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Autore: roby_lia    24/03/2012    5 recensioni
Come succede sempre, quando ci si sveglia c’è un momento, pochi secondi in verità, dove, semplicemente, non si ha idea di nulla, non si pensa a nulla e, soprattutto, non si ricorda nulla.
Per questo motivo, quando Thor si svegliò, si sentì particolarmente rilassato e in pace con se stesso. Per circa cinque secondi.
Poi, invece del soffitto marmoreo della sua stanza, davanti agli occhi gli si presentò lo sguardo verde, rassegnato e beffardo al contempo, di suo fratello che si lasciava cadere nelle profondità dello spazio.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Semplici storie di un amore complesso'
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Si ricomincia
 
Non poteva essere. Semplicemente, non poteva essere lui. L’aveva visto cadere con i suoi stessi occhi, con una semplice lancia che li separava. Una semplice lancia che gli aveva impedito di salvarlo.
Ma invece no, a discapito di tutto lui era lì. Lui.
L’unico in grado di scatenare un casino del genere e starsene al contempo in mezzo alla folla urlante come se niente fosse, anzi, ridendo seraficamente.
L’unico in grado di farlo infuriare in meno di  cinque secondi.
L’unico in grado di calmarlo.
L’unico in grado di capirlo.
“Loki …” sussurrò. Un semplice sussurro eppure il moro si voltò, come se lo avesse urlato.
 
Con un sogghigno si avvicinò al biondo che teneva ancora lo sguardo impalato su di lui.
“Thor! Chi non muore si rivede, eh?”
“Tu… tu sei vivo…” disse tenendo i suoi occhi di ghiaccio fissi in quelli brillanti del moro.
“Complimenti, il tuo spirito d’osservazione è migliorato!” gli rispose ironico.
Lui e il suo stupido senso dell’umorismo: erano come un bicchier d’acqua dopo giorni passati nel deserto.
Eppure c’era qual cosa che non andava. Una nota amara nella sua intonazione.
Quasi come se fosse dispiaciuto.
Quasi come se avesse preferito morire.   
Il biondo non riuscì a trattenere un accenno di sorriso, mentre continuava a fissarlo.
“Ti sono cresciuti i capelli…” butto lì, solo per sentire di nuovo il suono della sua voce.
“Ha parlato Riccioli d’Oro…” gli rispose prontamente, con un sorriso di sfida sulle labbra. Restarono a fissarsi per qualche momento, entrambi sorridendo.
“Senti, sarei felicissimo di star qui a ricordare i bei tempi andati ma ho da fare. Sai com’è, un mondo non si conquista da solo” riprese il moro, distogliendo gli occhi dall’altro.
“Non voglio combattere Loki …”
“Bhe allora vattene. Io di certo non ti fermo” ribattè gelido
“…Ma non posso permetterti di farlo”
“Quindi la tua soluzione è stare qui a fissarci negli occhi? Non ti ricordavo così romantico Thor…”
Il biondo sentì l’improvvisa voglia di spaccargli la faccia. Di fargli capire tutto il dolore che aveva causato.
Ma esitava. Rivederlo di nuovo lì, davanti a sé, così incredibilmente… vivo. Gli sembrò di tornare nuovamente a respirare, come se dalla sua scomparsa l’aria si fosse rifiutata di entrargli nei polmoni.
Dopotutto non aveva mai voluto combatterlo. Aveva sempre e solo voluto continuare a vivere nel precario equilibrio d’odio e amore fraterno che erano riusciti a crearsi.
Sospirò pesantemente, cercando le parole giuste.
“C’è un’altra soluzione se questa non ti aggrada” rispose facendo ricomparire un accenno di sorriso.
Il moro assunse un’aria pensierosa per qualche secondo, poi si arrese scuotendo la testa.
“A meno che tu non stia parlando delle nostre solite, care e vecchie risse, non vedo una soluzione Thor…”
“Puoi tornare a casa Loki. Ti …ti perdoneremo tutto…Ritorna con me fratello”
-Ritorna da me- Loki implorò nella sua mente, odiandosi al contempo per il termine appena pronunciato.
Fratello. Quella parola l’aveva sempre fatto sentire a disagio quando si parlava dell’altro a causa di sentimenti contrastanti che provava per lui. Ma si era costretto a chiamarlo così, nella speranza che per Loki quel termine avesse un significato più sereno. A quanto pare non era così.
 “Dimentichi una cosa- la voce aspra del dio degli inganni richiamò la sua attenzione- io non ho niente da farmi perdonare, Thor
Loki aveva deciso e ormai non c’era più nulla che lui potesse fare per farlo tornare a casa. O almeno, niente che riguardasse la spontanea volontà del moro. Thor alzò di nuovo lo sguardo incontrando quello famigliare dell’altro.
Entrambi gli dei rafforzarono la presa sulle rispettive armi, pronti a ricominciare ciò che erano più abili a fare: combattersi.
 
