Film > Re Leone
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Autore: Miranh    25/03/2012    3 recensioni
Ciao a tutti! Il Re Leone è una storia che mi ha sempre affascinato e ho deciso di scrivere una Fanfiction sulla vita dei nonni di Simba: Ahadi ed Uru, genitori di Mufasa e Scar. E' la mia prima fanfiction, per cui non sono sicura che sia venuta bene... Spero che vi piaccia e, se c'è qualcosa che non va nella storia e che può essere migliorato, non esitate a farmelo sapere: cercherò di fare buon uso dei vostri consigli. Buona lettura!
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3. “ Il leone misterioso ”

 

 

<< Oh...D-dove mi trovo...?... >> Uru, sdraiata su un fianco a riva del fiume, sollevò debolmente la testa, guardandosi attorno: era buio; vi erano tanti alberi, che insieme formavano una piccola ed ignota giungla:

<< Queste...non sono le Terre del Branco...AHI! >> si leccò la ferita dolorante sotto la zampa, poi ricordò tutto: era stata scaraventata nel fiume e la corrente la trascinò via; fortunatamente le era capitato sotto zampa un tronco galleggiante, su cui aggrapparsi, per non annegare. Poi, raggiunta una sponda tranquilla, si era accasciata al suolo, priva di sensi per un po' di tempo.

Rimaneva però un grosso problema: ritrovare la strada di casa. Infatti il fiume l'aveva trascinata troppo lontano, in un luogo a lei sconosciuto in tutto e per tutto. Avrebbe potuto seguire il corso del fiume, ma le ripide ed alte pareti rocciose delle cascate, l'avrebbero costretta a fare il giro lungo, con molte più probabilità di perdersi.

Comunque rimanere in quel posto sarebbe stata la scelta più sbagliata da fare: infatti piccola e sola com'era, sarebbe stata del tutto vulnerabile di fronte ad altri pericoli. Così, barcollando, si alzò, si scrollò l'acqua di dosso e zoppicò, seguendo per un tratto il corso d'acqua; poi, alla prima parete rocciosa che incontrò, si diresse all'interno della giungla .

Il Sole era ormai tramontato e l'oscurità rendeva quel posto inquietante per lei. Col cuore in gola proseguiva, passando in mezzo alle enormi foglie delle piante, avendo paura che un pericolo le sarebbe saltato addosso da un momento all'altro: “ Chissà dove andrò a finire...O come finirò io stessa stanotte... ” pensò. In seguito levò lo sguardo verso il cielo stellato, sperando di ricavarne fuori un po' di conforto:

<< Grandi Re del Passato... >> disse << vi prego... se ci siete, aiutatemi a tornare a casa...guidatemi...Mi sento così impotente e sola in questo posto a me sconosciuto >>. Poco dopo aver pronunciato queste preghiere, sentì all'improvviso qualcosa toccarle la schiena. Ignara del fatto che si trattava semplicemente del ramo di un albero, si spaventò e cominciò a correre veloce, gridando e implorando aiuto.

Procedeva senza sapere dove stesse andando, con le foglie delle piante che le frustavano il muso, a causa della velocità:

<< Aiuto! Aiutatemi! Vi prego! >> continuava a gridare, con molta agitazione. Durante la corsa si accorse che qualcosa di appuntito le penetrò in profondità nella ferita, provocandole un dolore lancinante, ma la paura non le diede la possibilità di fermarsi e continuò a correre.

 

Infine andò a sbattere violentemente contro qualcosa: << EHI! >> esclamò una voce maschile.

La piccola rotolò all'indietro, poi alzò gli occhi, tremando: si era scontrata con un giovane leone, seduto da quelle parti, lo stesso che aveva visto quel pomeriggio con i suoi amici: << A-Aiutami! >> implorò lei, aggrappandosi ad una sua zampa;

<< Togliti!! >> urlò il leone, arrabbiato, allontanandola; poi si alzò e fece per andarsene, ma la piccola si aggrappò di nuovo a lui: << No! Non te ne andare! Ti prego! >>

<< Ma cosa vuoi?! Vattene! Lasciami stare! >>

<< NO! >>

<< Stupida mocciosa! Oltre a venirmi addosso, hai anche il coraggio di continuare ad importunarmi?! Levati di mezzo! >>

<< NO, NO! Ti prego, aiutami! C'è un mostro!! >>

<< Ma quale mostro??! Non vedi che qui ci sono solo alberi?! Vai via! >>

<< Ti prego! Non voglio rimanere sola! Mi sono persa...voglio tornare a casa... >> e si mise a piangere;

Allora il leone sospirò calmandosi, poi l'allontanò di nuovo, più dolcemente però, e vide una piccola macchia di sangue, che gli aveva lasciato sulla zampa:

<< Sei ferita? >>

<< No...non è nulla... >> singhiozzò lei;

<< Se lo dici tu... >>

<< Non te ne andare!... >>

<< Non me ne vado...Anzi, ti accompagno. Cosi mi lascerai finalmente in pace >>

<< Oh, grazie! >> si sollevò di morale;

<< Dove vivi? >>

<< Alle Terre del Branco >>

<< Ah! Ti sei allontanata molto >>

<< E' lontano da qui? >>

<< Sì, è lontano. Conviene andarci di giorno. Di notte, con le iene che possono esserci, è pericoloso >>

<< Oh... >>

<< Ci muoveremo all'alba. Anch'io devo tornare laggiù... >>

<< Fantastico! Ti farò ospitare da mio padre! In fondo ti devo molto >>

<< Ehi, ehi, calma! Non se ne parla! Patti chiari e “ amicizia ” lunga...Ti accompagnerò solo al confine, dopodiché dovrai sparire dalla mia vista >>.

