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Autore: Serenity Moon    08/03/2012    6 recensioni
Ogni donna ha sette sorrisi. I suoi erano tutti splendidi.
#1. Uno quando sorride veramente.
#2. Uno quando è nervosa.
#3. Uno quando è imbarazzata.
#4. Uno quando parla con gli amici.
#5. Uno semplicemente per educazione.
#6. Uno quando si prende in giro
#7. E uno, il più bello di tutti, quando parla dell'uomo che ama.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rullo di tamburi... Ed eccomi qui!!! Finalmente la vostra Serenity è tornata. Un nuovo progetto, una nuova long fic sui nostri personaggi preferiti che vi terrà compagnia per un po', contenti? :D

Ringrazio anticipatamente quanti leggeranno, recensiranno e mi degneranno della loro attenzione e tutti coloro che mi hanno aspettata in questa fase di One Shot.

Come sempre vi ricordo la mia pagina ufficiale su facebook, vi aspetto lì.

Appena possibile riceverete le risposte a 'Un desiderio per Shirogane-kun'. Vi lascio, buona lettura!

A presto. Baci, bacini, bacetti, vostra Serenity

 

 

I sette sorrisi di Ichigo

 

 

Ogni donna ha sette sorrisi. I suoi erano tutti splendidi.

 

Uno quando ride veramente

 

 

Mi innamorai di lei quando la vidi ridere per la prima volta.

Non la conoscevo ancora, non bene perlomeno, non come ci si aspetta da qualcuno che ti provoca il batticuore e ti fa sudare le mani senza alcun motivo apparente.

Mi era piaciuta sin dal primo momento in cui l'avevo vista in quel lontano pomeriggio di marzo in cui sono prepotentemente entrato a far parte della sua vita.

«Sei più pesante di quanto pensassi».

Le prime parole che le ho rivolto. E chi se le dimentica più? Sono sicuro che non mi abbia schiaffeggiato solo perché ha creduto che fossi pazzo. Chi poteva darle torto dopotutto? Uno sconosciuto balza fuori dal nulla mentre un topo gigante geneticamente modificato da una razza aliena sta cercando di farti secca e ti ordina di trasformarti in un'arma vivente e distruggerlo. Io stesso mi sarei dato del folle. E l'ho fatto.

Intanto ci siamo conosciuti così, in maniera molto concitata e la prima cosa che ho fatto, ancora prima di insultarla, è stato prenderla fra le braccia e portarla in salvo mentre mi accorgevo di quanto buono fosse il suo profumo. Fragola, di nome e di fatto.

Ricordo che all'inizio, quando la portai al locale, dopo la battaglia, pensai che fosse solo una bambina viziata dai modi alquanto maleducati. Però qualcosa già allora mi si mosse dentro.

Fu come un pugno nello stomaco. Sì, un pugno ben assestato che in un primo momento mi lasciò senza fiato per la sorpresa. Non ci volle molto però per riprendermi. Ero ben addestrato a resistere a certi attacchi, figuriamoci se sarei mai crollato di fronte ad un'insignificante ragazzina tanto infantile e che andava in giro addirittura con delle codine. Ma va!

Successe qualche settimana dopo.

Avevamo trascorso i primi giorni da soli, io, lei e Keiichirou ed ogni cosa, anche la più banale, per noi era un pretesto per litigare. Non stava mai zitta. Aveva sempre qualcosa da ridire, un motivo per cui lamentarsi.

'E il lavoro è troppo pesante', 'e le battaglie sono difficili', 'e perché devo essere io a combattere', 'e lo stipendio è una miseria'.

E basta!

Stava esagerando, rischiando per di più di superare i miei limiti di sopportazione. Mi trattenni solo grazie all'aiuto di Keiichirou.

Quando si aggiunse l'altra ragazza, Minto, le cose migliorarono, ma raggiungemmo il massimo senz'altro con l'arrivo di Retasu, imbranata cronica ma dal buon cuore. Finalmente Ichigo trovò qualcuno con cui dividere le sue pene e mi lasciò un po' in pace. Iniziava a mancarmi però.

Era un pomeriggio come tanti. Il locale strapieno come ormai d'abitudine di clienti che chiacchieravano in attesa di essere serviti.

Minto sorseggiava il suo tè ad un tavolo in disparte come se la scena non la riguardasse, Keiichirou spiattellava in cucina, orgoglioso della buona riuscita dei nostri progetti.

Era molto ottimista, lo era sempre stato. Avevo deciso di cominciare tutto soprattutto grazie al suo instancabile entusiasmo. Se non fosse stato per lui forse non sarei mai nemmeno arrivato in Giappone e sarei ancora a fissare incredulo le ceneri dei miei genitori.

Sembrava tutto normale, poi d'un tratto, inaspettatamente, la sentii.

Fu come se tutti gli altri suoni si fossero affievoliti così che quell'unico tintinnare gioioso risaltasse di più, padrone incontrastato dello spazio.

Una risata.

Bella, come mai ne avevo sentite in vita mia.

Mi affacciai dalla cucina per controllare da dove provenisse ed i miei sospetti presero forma.

Era Ichigo a ridere.

Stava ferma con Retasu, seminascoste in un angolo per non farsi notare, in attesa di qualcosa da fare e ridevano. Ma mentre la risata di Retasu era insipida, sciocca, indifferente, quella di Ichigo era come un arcobaleno di colori che si propagava per la stanza e travolgeva tutto e tutti indistintamente, senza freni.

Chissà di cosa ridevano, mi venne da pensare, ma non lo seppi mai.

Ascoltai invece quella risata dolce, piena, come di mille campanelli che danzavano allegri, trasportati dal vento in una notte stellata.

La ascoltai e me ne ubriacai. La feci mia e mentre osservavo Ichigo chiudere gli occhi ed asciugarsi una lacrima sfuggita al suo controllo con le dita affusolate, il pugno allo stomaco esplose, dividendosi in centinaia di migliaia di minuscole scintille dorate che subito presero a svolazzare indifferenti ai segnali di divieto che in teoria avrebbero dovuto addirittura impedirne la creazione.

Le farfalle si impossessarono di me. Chiusi gli occhi e trattenni il respiro. Magari senza aria sarebbero morte.

«Ichigo, torna a lavoro!» la rimproverai. Lei sbuffò, mi fece una linguaccia dispettosa e prendendo Retasu per mano tornò in sala, ma il ricordo della sua risata rimbombava ancora nella mia testa, come musica in una discoteca e le farfalle continuavano a ballare a quel ritmo psichedelico.

Fu in quel momento, vedendola ridere, che ogni parte del mio essere si votò a lei.

Io mi innamorai di Ichigo. 

   
 
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