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Autore: Serenity Moon    24/03/2012    8 recensioni
Ogni donna ha sette sorrisi. I suoi erano tutti splendidi.
#1. Uno quando sorride veramente.
#2. Uno quando è nervosa.
#3. Uno quando è imbarazzata.
#4. Uno quando parla con gli amici.
#5. Uno semplicemente per educazione.
#6. Uno quando si prende in giro
#7. E uno, il più bello di tutti, quando parla dell'uomo che ama.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Trallallà, eccomi qua!

Come promesso il secondo capitolo è arrivato :)

Volevo fare ancora i migliori auguri di compleanno a Lady_Mon, che ormai è diventata una mia fedelissima. Scusa ancora per non aver potuto esaudire il tuo desiderio, ma spero di rifarmi un po' con il capitolo.

Come sempre vi invito a visitare la mia pagina su facebook. Come alcuni di voi hanno visto, da adesso in poi creerò degli eventi appositi per favi sapere quando aggiornerò.

Adesso vi lascio alla lettura. I ringraziamenti alla fine. S.

 

 

I sette sorrisi di Ichigo

 

 

Uno quando è nervosa

 

 

«Ryou questa volta non ammetto scuse! Va' da lei e chiediglielo!».

Non avevo mai sentito urlare il mio amico Keiichirou a quel modo, eppure non era arrabbiato. No, era disperato, esasperato, quasi in procinto di impazzire a causa della mia testa maledettamente dura e del mio orgoglio che mi impediva di fare la cosa più semplice del mondo: chiedere ad una ragazza di uscire.

Che ci voleva? Niente! Ma non se la ragazza in questione era Ichigo Momomiya ed io ero Ryou Shirogane, il suo scorbutico capo che non aspettava altro che il momento giusto per punzecchiarla divenendo così l'oggetto di tutto il suo odio. Non c'era niente di semplice in quella situazione e lui sembrava non capirlo.

«Abbassa la voce Kei, maledizione, o ci sentirà!» mi lamentai accorrendo per tappargli la bocca in qualche modo.

«Sarebbe anche ora!» mi rimbeccò lui e stavolta stetti in silenzio. Non aveva poi tutti i torti.

«Kei, tu proprio non capisci. Non ho speranze. Perché devi per forza mandarmi al macello?». Cercai di convincerlo che era un gioco da cui sarei solo potuto uscire sconfitto ma lui decise di non demordere, anzi continuò con la sua filippica. Perché non avevo tenuto la bocca chiusa e gli avevo raccontato di Ichigo?

«Tu non metterai il naso fuori da questo locale fino a quando non le avrai chiesto di uscire!» sentenziò infine lui, come un genitore che volesse punire il figlio disobbediente. Pensava che condannarmi al carcere mi avrebbe fatto cambiare idea? Si sbagliava di grosso. Ichigo non mi voleva, lo aveva dimostrato più di una volta ed io non avrei perso la faccia chiedendole di uscire quando già sapevo che mi avrebbe risposto un bel 'no'.

«Puoi scordartelo!». Ecco, avevo urlato anche io. Cavoli Ichigo, come diamine mi hai ridotto?

«S-scusate».

Come se si fosse sentita chiamare, una vocina timida ci interruppe e sia io che Keiichirou ci voltammo, sorpresi di vedere proprio lei davanti alla porta a doppio battente della cucina, con la divisa colorata e le mani strette sul grembo.

«Non volevo interrompervi scusate, ma io dovrei andare».

Keiichirou guardò prima l'orologio e poi lei e si aprì in un sorriso. Le si rivolse con una gentilezza che a volte gli invidiavo. Perché lui ci riusciva ed io no?

«Certo Ichigo cara, vai pure. Ci vediamo domani» le disse e lei, grata, gli lanciò un sorriso che mi fece traballare.

Aveva qualcosa di strano. Non era il solito sorriso di Ichigo. Non sapevo spiegarmelo. Fu Keiichirou a darmi la giusta chiave di interpretazione.

«Ehm, Ichigo, prima che tu vada però, Ryou avrebbe qualcosa da chiederti».

Mi voltai tanto lentamente da risultare agghiacciante e fulminai Keiichirou con lo sguardo. Brutto traditore!

