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Autore: MarieAntoinette    25/03/2012    1 recensioni
Una confessione sincera rivolta a una delle mie più grandi paure e nel frattempo una delle mie più grandi gioie, la ginnastica.
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' da poco che è entrata nella mia vita, anche se in realtà avrei voluto conoscerla sin da piccola, e ora sento l'obbligo di scrivere qualche mio pensiero su quello che è parte della mia vita, quello sport, quella passione che è di molte altre ragazze come me, la ginnastica.
In pochi mesi ho capito che mi rendi felice, arrabbiata, soddisfatta e frustrata contemporaneamente, che anche di notte penso e ripenso a come perfezionare qualche esercizio, perchè adoro trascorrere ore in palestra, tra la stanchezza e il sudore, pur di raggiungere dei risultati.
Quando non riesco a fare un esercizio, quando ho quella maledetta paura della trave, quando non concludo un arrivo perfetto al volteggio, è lì che mi arrabbio e inizio a pensare a cose come "mollo tutto" o "non sono abbastanza brava". Ci sono giorni in cui avrei solo voglia di andarmene e lasciare tutto, e giorni in cui sono felice di quello che ho fatto.
In questi mesi mi sono esercitata duramente, credendo spesso di non essere all'altezza, ho imparato in poco tempo a fare cose che le mie compagne sapevano già fare da tempo, mi sono sentita demoralizzata, incapace, ma la passione per questo sport mi ha aiutata ad andare avanti.
E ieri ho fatto la mia prima vera gara, l'emozione era alle stelle ma non traspariva grazie alla mia freddezza esteriore, ma dentro, invece, tremavo, avevo paura di non riuscire a far vedere a tutti l'impegno che ci ho messo e che continuo a metterci in quello che facevo.
Si inizia con il volteggio, parto svantaggiata perchè porto un elemento basilare, ma anche in quello ci ho messo tutta la mia concentrazione e non mi è riuscito tanto male. Faccio il tifo per le mie compagne e auguro loro di fare del loro meglio perchè sono in grado di fare tutto.
Tutte fanno i loro salti, aspettiamo la giuria che ci dice di cambiare attrezzo e inizio già a tremare perchè dopo ci tocca la trave, una semplice asse lunga sulla quale è necessario mantenere l'equilibrio, è solo questo eppure mi spaventa.
Faccio il saluto al giudice, salto sulla pedana ed entro senza cadere, per fortuna almeno questo, continuo la coreografia, ora passo del gatto, poi l'orizzontale. 1,2,3,4...wow ho mantenuto, ma ho cantato vittoria troppo presto perchè cado, in fondo, però, me lo aspetto. Mi rialzo subito, non ci penso a quella stupida caduta, e continuo l'esercizio, impassibile. Concludo bene, salto d'uscita perfetto, sorrido, saluto e via.
Finalmente l'ansia è finita, è andata meglio di quanto mi aspettassi, sono fiera di me, posso farcela, posso ancora vincere, mi resta il corpo libero, il mio vero obiettivo di quella gara. In quello ci metto tutta me stessa.
Sono in posizione, aspetto che la musica parta, conto i secondi e poi ecco quel suono familiare che da inizio alla mia esibizione. Mi ricordo tutto, sono brava, ce la posso fare, almeno è quello che ripetevo in mente. Tutto accade velocemente, ho già concluso, con un sorriso stanco mi alzo in piedi e raggiungo la mia squadra.
La gara finisce forse troppo presto, dentro di me è un delirio: emozione mista all'adrenalina mista alla voglia di ripetere tutto, di fare ancora meglio. Qualche foto e poi sfiliamo per prepararci alle premiazioni.
Elencano tutte le categorie, sono consapevole di non poter vincere nulla, dopotutto è la mia prima gara, ma un po' ci spero; arrivano alla mia, mi riassale l'ansia, una sfilza di nomi, molti sono delle mie compagne, sono felice per loro, vedo i loro sorrisi soddisfatti, le loro lacrime scendere per la gioia e non posso fare a meno di essere felice per loro, ma c'è qualcosa che non va in me dopo la conclusione delle premiazioni. Delusa, tutte le mie convinzioni sull'aver dato il mio meglio, distrutte.
Mi avvio all'uscita, ad aspettarmi ci sono i miei genitori e qualche amica che mi abbracciano e si congratulano con me e, meccanicamente, ringrazio, mettendo in mostra tanti sorrisi falsi.
Questa sconfitta, però, mi ha fatto capire che la ginnastica è l'unica cosa che voglio, che vorrei vivere di ginnastica, saltare la scuola per allenarmi tutto il giorno nella mia piccola palestra, indossare solo il mio body, l'unico indumento che mi fa sembrare bellissima.
Capisci che quella  è la tua passione quando non vorresti fare altro, quando saresti disposta a rinunciare ai pomeriggi con gli amici, alle feste, pur di allenarti duramente, pur di sentire i muscoli che bruciano.
Invece di studiare guardo e riguardo le esibizioni dei miei idoli, da Carlotta Ferlito a Nastia, alla Mustafina, a Shawn, e so che non potrò mai raggiungere i loro livelli, ma mi infondono carica, sicurezza, speranza di migliorare e vincere.
Purtroppo la mia squadra non è molto affiatata, in gara ci siamo aiutate, ma quando torneremo in palestra non cambierà nulla, a me dispiace ma non sarà questo a farmi smettere.
Perchè sto scrivendo queste parole? Beh, come ho detto prima, voglio solo elogiare la mia passione, una passione in cui fino a poco fa stavo per rinunciare, ma ripensando a ieri e a tutto quello che ho vissuto in palestra, ho capito che non potrò mai rinunciarci, lei sarà sempre con me, in ogni cosa che faccio. Ho capito che se non smetto di crederci, il mio non sarà solo un sogno.
Non mi importa dei calli sulle mani, dei capelli rovinati, dei lividi sulle gambe, mi interessa solo continuare a credere nella ginnastica.


  
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