Uru rimase mortificata da quelle parole e non trovò una risposta da dare; allora il leone parlò al suo posto: << Bene, chi tace acconsente. Patto fatto >> e si incamminò: << Dove vai?? >> si agitò lei;

<< Hai intenzione di rimanere a dormire in questo posto? Come vuoi... >>

<< Oh, no! Aspettami! >> e lo seguì.

Trovarono una piccola grotta dove passare la notte; era ben nascosta dai cespugli, quindi anche abbastanza sicura.

Il leone vi entrò dentro e si sdraiò; la piccola Uru in un primo momento esitò, poi vi entrò e provò a rannicchiarglisi vicino, ma lui si scostò da lei:

<< Non sono qui per farti da madre! >> le disse aspramente. Allora Uru, aflitta, si allontanò e si sdraiò da un'altra parte. Prevalse un gran silenzio nella grotta. La piccola non riusciva a sopportare tutto quell'imbarazzo e voleva provare a rompere quella gelida barriera che li separava:

<< Ehm... >> disse timidamente;

<< Cosa c'è ancora..? >> sospirò il leone;

<< Il... il mio nome è Uru. E tu come ti chiami? >>;

lui rimase per un po' in silenzio, poi rispose: << Mi chiamo Ahadi >>

<< Ahadi? Bel nome >> si complimentò lei.

Il leone mugugnò e si rigirò a dormire. Uru sorrise, sentendosi più tranquilla, poi abbassò la testa e, prima di addormentarsi, sussurrò:

<< Grazie >>.

 

Giunse l'alba e la grotta si illuminò con primi spiragli di luce.

Ahadi si alzò sbadigliando ed andò fuori dalla grotta a stiracchiarsi. La piccola Uru era rimasta ancora dentro a dormire e lui la svegliò bruscamente:

<< Ehi, mocciosa! Svegliati o ti lascio qui >>

<< Mmmh... >> mugugnò lei << ancora cinque minuti, mamma... >>

<< Ma che mamma?! Allora sei proprio fissata! >>

<< Eh?...Uh... >>

<< Muoviti, la strada da fare è lunga >>

La leoncina si alzò e si stiracchiò, boccheggiando a causa della zampa ferita, poi uscì: << Eccomi... >> disse sbadigliando;

<< Sai, non hai una bella cera... >> osservò lui;

<< Dici..? Strano...perché mi sento benissimo... Forse sono ancora mezza addormentata... >>

<< Direi proprio di sì. Andiamo >> e si avviarono.

Si fecero strada in mezzo alla giungla per molti chilometri, cercando di rimanere a velocità costante. Per Uru fu alquanto difficoltoso stare allo stesso passo di Ahadi: si perdeva continuamente in mezzo alle fratte e alle enormi foglie delle piante, inoltre la ferita, che stava pian piano iniziando a crostarsi, le impediva di fare rapidi movimenti:

<< E-ehi!...Aspettami, sei troppo veloce, non ce la faccio a starti dietro >> gli disse;

<< Sei tu che sei lenta! >>

<< Ma... >>

<< Devi stare al passo, non puoi pretendere che ti tenda d'occhio ovunque tu vada >>

<< Ma... >>

<< Se continui così, arriveremo a destinazione all'inizio della prossima stagione. Perciò vedi di muoverti, capito mocciosa? >>

Uru perse la pazienza, con tutti questi rimproveri:

<< PRIMO: non mi chiamo mocciosa, ma URU! Capito? SECONDO: non mi fai alcuna paura, perciò non darti troppe arie! TERZO: sono ferita ad una zampa! Se proprio non non vuoi fermarti ad aspettarmi, allora ti salirò in groppa!! Così starò al tuo passo! >>

<< Ma che...? Non azzardarti! >> ma non fece in tempo a rispondere che subito la piccola gli balzò addosso, afferrandolo per la criniera.

<< Togliti subito!! Altrimenti... >>

<< Altrimenti cosa? >> lo interruppe << Saresti talmente spietato, da farmi del male?? Non credo proprio! >>

<< Senti un po' tu!...Non hai il diritto di... >>

<< Non volevi arrivare presto alle Terre del Branco? Cosa aspetti allora? Muoviamoci >>

Ahadi grugnì, adirato. Tuttavia si arrese a quello scontro verbale e ricominciò a camminare, con Uru che sorrideva compiaciuta sulle sue spalle.