Dalla parte opposta, Ichigo cominciò ad attorcigliarsi le dita. Si mordeva le labbra ed evitava accuratamente di poggiare i suoi begli occhi castani sui miei, quasi avesse qualcosa da nascondere e temesse di essere scoperta. C'era qualcosa che non quadrava.

«Sì, Shirogane-kun?» mi esortò con un sorriso tirato. Finalmente capii. Era nervosa! La osservai bene, cercando di capire il motivo della sua reazione che purtroppo mi restava ancora oscuro nonostante la stessi scandagliando come se avessi i raggi X al posto delle pupille.

Dovevo dire qualcosa, sapevo di doverlo fare ma non mi veniva nulla in mente, tranne che Keiichirou me l'avrebbe pagata, oh sì che lo avrebbe fatto.

Ichigo mi interrogò di nuovo con gli occhi ed in quell'esatto istante in cui i suoi incontrarono i miei, qualcosa dentro di me si ruppe, di nuovo. Le farfalle tornarono a svolazzare più forte che mai, provocandomi un uragano nello stomaco che aumentò a dismisura la sua potenza quando lei ritornò a sorridere in quel modo, incerto, dubbioso. Che avesse capito?

Di colpo abbassò lo sguardo, tornando a posarlo sulle piastrelle beige della cucina.

«Ichigo, vorr...». Ebbi un attimo di incertezza e codardo, tornai sui miei passi. Non avrebbe mai accettato. Il Ryou innamorato corse a nascondersi per lasciare il posto al Ryou scontroso che lei conosceva bene.

«Vorresti dirmi perché stai andando via a quest'ora? Manca ancora un pezzo alla fine del turno».

Sentii Keiichirou battersi violentemente un palmo sulla fronte e sbuffare spazientito. Ichigo riprese a tartassarsi le dita con fare colpevole. Poi si portò una mano alla nuca e le sue dita affondarono fra le ciocche rosse e morbide. Geloso, deglutii. Volevo essere io a perdermi fra quei capelli! Poi d'un tratto, ebbi un sospetto.

«Non devi mica vederti con quello lì, Ame... Ayo... Come si chiama... Va beh, hai capito!».

Ichigo sussultò.

«Ma cosa stai dicendo?» disse a voce alta, con una certa nota isterica che tentò di nascondere in una risata. Era stridula, poco convinta, ma mi piaceva lo stesso tantissimo. «Masaya Aoyama» puntualizzò, «non rientra nei miei interessi».

Chissà perché mi sapeva tanto di bugia.

«E allora cosa devi fare?» insistetti. In realtà lo sapevo bene. Keiichirou aveva provveduto a mettermi al corrente di tutto, ma volevo sentirlo dalle sue labbra. Fino a quando le avessi dato da parlare sarebbe rimasta lì ed io avrei potuto godere della sua presenza per qualche istante in più.

«I miei genitori partono per una vacanza e vorrei salutarli se non ti dispiace» disse con una smorfia, incrociando le braccia sul petto come a voler dire: 'prova a contrariarmi adesso'.

Scossi la testa e con un gesto della mano le feci cenno di andarsene, che per quel giorno era congedata, visto che la sua scusa mi aveva convinto. Per tutta risposta lei mi regalò una linguaccia e girò i tacchi contenta.

Mi voltai ad osservare Keiichirou che di rimando, mi fissava furioso. Gli feci l'occhiolino e con le mani dietro la nuca, varcai anche io la soglia della cucina e me ne andai in camera mia.

Una volta dentro, chiusi la porta e mi trovai costretto a fronteggiare il Ryou innamorato, corso a rifugiarsi fra quelle anguste quattro mura, in attesa di fare i conti con la mia codardia. Avevo sprecato un'occasione d'oro. Non ero sicuro che sarei stato in grado di perdonarmelo. Nonostante la facciata indifferente, la cosa mi dava molto fastidio.

Percorsi a grandi passi il pavimento della stanza, avanti e indietro, talmente tante volte che alla fine persi il conto, rimuginando su cosa era giusto fare e soprattutto se valesse davvero la pena restare con quel 'se' a martoriarmi il cervello.

Alla fine presi una decisione. Raggiunsi la porta e me la chiusi alle spalle con un sonoro tonfo.