Erano passati diversi mesi da quell’incontro. Diversi mesi da quando Thor si era alleato agli umani per riuscire a fermarlo. Diversi mesi da quando lui era riuscito nuovamente a fuggire.
La terra era di nuovo in pericolo, e non era passato neppure un anno. E, stranamente, sta volta lui non centrava assolutamente niente.
Eppure era lì, in cima a quel grattacielo a guardare la folla urlante che scappava da un nuovo mostro.
A guardare i famigerati Vendicatori cercare di salvare nuovamente il mondo.
A guardare quello che aveva considerato un fratello per la maggior parte della sua vita, mettere a rischio tutto per dei perfetti estranei di un altro mondo.
Poteva ignorarli, sfruttare la loro distrazione per entrare nella loro base e appropriarsi di qualcosa che avrebbe potuto aiutarlo a portare un po’ di Caos in giro per l’universo.
Poteva, ma non riusciva a staccare la scena che si presentava sotto i suoi occhi. I Vendicatori le stavano prendendo di brutto da quel gigantesco mostro.
Doveva fregarsene, se fossero morti per lui sarebbe stata solo una liberazione.
Doveva, ma non ci riusciva. C’era una sua parte in quella battaglia e, per quanto avesse cercato di ignorarla, non riusciva mai a liberarsene davvero. Restava sempre lì, dentro di lui
Scosse la testa, allontanandosi dal bordo del grattacielo da dove osservava la scena. 
-Se la caveranno- si disse per autoconvincersi -Se sono riusciti a fermare me, che problemi può darli quella lucertola troppo cresciuta ? 
Un urlo furioso ed esasperato lo richiamò indietro. Conosceva fin troppo bene quell’urlo. I tre quarti delle volte ne era lui stesso la causa. Anche se di solito lui si limitava a fregare il dolce a Thor da sotto il naso e non lo afferrava per le gambe mettendolo a testa in giù.
Osservò, leggermente divertito, il dio del tuono che si liberava dalla presa di quello strano essere, per poi piombare a terra rotolando.
-Non posso lasciarlo- realizzò di colpo -Non posso lasciarlo perché, semplicemente, mi diverto troppo a rendergli la vita un inferno-
Si passò una mano tra i capelli e, dandosi del rammollito, si buttò giù dal palazzo.
 
Thor era ancora steso a terra, stordito per il colpo appena ricevuto. Quella strana creatura si avvicinava sempre di più. Il dio del tuono iniziò ad arretrare sui gomiti quando dal cielo sbucò fuori una macchina che andò a schiantarsi contro il mostro, distraendolo da Thor.
Improvvisamente lo spazio intorno a lui si riempì di persone. Strano visto che Hawkeye e la Vedova Nera stavano facendo evacuare la città.
Una voce infantile lo prese alle spalle
“Cosa credi di fare impalato lì per terra ? “ il biondo si girò, trovandosi davanti un bambino dai capelli rossi, ma con degli occhi verdi, inconfondibili. Alle sue spalle continuavano i suoni delle esplosioni. Il bambino scosse la testa con un’aria seccata che conosceva fin troppo bene.
“Io lo distraggo e tu colpiscilo alle spalle. Ha il collo tozzo perciò è costretto a girare tutto il busto per voltarsi e tu dovresti farcela a colpirlo…” il biondo continuò a fissarlo.
Il bambino gli agitò una mano davanti al viso
“Oh, ci sei ?”
“Che ci fai tu qui ?” riuscì solo ad articolare dio del tuono.
“Che domande! Mi stavo annoiando e mi sono detto dai, andiamo a salvare quell’imbecille del mio fratello adottivo e i suoi altrettanto imbecilli amici! E ora ti vuoi muovere? Hai idea di quanta energia sto sprecando per creare tutte queste copie diverse, solo per nascondere quell’armadio biondo che sei ?”
Thor si alzò con un leggero sorriso sul volto.
Gli sembrava di essere tornato ai vecchi tempi, quando sapeva che, qualunque casino avesse fatto, ci sarebbe stato Loki, con qualche brillante idea, pronto a sistemare le cose.
Il bambino fece un cenno d’approvazione col capo prima di voltarsi per andare a mischiarsi tra il resto della folla d’ombre.
“Loki !” Thor allungò la mano, che attraverso senza danni il corpo del bambino.
“Che vuoi ?” restarono a fissarsi negli occhi per un momento.
“Stai attento chiaro ?” lo ammonì il biondo. Il bambino sbuffò con quell’espressione fin troppo famigliare.
“ Certo mamma” lo prese in giro prima di sparire tra la folla.
Thor restò a fissare per qualche secondo il punto dov’era sparito il bambino, sorridendo. Improvvisamente aveva avuto la sensazione che tutto si sarebbe risolto bene. Doveva risolversi bene, semplicemente perché aveva di nuovo Loki al suo fianco.
Se non fosse stato per il moro, avrebbe già dovuto festeggiare il suo funerale diverse volte.
Anche se era altrettanto vero che avrebbe dovuto festeggiare il suo funerale diverse volte, se fosse stato per il moro.
Thor scosse la chioma bionda. Loki era fatto così ed era proprio quello che gli piaceva.
Probabilmente, finito quello scontro, Loki si sarebbe di nuovo volatilizzato.
Probabilmente, non gli sarebbe passato neanche per l’anticamera del cervello, credere di poter avere un’altra possibilità.
Probabilmente non gliene fregava assolutamente niente dell’ennesimo dolore che avrebbe creato.
Probabile, ma Thor si accontentava. Perché aveva visto qualcosa negli occhi del bambino.
Qualcosa del suo Loki. Quello con qui era cresciuto e che, bene o male, gli era sempre stato vicino.
Esattamente come ai vecchi tempi, Thor si fidò di suo fratello.
 
