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Autore: Irizar Elwell    24/03/2012    2 recensioni
Christine, per gli amici Chris, una normalissima ragazza di 17 anni, si trasferisce a Dallas da sua sorella maggiore Sam, incinta di 6 mesi lasciando la sua adorata Shelbyville, il suo storico ragazzo Ben e la sua migliore amica di sempre Megan. Arrivata a Dallas incontrerà non poche difficoltà per farsi spazio fra i pregiudizi dei ragazzi della nuova città, dove incontrerà anche dei nuovi amici. Tutto sembra procede più o meno in modo abbastanza normale, ma la conoscenza di uno strano ragazzo dai profondi occhi grigi e i misteriosi fenomeni che ruotano attorno a lui sconvolgeranno del tutto la sua esistenza
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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Non vedo Sam da due anni, eravamo solite scriverci gli auguri di Natale o mandarci qualche cartolina dei posti visitati durante le vacanze. Lei si era trasferita a Dallas con suo marito, militante nella marina.

Ricordo che Sam è sempre stata uno spirito libero, amante della natura...

ricordo quando ero ancora bambina e lei già adolescente, le litigate con mamma per il modo bizzarro in cui si vestiva.

Sognava un mondo libero dalle costrizioni. all'insegna della natura, governato da pace e amore.

Crescendo e frequentando il collage ha incontrato George, un ragazzo di buona famiglia la cui passione era il mare. E' stato uno shock per lei quando George è dovuto partire...

si sono giurati eterna amicizia.

Durante la sua lunga assenza si tenevano in contatto scrivendosi lunghe lettere e quando lui è tornato per un breve periodo, hanno dichiarato il loro amore e non appena George avrebbe finito l'addestramento si sarebbero sposati, ma subito dopo la sua partenza, Sam scoprì di esser rimasta incinta.

George tornò da lei dopo due mesi con un permesso speciale solo per sposarla e rendere ufficiale il loro amore.

Era autunno... Sam ed io eravamo andate in centro a far compere, lei aveva visto delle scarpe fantastiche da abbinare al suo abito da sposa, ma non ricordava più in quale vetrina...

tutto accadde in pochi attimi.

Avevamo deciso di prendere una buona cioccolata calda ed avevamo sostato davanti all'entrata principale, d'un tratto una coppia litigiosa esce dal Caffè spingendo con un po' troppa violenza il portone d'ingresso, schiacciando Sam contro il muro.

Lei pensava di star bene, ma ha iniziato a perdere sangue e immediatamente ci siamo recate in ospedale. Ormai era troppo tardi, aveva perso il bambino.

Infine, non c'è stato nessun matrimonio, ma George le è ugualmente restato accanto. Sam e George decisero di non sposarsi più, volevano aspettare qualche anno...

Da allora son passati 3 anni.

Sam è incinta, è al sesto mese di gravidanza, George è sempre via con la Marina, ma appena può torna a casa e mia sorella ha una casa enorme praticamente vuota a Dallas.

Ha accettato con allegria ed entusiasmo il mio arrivo e il mio trasferimento,

George ha insistito per venire a prendermi all'aeroporto, non so come sia diventato, ho visto la sua ultima foto all'incirca otto mesi fa, ma dalla sala degli !arrivi" vedo sbucare tra la folla un enorme cartellone bianco con su scritto

"Benvenuta Chris!"

sorretto da un uomo altissimo, biondo e muscoloso che mi sorride a trentadue denti non appena posa il suo sguardo su di me.

"Ciao George"

dico un po' imbarazzata porgendogli la mano, lui per tutta risposta mi abbraccia con molto entusiasmo

"Benvenuta a Dallas Chris!"

Ci rechiamo fuori dall'aeroporto e George sistema i miei bagagli in auto.

Sam e George abitano in un bel quartiere della città, con un grande giardino, osservo in silenzio le strade della città cercando di abituarmi a tutte queste novità, poi l'auto s'arresta.

"siamo arrivati piccola"

scendo dall'auto notando una ragazza sulla veranda con una mano sul pancione e l'altra in aria che mi saluta con un sorriso smagliante.

E' Sam, è molto diversa da come la ricordavo i capelli biondi e ricci le cadono sulle spalle, indossa un vestito color argento e delle scarpette estive, le corro incontro.

Ci guardiamo per qualche istante negli occhi prima di abbracciarci.

"Chris, è una gioia averti qui!"

dice con tono quasi emozionato accarezzandomi i capelli, sorrido un po' imbarazzata e volgo il mio sguardo a George che scarica i bagagli.

"Ti troverai bene qui tesoro, vedrai!"

sussurra Sam al mio orecchio avanzando un passo verso George che ci raggiunge e l'abbraccia.

"la tua camera è al piano superiore, l'abbiamo già arredata al meglio, ma se ti serve qualcosa non esitare a chiedere"

dice George porgendomi la borsa che avevo lasciato in auto.

Annuisco sorridendo, mi sento completamente fuori luogo.

"Ti lasciamo ambientare Chris, ho appuntamento con la ginecologa tra qualche minuto, saremo di ritorno per l'ora di pranzo, fa come se fossi a casa tua...anche perché lo è"

Sam e George vanno via, mi fermo ad osservarli mentre la loro auto scompare pian piano ungo il viale, sospiro leggermente...

