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Autore: Merry NIcEssus    25/03/2012    2 recensioni
Hogwarts-seconda guerra magica, ultima battaglia. Ginny ha trovato un incantesimo nel reparto proibito, un incantesimo molto pericoloso che “fa tornare al momento in cui tutto quello che vuoi salvare potrà essere salvato”. È un incantesimo senza ritorno, un incantesimo che sconvolge il tempo passato senza più rimedio, un incantesimo che non deve essere usato. Ma quando vede Harry morto, quando capisce che ormai il mondo è perduto, che ogni speranza si è spenta, pronuncia l’incantesimo convinta che in nessun caso potrebbe andate peggio di così e che lei tornerà indietro solo di qualche ora, in tempo per salvare Harry. Ma si sbaglia. Al risveglio la prima persona che vede non è Harry ancora vivo, ma Voldemor. Un Voldemort diverso però, un Voldemort che lei aveva già visto prima nel suo diari, un Voldemort diciassettenne. In una Hogwarts di 55 anni prima senza possibilità di disfare l’incantesimo, potrà fare solo una cosa: cercare di fermarlo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Tom Riddle/Voldermort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, II guerra magica/Libri 5-7
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Prologo

 

Ginny Weasley sapeva.

Sapeva tutto quello che Harry le aveva nascosto, gli Horcrux, i vari ricordi che Silente gli aveva mostrato, ogni cosa.

Aveva sentito per caso della convocazione di Silente per Harry e aveva aspettato sveglia, nascosta nelle scale con le orecchi oblunghe a portata di mano per ascoltare.

Ne aveva abbastanza dei segreti che coinvolgevano il ragazzo che amava, ne aveva abbastanza di vederlo tornare ferito e insanguinato, scampato per miracolo alla morte in battaglie che non avrebbe dovuto combattere lui, senza poterci fare niente.

L’anno precedente era riuscita ad esserci, ad aiutarlo visto che non poteva fermarlo,  e aveva intenzione di continuare a farlo.

Non gli avrebbe più permesso di lasciarla indietro, di proteggerla lasciandola all’oscuro.

Avrebbe combattuto con lui, avrebbe cercato di aiutarlo anche se per fare ciò avrebbe dovuto mentire, ingannare o spiare le persone che amava di più.

Quello che aveva  sentito l’aveva terrorizzata e preoccupata. 

Aveva continuato a spiarli, sera dopo sera e aveva visto le cose peggiorare sempre di più con la scoperta di nuovi crimini, nuove malvagità di Tu-Sai-Chi, fino alla scoperta degli Horcrux.

Allora aveva capito che non c’era nessuna speranza di uccidere Voldemort, nessuna possibilità di sconfiggerlo per nessuno, neanche per il ragazzo sopravvissuto, certamente non gliela avrebbe data una profezia.

Le parole della Cooman avevano solo offuscato la mente di Tu-Sai-Chi  e dell’ anziano preside.

Harry era solo un ragazzo uguale agli altri, forse un po’ più coraggioso , con una protezione magica, che anzi adesso gli era stata tolta, uno strano collegamento mentale con il mago oscuro, ma comunque era solo un ragazzo.

Queste cose non lo rendevano meno mortale, meno feribile, ma solo una vittima più probabile, come un talismano attira guai.

Aveva dovuto imparare a difendersi per sopravvivere e questo l’aveva cambiato,reso più forte, più pronto nei combattimenti ma non abbastanza.

Non abbastanza da potersi veramente difendere, da potersi proteggere.

La magia di TU-Sai-Chi era enormemente più potente e lui era anche troppo buono per ucciderlo, troppo grifondoro per usare l’anatema che uccide.

Ron, Hermione e perfino lei in caso di necessità l’avrebbero usato ma lui no, lui non ne sarebbe stato capace.

Gli altro erano accecati dal suo essere il “prescelto”.

Silente era sempre stato stravagante e idealista, “il bene sconfigge sempre il male” e “l’amore è la cosa più potente” erano le sue frasi preferite, convinto fino nel profondo che la nobiltà d’animo e il coraggio gli sarebbero bastati per avere la meglio.

