forse non gli sto semplicemente più simpatica. Fatto sta che non è ancora cambiato. Ma cambierà presto.
Lo aiuterò io...
  
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