 

Arrivai a casa giusto in tempo per trovare i miei genitori caricare gli ultimi bagagli sul taxi. Col fiatone, imboccai il vialetto di casa e solo sulla soglia mi fermai di botto. Mi chinai poggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato e nel frattempo comparve mio padre. La mamma lo seguiva. Tra le mani stringeva un beauty-case e in testa, un grazioso cappellino le dava l'aria di una donna di gran classe. Posò un leggero bacio sulla labbra di papà e poi venne verso di me per abbracciarmi.

«Tesoro, mi raccomando, per qualunque cosa, chiamaci e noi torniamo subito, okay?».

«Sì, mamma, certo» le risposi senza neanche preoccuparmi tanto di nascondere il tono palesemente bugiardo. Erano anni che non si concedevano una vacanza, figuriamoci se li avrei mai costretti a tornare a casa.

Le strinsi le spalle qualche secondo, poi la lasciai andare per abbracciare papà.

«Ricordati le regole. Niente feste, niente sgarri alle solite abitudini e soprattutto...».

«Niente ragazzi!» completai insieme a lui. D'istinto sorridemmo. Dolce papà, geloso della sua bambina. Gli schioccai un sonoro bacio sulla guancia e mentre lui e la mamma salivano sul taxi, li salutai sventolando la mano. Sapevo già che durante quella settimana mi sarebbero mancati tantissimo. Li guardai allontanarsi e quando furono spariti dietro l'angolo, rientrai. Mi strofinai le braccia per scaldarmi un po' e poi andai in cucina alla ricerca di qualcosa per la cena. In frigorifero c'erano un paio di vaschette sigillate preparate dalla mamma previdente. Ne presi una a caso e la misi a scaldare nel microonde. Qualunque cosa fosse mi sarebbe piaciuta tantissimo. La mamma non mi avrebbe mai lasciato niente che non fosse stato di mio gradimento.

Mentre aspettavo il segnale del forno qualcuno suonò il campanello. Fissai per un po' la porta e prima che mi rendessi conto che dovevo aprire giunse un secondo trillo. Mi avviai lentamente e quando sbirciai dallo spioncino rimasi impietrita. C'era l'ultima persona che mi aspettavo di vedere.

 

«C-ciao».

Ichigo mi salutò balbettando, palesemente sorpresa di trovarmi dietro la sua porta. Dopotutto non potevo biasimarla. Ero sorpreso pure io!

«Ciao» ricambiai. «Posso entrare?».

Lei arrossì e distolse lo sguardo imbarazzata.

«Mi dispiace, non ho il permesso di fare entrare ragazzi in casa quando sono da sola» disse. Mi sembrò di cogliere un velo di vergogna fra quelle parole.

«Ma io non sono un ragazzo. Sono un uomo!» esclamai e lei si lasciò andare in una risata appena accennata, ma divertita. Forse ero sulla strada giusta.

Risi a mia volta per dimostrarle che anche io avevo senso dell'umorismo. In cuor mio la speranza di non fallire, di non essere rifiutato, si faceva ogni secondo più grande.

Ichigo venne fuori, accostando delicatamente la porta alle sue spalle e si sedette sul gradino dell'ingresso. Con la mano mi fece segno di imitarla e senza farmi tanto pregare, la raggiunsi.

«Come mai qui?» mi chiese curiosa.

«Oh, beh, niente di che. Passavo per queste zone...». Feci spallucce per sminuire il tutto.

Idiota, idiota e ancora idiota!

«Oh!».

Quella minuscola ed insignificante sillaba mi colpì come un pugno allo stomaco. 'Oh'. Che voleva dire? E quel tono deluso che l'accompagnava?

'Guardami, Ichigo, guardami e fammi capire cosa ti passa per la mente' supplicai fra me e me e come se lei mi avesse sentito, alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi favolosi nei miei. Sì, eccolo, c'era qualcosa, nascosto in un angolo. Una speranza. Molto simile a quella che anche io stavo soffocando.

Sospirai.

«Non è vero. Non passavo di qui per caso. Sono venuto apposta, per vederti e parlarti. Ichigo, io devo chiederti una cosa e se non lo faccio, rischio davvero di scoppiare». Confessai tutto d'un fiato per evitare di rimangiarmi il coraggio e, ancora una volta, fuggire.