Maledizione... ” pensò lui “ Come può una mocciosetta essere così avventata?! Ma sopratutto...come ho potuto sottomettermi in questo modo?! ”.

 

Uru inizialmente passava il tempo ad osservare il paesaggio attorno a loro, poi quando quel silenzio si fece piuttosto imbarazzante, cercò di attaccare discorso:

<< Peso troppo? >> “ ma che cosa sto dicendo?? ”;

<< Se pesassi davvero troppo, a quest'ora non riuscirei a portarti ancora in groppa, non pensi? >>

<< Ehm..già >>

<< Perché lo hai chiesto? Hai forse deciso di scendere, finalmente? >>

<< Oh, no, no, no! >>

<< Testarda >>

<< Eh eh... >> rise ed appoggiò il piccolo mento sulla morbida e corta criniera del leone;

<< Ehi, non te ne approfittare tanto, mocciosa >>

<< Uru! Mi chiamo Uru! >>

<< Mhpf... >> mugugnò lui.

Uru tenne per qualche minuto il muso imbronciato, intrecciando le dita delle zampette con la criniera di Ahadi; tuttavia non voleva terminare la conversazione in quel modo: per qualche strana ragione si divertiva a parlare con lui, ed avrebbe voluto saperne di più sul suo conto; inoltre era molto attratta dai suoi occhi malinconici, i quali gli donavano un misterioso fascino:

<< Senti...Tu, da dove vieni? >> gli chiese;

<< Ti aspetti che risponda? >>

<< No, no...Era così, per conversare un po'...Per conoscerci meglio, non pensi? In fondo siamo...amici, vero? >>

<< Come corri in fretta coi tempi tu... >>

<< Però mi stai aiutando, e questo conta molto per me...Che male c'è a farsi qualche domanda a vicenda? >>

<< Giustissimo. Allora: perché non te ne stai zitta e mi lasci in pace? >>

<< Ma così non vale! Non è una domanda giusta da fare... >>

<< Eppure era una semplice, chiara e netta domanda >>

<< Sì, ma...Uffaaa...! >> sospirò la leoncina; Ahadi rise gustandosi la vittoria verbale: << Ecco, ora siamo pari >> disse.

Ma perché fa così?? ” pensò lei “ In fondo non ho fatto nulla di male... Volevo solo sapere quale fosse la sua casa...O forse l'ho offeso senza rendermene conto? ”.

Intanto il tempo scorreva veloce, e la mattina giunse al culmine:

<< Quanto manca ancora? Ho fame... >> si lamentò lei;

<< Manca poco. Non puoi sopportare in silenzio? >>

<< Sono stufa di starmene zitta! Ci sono rimasta fino ad adesso! Non puoi darmi ordini >>

<< Ma non era un ordine: era una richiesta >>;

Uru grugnì; intanto il suo stomaco continuava a brontolare. Non poteva resistere ancora per molto senza mangiare, doveva recuperare le forze, strappatele il giorno prima. Mentre lei rimuginava su questi pensieri, Ahadi si fermò:

<< Che succede? >>

<< Succede che siamo arrivati: vedi? Questo è il confine >>

<< Hai ragione! Sono a casa, finalmente! >> esclamò scendendo dalle spalle del leone;

<< Grazie, mille! Ti sono debitrice...Che..? Ma dove vai?? >> domandò perplessa, vedendolo allontanarsi:

<< Ho promesso che ti avrei condotta fino al confine >>

<< Ma... >>

<< Quindi è giunta l'ora di separarci. Arrivederci, mocciosa, stammi bene >>

<< No... >> Uru, nonostante volesse fermarlo, non riuscì a muoversi dal suo posto. Non voleva rimanere di nuovo sola, ma non aveva idea di come persuaderlo a restare con lei. Avrebbe voluto che venisse nel suo branco, voleva fare qualcosa per lui, sdebitarsi per il favore ricevuto... Non poteva separarsene così freddamente...

<< Aspetta!! >> gridò, sperando che si sarebbe voltato indietro, a guardarla.

<< Cosa c'è? >> domandò lui, senza voltarsi;

<< Non andartene...per favore! Vieni con me! >>

<< Ascolta, ho già i miei problemi a cui pensare!...Non ti ci mettere anche tu... >>

<< Ma così non potrò sdebitarmi!...Almeno, se restiamo insieme... >>

<< Se non continuerai ad insistere, considererò chiusa la faccenda: in altre parole, debito pagato. Su, torna a casa. Addio >>

La piccola rimase in silenzio, col capo chino verso il basso, sentendo un vuoto nel petto; poi alzò lo sguardo verso di lui e lo salutò: << Addio Ahadi...Sei stato un grande conforto per me! Non ti dimenticherò mai! Addio, e grazie ancora... >>. Lui si girò a guardarla, colpito da quelle parole. Anche se per un istante, Uru poté rivedere in lontananza quegli occhi, che l'avevano attratta dal primo istante in cui lo vide con i suoi amici. Poi lui si rivoltò ed andò via.

La piccola rimase per qualche minuto in quel posto, triste e sconsolata, poi si fece forza e s'incamminò per trovare la strada di casa.

  
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