Era estremamente snervante sapere di essere in mezzo ad una folla di propri cloni e sentire, al contempo, lo sguardo presentante di quella…cosa su di sé. Ma Loki sapeva bene che era impossibile che riuscisse a scorgerlo, a riconoscerlo in mezzo a tutti gli altri. Semplicemente impossibile. E allora perché il mostro teneva gli occhi neri fissi su di lui?
Scosse la testa, riportando l’attenzione sui suoi attacchi. Doveva dare il tempo a Thor di girargli intorno e colpirlo. Ma quello sguardo era troppo snervante.
Con un rapido movimento il dio degli inganni sguainò un suo pugnale, lanciandolo con precisione contro un occhio del nemico.
Quello strano mostro alto più di 3 piani, lanciò un grido di dolore prima di allungare una “mano” e colpire Loki al petto, facendogli fare un volo di diversi metri che terminò con uno schianto contro un palazzo.
Il dio iniziò a tossire cercando di respirare e al contempo di allontanarsi dal mostro. A malapena si rese conto di aver fatto sparire le sue copie e che ora la strada era completamente vuota. Riusciva solamente a tenere gli occhi fissi su quella creatura che cercava di acchiapparlo. -Un bambino- si rese conto- si comporta come un bambino che vuole un giocattolo-  
Si alzò inespicando, mentre delle fitte di dolore gli si propagavano dalla schiena. Improvvisamente si sentì sollevare e si ritrovò stretto nel pugno di quel gigantesco essere.
Quel gigantesco bambino mostruoso strinse ancora di più il pugno, piantando gli artigli nel corpo del suo prigioniero.
Il dolore fece spalancare la bocca a Loki, ma non aveva aria per gridare. Anche il semplice pensare gli risultava impossibile.
Improvvisamente la creatura lanciò un grido di dolore, aprì di scatto la mano e si girò alla ricerca del nemico che l’aveva colpita alle spalle.
Loki si sentì cadere, com’era già successo tempo prima, quando si era lasciato cadere dal Bifrost.
 
Thor alzò il Mjöllnir al cielo, chiamando a sé i fulmini che comandava e colpì il mostro con un ultimo e devastante attacco. Il suo bersaglio iniziò a traballare sulle gambe e cadde a terra. Ce l’avevano fatta, erano riusciti a fermarlo. Si voltò in cerca dei suoi compagni d’armi che l’avevano raggiunto a metà dello scontro.
Ma all’improvviso tutto perse significato.
Oltre la bestia c’era un corpo, abbandonato in mezzo alla strada. Uno strozzato no gli uscì dalla gola. Gli si avvicinò velocemente e con un gesto delicato lo girò verso di sé.
“Loki…” sussurrò con voce implorante il dio.