Hermione e Ron ormai, dopo tante avventure a cui erano sopravvissuti, non si rendevano più conto del fatto che erano solo studenti del sesto anno, senza addestramento e che la loro sopravvivenza fino a quel momento era dovuta solo al caso.

 Il resto del mondo lo vedeva come il loro eroe, il paladino pronto a difenderli sempre e comunque, quasi un mago invincibile e invulnerabile.

Dovevano credere in lui per avere ancora speranza.

Non gli era rimasto altro.

Lui stesso ormai dopo la morte di Sirius sembrava aver accettato la sua missione, il suo ruolo, sembrava pronto a morire come se di se stesso non gli importasse più, pronto a tutto, pronto a immolarsi.

Ma lei era diversa.

Era innamorata di lui da sempre, aveva pianto di paura ogni volta che lui tornava dalle sue missioni, nascosta nel suo letto, sentendosi impotente, pensando che la volta successiva sarebbe stata quella in cui l’avrebbe perso per sempre.

Lei lo vedeva per quello che era davvero: un ragazzo, solo un ragazzo idealista, coraggioso, altruista, forse anche più forte del resto dei suoi coetanei, ma solo un ragazzo.

Anche quando si erano finalmente messi insieme, e lei aveva aspettato che lui le dicesse qualcosa, i segreti erano rimasti tali, nascosti da mezze bugie.

Sapeva perché la voleva all’oscuro di tutto: voleva proteggerla.

Era il suo istinto più grande proteggere tutti e lei in particolare.

L’aveva sempre fatto.

Prima come sorella del suo migliore amico e adesso come sua ragazza.

Aveva vissuto quel periodo sforzandosi di ignorare la minaccia che pendeva sulle loro teste, godendosi l’attimo, cercando di non pensare ciò che stava per accadere.

La morte di Silente aveva distrutto quella pace illusoria, aveva portato via i tempi felici, le aveva portato via Harry. Lo sguardo che aveva quando l’aveva lasciata le aveva tolto il coraggio di dirgli che sapeva tutto, di imporgli il suo aiuto, di costringerlo a restare con lei.

 Con la morte nel cuore aveva capito che era finita, che quello era un addio, che lui presto sarebbe morto e lei non avrebbe potuto fare niente per impedirlo.

 

Il suo sesto anno era stato un disastro. I Carrow terrorizzavano gli studenti, le severe punizioni la stavano distruggendo e uno ad uno i suoi amici e le persone a cui voleva bene stavano scomparendo.

Solo il fatto che Harry fosse ancora vivo le permetteva di andare avanti.

Sapere che era lì fuori a combattere le dava la forza per continuare ad affrontare le sofferenze e le umiliazioni che i mangia morte infliggevano a tutti quelli che cercavano di ribellarsi.

Aspettava con paura la Gazzetta del Profeta ogni mattina, con la paura di vedere in prima pagina il titolo “Harry Potter è morto”, tirando poi ogni giorno un sospiro di sollievo.

Ma a un certo punto non fu più possibile andare avanti.

La situazione era diventata intollerabile.

Uno dopo l’altro si erano nascosti tutti dove Neville per primo aveva trovato rifugio: la stanza delle Necessità.

Nascondersi li gli aveva dato un po’ di tempo, ma erano al limite, tutti quanti.

Presto  le loro difese sarebbero state abbattute, presto non avrebbero avuto più scampo.

Quando arrivò Harry capì che tutto quello sarebbe finito, nel bene o nel male sarebbe cambiato tutto.

La tanto attesa possibilità di combattere era arrivata, la possibilità di tornare a vivere o di morire nel tentativo.

Perché quella sotto il dominio di Tu-Sai-Chi non era vita o almeno non era una vita che andava la pena di essere vissuta.

Tutti erano pronti.

Sia l’ordine, sia l’esercito, sia i mangiamorte.

Harry e Voldemort si sarebbero scontrati per l’ultima volta.

La battaglia finale era iniziata.

 

 

 

Delirio di una sera di “studio” per un esame.  Spero di avervi incuriosito. XOXO (Corretta)

  
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