Penso a Ben e Megan, vorrei che anche loro fossero qui, Ben ha detto che ci saremmo sentiti ogni giorno, ma conoscendolo dubito che ciò avverrà. Entro in casa, osservando ogni minimo centimetro.

Il soggiorno è luminoso, la casa sembra arredata in stile vintage, c'è una predominanza di color legno, noto un camino, spento ovviamente sulla cui mensola fanno sfoggio le foto di lei e George e anche una che ritrae me e lei da bambine. Sam ha 23 anni, nonostante le responsabilità è un tipo libero e a volte immaturo.

Sorrido nostalgica e continuo ad esplorare la casa. La mia attenzione è attirata da una stanza poco illuminata, avvolta nella penombra, entrandoci scopro con meraviglia una culla in legno posta al centro della stanza, le pareti non hanno colore, ciò indica che non si sa ancora se il nascituro sarà una lei o un lui. Mi sento un'intrusa così esco velocemente dalla stanza e decido di dare finalmente un'occhiata alla mia camera. Mi dirigo al piano superiore c'è una porta spalancata alla fine del lungo corridoio.

L'attraverso lentamente per poi arrestarmi davanti alla porta, ecco, la mia nuova camera.

Un letto al centro della stanza in ferro battuto, con sopra delle linde lenzuola color verde acqua, l'armadio color noce è posto all'estremità destra dell'abitacolo mentre di fronte al letto c'è una scrivania con un PC nuovo color rosa, dubito che lo userò.

Accanto al letto c'è un comodino piccolo su cui vi è un telefono e una lampada molto piccola e alla sinistra della stanza c'è una libreria vuota. Ci sono varie mensole sulle pareti e su una di queste c'è un bigliettino. Mi avvicino e lo prendo in mano per leggerlo, ma un tonfo al piano di sotto attira la mia attenzione. Mi precipito preoccupata a controllare, i rumori provengono dalla cucina, sarà un ladro?

Dal porta ombrelli del soggiorno ne afferro uno saldamente e mi avvicino silenziosa in cucina. Qualcuno è chinato sul pavimento che armeggia con qualcosa.

"CHI SEI?"

Grido colpendogli la schiena con l'ombrello.

Urla dal dolore e subito si volta verso di me, noto che ha in mano i miei effetti personali e cerco di colpirlo ancora.

"fermati, sei pazza? vuoi uccidermi?"

E' un ragazzo della mia età penso, ha dei jeans a sigaretta, degli anfibi e una camicia a quadri, i suoi capelli sono lunghi fin sotto le orecchie castani con riflessi biondi, ha una pelle molto pallida e due occhi verdi.

"chi sei? cosa ci fai in cucina?"

gli chiedo minacciandolo con l'ombrello.

"Calma, mi chiamo Paul, sono il vicino. George e Sam mi hanno detto del tuo arrivo e mi hanno chiesto se potevo aiutarti con le valigie"

Sospiro e tendo la mia mano per aiutarlo ad alzarsi.

"ok, ma che ci facevi in cucina?"

gli chiedo guardandolo incuriosita

"sono entrato dalla porta di servizio, Sam mi ha dato le chiavi"

Ci rechiamo in soggiorno, gli offro un bicchiere d'acqua e scambiamo due parole

"Allora, sei la sorella minore di Sam, ti chiamo Chris, vero?"

mi chiede sorseggiando il bicchiere d'acqua.

Annuisco e iniziamo a parlare amichevolmente, sembra un ragazzo apposto, anche se un po' stravagante.

Infine mi aiuta a portare tutta la mia roba in camera e iniziamo assieme a mettere i vari oggetti al loro posto.

"Immagino frequenterai la nostra scuola, vero?"

Mi chiede Paul intento a sistemare i libri nello scaffale più alto.

Tornare tra i banchi di scuola non mi entusiasma per niente in realtà, ma ho promesso a me stessa di non creare problemi a Sam...

"Immagino di si Paul..."

rispondo con un flebile sorriso.

"Chris, siamo tornati, tutto bene?"

Urla mia sorella dal piano inferiore, io e Paul ci affacciamo per qualche istante sulla ringhiera delle scale, per poi raggiungerli in soggiorno.

"hai conosciuto Paul, allora!"

annuisco omettendo il modo in cui è avvenuto il nostro incontro...

"mi ha colpito con un ombrello, pensava fossi un ladro"

George e Sam mi guardano increduli e con un sorriso di scuse cerco di spiegare la situazione, Sam dice di aver lasciato un bigliettino in camera e in effetti frugando nelle tasche dei Jeans trovo il biglietto che in precedenza non avevo avuto il tempo di aprire con su scritto

-Abbiamo chiesto al figlio dei nostri vicini di darti una mano con la sistemazione, arriverà tra poco-

Guardo Sam con espressione indefinita e mi scuso nuovamente con Paul per la piccola e dolorosa incomprensione.

Il primo giorno a Dallas passa velocemente, e finalmente quando è sera osservo silenziosa la mia nuova camera

   
 
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