Loki. Quel nome gli diceva qualcosa. Ah si, giusto, quello era il suo nome. Guardò il viso terrorizzato dell’uomo sopra di lui. –Thor- collegò improvvisamente- Si chiama Thor-. Lo odiava, ma non si ricordava il perché.
Il suo sguardo verde si spostò verso l’altra creatura riversa a terra, controllata da dei tizi vestiti in modo buffo. Un leggero sorriso gli si dipinse sul volto mentre, lentamente, tutti i tasselli tornavano al loro posto.
“Pensarci prima no, eh?” chiese con un filo di voce. Voleva far riferimento all’ultimo colpo che il dio del tuono aveva utilizzato. Se lo avesse fatto un po’ prima ora non si sarebbero trovati in quella situazione così…moribonda. Voleva fargli capire questo, ma non ne aveva la forza.
“Zitto, non parlare… andrà tutto bene…”iniziò a ripetere il biondo.
-No Thor, non va per niente bene. Sto per morire…ma prima c’è un’ultima cosa che devo fare-
“Fantastico, mi tocca passare gli ultimi istanti della mia vita a sentire un beota che ripete delle stupidissime frasi senza senso. Quel che si dice una morte atroce…” cercò di farsi vedere più forte di quello che era nella speranza di riuscire nel suo ultimo intento. Ma Thor non gli rendeva le cose facili.
“Non parlare, risparmia le forze Loki” disse passandogli delicatamente una mano sul braccio, tirandoselo dolcemente vicino.
La morte stava per sconfiggere Loki ma il dio degli inganni era troppo cocciuto per arrendersi così. Doveva riuscire nel suo ultimo desiderio, poi si sarebbe arreso volentieri. Fece appello alle sue ultime energie, spremendosi le meningi. E la risposta gli apparve lì, chiara e un po’ scontata. L’aveva già utilizzata ed aveva funzionato: perché non avrebbe dovuto funzionare anche sta volta?
“Non mi dirai che adesso ci baciamo, vero?” Il viso di Thor si rilasso dolcemente, aprendosi in un leggero sorriso.
Ce l’aveva fatta. Era riuscito a strappare a Thor un ultimo sorriso. Poteva ritenersi soddisfatto.
Loki chiuse gli occhi.
 
Thor non era riuscito a trattenere quel leggero sorriso. Dopotutto, se Loki aveva la forza di scherzare non poteva star così male, giusto?
Quella stupida battuta lo riportò a pochi minuti prima della sua quasi incoronazione ad Asgard. Quando aveva ancora un fratello. Quando, forse, avrebbe potuto impedire che tutto ciò che era successo, accadesse.
L’ultimo minuto che avevano passato insieme come fratelli, ridendo e scherzando. Loki aveva notato l’agitazione che provava Thor e l’aveva tranquillizzato, sapendo d’essere l’unico in grado di farlo. E alla fine, per sdrammatizzare com’era suo solito, era uscito fuori con quella battuta lì “Ora ci diamo un bacio?”
Thor aveva distolto di scatto i suoi occhi azzurri da quelli verdi dell’altro, nascondendo il turbamento che provava dietro le risate.
A volte gli sembrava che Loki avesse intuito i suoi sentimenti. A volte ci sperava. Eppure il moro non dava mai un segno certo e Thor aveva troppa paura per dirglielo esplicitamente.
Alla fine l’aveva mandato via, dicendogli che lui sarebbe arrivato da solo alla sala del trono. Aveva letto il disappunto nei begli occhi del moro. Disappunto e rabbia per come lo stava allontanando. Ma non lo aveva fermato, non gli aveva chiesto scusa. Sennò la tentazione di baciarlo sarebbe stata incontrollabile.
Chissà, forse, se si fosse comportato in un modo migliore, sarebbe stato ancora in tempo per evitare che Loki mettesse in atto il suo piano. Ma non ne aveva avuto la forza. Voleva semplicemente continuare la su vita, con l’altro al suo fianco. Lo preferiva, piuttosto che perderlo per uno stupido sentimento che non riusciva spiegarsi. 
 
Riportò lo sguardo su viso di Loki e il sorriso si congelò davanti al viso esangue dell’altro.
Le labbra con ancora un accenno di sorriso.
Gli occhi chiusi.
“No, Loki!” iniziò a scuoterlo in cerca di un minimo segno di vita.
Non poteva perderlo di nuovo. Non così.
Se fosse morto lì, fra le sue braccia, sarebbe stato troppo…definitivo.
Non ci sarebbe stata nessuna speranza di rivederlo, anche solo per combatterlo. Era di quella tenue speranza che si era nutrito dall’ultima fuga del moro. Della speranza che avrebbe rifatto qualcosa di stupido e lui avrebbe di nuovo dovuto porvi rimedio. Si accontentava anche solo di combatterlo. Almeno sapeva che era vivo. Ma ora…
Strinse quel corpo a sé con più forza.
Non poteva perderlo di nuovo.
Non voleva perderlo di nuovo.






Nota 

Per favore non linciatemi!  Sennò non saprete mai come andrà a finire (fingendo che interessi a qualcuno…)
Volevo solo dirvi che la scena prima dell’incoronazione fa parte delle scene tagliate del film e potete vederla qui http://www.youtube.com/watch?v=v-0zR0aKMd4
Purtroppo è in inglese ma mi sono sembrati semplicemente adorabili  XD !!!!
Bhe che altro devo dire se non un altro grazie a Loyrala e a Cristy_p che hanno recensito e a chiunque l’abbia letta. 
Chiunque vuole di lasciare un commento e sempre il benvenuto! 
 
Alla prossima (se ne avete il coraggio) !!! 
Ciao ciao
  
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