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Autore: LADY ROSIEL    25/03/2012    3 recensioni
{ YAKUMO/HARUKA }
C’erano molte cose che rendevano la vita di Saito Yakumo unica. E le sue bizzarre abitudini e il suo trasandato stile di vita erano una di quelle. E così, quando Yakumo si ritirava nel suo stanzino preferito, sapeva per certo che l’unica persona che avrebbe potuto disturbare il suo meritato riposo era Haruka-chan dato che, Gotou-san ormai, aveva intrapreso la cattiva abitudine di chiedergli aiuto una volta rincasato.Quella ragazza, Ozawa Haruka, era davvero particolare, doveva dargliene atto.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruka Ozawa, Yakumo Saito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se almeno fossi più perspicace…

C’erano molte cose che rendevano la vita di Saito Yakumo unica. E le sue bizzarre abitudini e il suo trasandato stile di vita erano una di quelle. Senza contare poi, il suo “lavoro” di medium che per molti era solo il frutto di una fervida immaginazione, mentre per altri racchiudeva in sé i segreti della vita dopo la morte. A dire il vero, la maggior parte delle persone tendevano ad isolarlo per paura di avere terribili incontri ravvicinati con le anime dei defunti, mentre altre , quando lo incontravano, facevano ogni qual genere di segno contro un possibile, quanto improbabile, malocchio che avrebbe potuto perseguitarle. Certo, l’idea di essere perseguitati da fantasmi o nelle peggiore delle ipotesi, di vederne anche l’aspetto, non era un’idea allettante, doveva ammetterlo. Tuttavia, per Yakumo tutto questo era un prezioso dono. 

Questo era quello che gli aveva insegnato Isshin-san.

Era trascorso un anno da quando, Yukumo e la sua piccola e graziosa cugina Nao, erano stati presi in affidamento da Gotou e sua moglie.
Ormai erano diventati una famiglia. E seppur l’idea di chiamare “Otou-san” quell’orso senza tatto di "Gotou-san" non lo elettrizzasse, doveva essere riconoscente a quella santa donna che, non solo si era accollata la responsabilità di adottare due figli ma, aveva persino avuto l’incoscienza di sposarsi quell’orso scorbutico di suo marito.
Solo per quest’ultimo dettaglio era da ammirare. 
E così, quando Yakumo si ritirava nel suo stanzino preferito, sapeva per certo che l’unica persona che avrebbe potuto disturbare il suo meritato riposo era Haruka, dato che, Gotou ormai, aveva intrapreso la cattiva abitudine di chiedergli aiuto una volta rincasato.

Quella ragazza, Ozawa Haruka, era davvero particolare, doveva dargliene atto.
Aveva l’innata abilità di portare con sé giornalmente un bagaglio carico di problemi che prontamente riversava su di lui. Era come se fosse una calamita naturale per spiriti e i fantasmi!

Davvero non capiva se la sua era da ritenersi una maledizione senza fine o una benedizione divina. Fatto stava che quella ragazza per un motivo o per l’altro gli stava sempre appiccicata. Non che la cosa lo turbasse particolarmente, ma a volte, faticava a sopportare le sue moleste abitudini, prima fra tutte: svegliarlo di soprassalto con una certa noncuranza di un’eventuale sua reazione seccata.  Addirittura aveva la faccia tosta di criticarlo sul perché oziasse tutto il tempo, salvo poi, chiedergli un favore. E quando, qualche volta, capitava che Gotou-san li chiamasse, allusivamente, “fidanzati”  lei quasi arrossiva e dimenandosi smentiva ogni cosa. 

Citrulla.
Assolutamente citrulla.

Era innegabile che Haruka fosse drasticamente innamorata di Yakumo.  
Lui stesso lo aveva ben intuito molto tempo addietro e, nonostante questo, lei continuava a smentire e a nascondersi dietro mille scuse campate per aria.

A volte era sin troppo tonta.

Peccato però che, nonostante la sua parvenza vagamente ottusa, Yakumo se ne fosse ugualmente innamorato. E per quanto si sforzasse a trovare un “perché” non riusciva davvero a coglierlo.  Era ossessiva, maldestra, sfacciata,  e impulsiva.
Non era femminile e il fatto che non amasse truccarsi la diceva lunga sulla sua aria trascurata!

Ciononostante, per qualche assurdo motivo, a lui ancora sconosciuto, amava la sua compagnia. Gli piaceva la sua voce rassicurante e la sua temperanza.
Gli piaceva leggere la preoccupazione nei suoi occhi quando la sua vita era in pericolo.
E gli piaceva ancor di più, che non provasse timore o soggezione verso quel suo occhio rosso che poteva donargli una vista ben superiore a quella comune.

Era forse questo quello che le persone chiamavano amore?

Certo lo era, ma se Haruka fosse stata magari più attenta a capirne i segnali, forse, non continuerebbe a respingere ogni coinvolgimento troppo intimo.
Se almeno fosse stata più perspicace, forse, allora, il loro legame sarebbe qualcosa di diverso da quelli di semplici amici...

 

“Se solo fosse una ragazza più perspicace…
Allora capirebbe.”



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