Ichigo mi fissò sorpresa.

«Dimmi tutto» mi esortò col suo splendido candore di bambina. Com'era facile per lei, lì seduta ad ascoltare, quasi la questione non la riguardasse direttamente. Eppure da quello che mi avrebbe risposto dipendeva la mia intera vita, la nostra.

Deglutii forte prima di sparare la bomba.

«Ichigo, ti andrebbe di uscire con me?».

Evitai di guardarla, ma la sentii perfettamente irrigidirsi al mio fianco, colta di nuovo di sorpresa.

«Shirogane-kun, dici sul serio? Non mi stai prendendo in giro, vero?».

«Mai stato così sincero in vita mia» le garantii e per farle capire che poteva fidarsi, osai alzare gli occhi e guardarla, consapevole che non ero più in bilico sul ciglio di un burrone, ma che mi ero buttato a capofitto, con scarsissime probabilità di uscire vivo da un salto del genere.

«Okay».

Pronunciò quella parola in maniera così decisa, che quasi credetti stesse aspettando il mio invito da anni. Chissà, forse magari era davvero così. Forse tutti i miei pensieri pessimisti erano solo inutili ed infondate paranoie.

«Okay» ripetei e feci per alzarmi. Mi auguravo con tutto il cuore che le gambe riuscissero a sopportare il mio peso. Sarebbe stato troppo umiliante crollare come un sacco di patate vuoto proprio di fronte a lei.

«Quando?». Anche lei si mise in piedi e si portò le mani dietro la schiena.

Eh, sì, quando? La sua risposta mi aveva preso talmente alla sprovvista che non avevo pensato ad altro. Avevo già dato per scontato che rifiutasse. Adesso avevo un appuntamento da organizzare, anzi l'Appuntamento.

«Venerdì?» proposi. Avevo altri due giorni per poter mettere su un piano decente. Né troppi, né troppo pochi, o almeno, così mi augurai.

«Okay». Ichigo confermò nuovamente e mi regalò pure uno dei suoi sorrisi mozzafiato che tanto mi piacevano. Quella ragazza sarebbe stata la causa della mia morte, ne ero certo.

Mi congedai da lei augurandole una buona notte ed attesi finché non fu rientrata in casa, poi anche io mi diressi verso la mia, un po' più felice di quanto ero stato negli ultimi tempi. Molto di più di quanto mi aspettassi.

Ryanforever: ciaoooo! Grazie mille come sempre per essere tra le prime a leggere e a dirmi il suo parere. Che carina che sei! *_* Sì, hai detto bene. La fic sarà composta da sette capitoli, ognuno incentrato su un sorriso di Ichigo. Spero di descriverlo bene. Ti mando un bacio. Alla prossima e grazie ancora!

Lady_Mon: Monica, eccomi qui visto? Non troppo in ritardo dopotutto. Scusa per l'attesa, buona festa delle donne anche a te! Figurati, a me fa tantissimo piacere essere seguita con così tanto affetto. Siete proprio voi lettrici così accanite a farmi venir voglia di scrivere sempre qualcosa di nuovo. Grazie per i complimenti. Al prossimo capitolo. Un bacione!

Morgana_94: Benvenuta! Che bello, una nuova lettrice. Grazie per il complimento, spero davvero di non deluderti e che la fic ti piaccia. Un bacio, a presto!

Euterpe_12: Tesoro mioooooooooooooooo! Perdonami, mi sono persa di nuovo. Scusa :( Colpa dell'università, giuro, io non c'entro. Però ogni tanto trovo un momentino per tornare qui. Tu sei sempre gentilissima. Ogni volta mi riempi di così tanti complimenti che poi non so che dirti, se non grazie. Ti adoro! Spero davvero di essere all'altezza delle aspettative e che questa fic piaccia. Io mi impegnerò e come sempre sono sicura che tu mi starai vicino. A presto. Ti voglio un mondo di bene!

 

Un ringraziamento anche a chi ha inserito la fic tra le seguite e le preferite, cioè: Sophisticity, elisa nico e Piccola_Luna.

Un bacione a tutte.

A presto con il prossimo aggiornamento.

Baci, bacini, bacetti, con tanto affetto, Serenity Moon  

   
 
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