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Autore: rospina    25/03/2012    2 recensioni
Luce è la protagonista di questo viaggio in Sardegna che è davvero meravigliosa... peccato che lei abbia tutto il parentado con lesue pecche e i suoi eccessi, dovrà affrontare un matrimonio, zii, nonni e perenti tutti, per fortuna con lei ci sarà il suo amico Paolo, che ha accettato di aiutarla solo per avere vitto e alloggio gratis ...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il tempo è volato. Da quando ci siamo scambiati il primo bacio ce ne siamo dati altri … non so quanti forse dieci,

cento,

mille.

Che me ne importa? So che ora ogni qual volta avrò voglia di baciarlo potrò farlo! Perché lui è mio. Mio. Solo mio! E questa è la parte che mi piace di più. Mi guarda come sempre, eppure percepisco che qualcosa è cambiato; è come se fosse tremendamente felice, ed anch’io lo sono, non ho mai provato un’emozione così. Adesso posso dire con certezza cosa si prova a toccare il cielo con dito, camminare tre metri sopra il cielo, ed avere il cielo in una stanza … l’amore corrisposto! E lui non è uno qualunque, lui è il mio Paolo, solo adesso mi rendo conto che è sempre stato al mio fianco, in silenzio. Mi ha protetto con la sua presenza, senza mai invadere la mia vita, ed io come un’idiota non ho mai capito che lui mi ama.

Da sempre.

Questo è un altro di quei particolari che se solo ci penso mi batte il cuore all’impazzata. Tra un bacio e l’altro abbiamo fatto le valigie ed ora siamo di nuovo sulla nave in partenza per casa.

Ho salutato i miei nonni senza troppe lacrime, sono fin troppo felice di averli lasciati; zia Carla ha detto di mandarle una cartolina da Bukingam palace. Oramai per lei i miei genitori sono e restano i reali d’Inghilterra. Peccato che Lady D sia morta da un pezzo; comunque mentre la guardo provo per lei un moto di tenerezza, oramai il suo mondo è solo suo, e a noi ne lascia fuori, si gira e mentre si allontana vedo cadere pezzi di carta igienica, che sicuramente teneva incastrata in qualche elastico della gonna … mah spero solo di non diventare come lei. Che il Signore mi assista. Paolo pare leggermi nel pensiero e mi sussurra:

“Anche quando sarai così ti amerò” credo di essere arrossita fino alla punta dei capelli per questa cosa, e mentre mio cugino mi saluta senza parlare, occhi di perle nere mi stringe con affetto sincero, ed anche io ricambio allo stesso modo, non so perché ma mi sta davvero simpatica.

La nave è la stessa che abbiamo preso all’andata, è ancora tutta arrugginita ma non mi importa. Adesso mi sembra incantevole. Io e Paolo prendiamo posto su una panchina bianca, ed osserviamo la nave staccarsi dal porto, restiamo lì. Fermi in silenzio finché le luci non diventano piccole, come stelle lontane. Rimango con la testa poggiata alla sua spalla mentre lui mi accarezza i capelli. Un clic ci riporta alla realtà un giovane fotografo ci ha scattato una foto, io sorrido timidamente mentre Paolo mi stringe più forte a se e dice:

“E’ mia!”

E mentre dice questo il mio stomaco si aggroviglia e dico:

“E Francesca?”

Lui non smette di accarezzarmi e con dolcezza mi risponde:

“Francesca … domani mattina stessa le parlerò … stai tranquilla, ti amo troppo e non voglio perderti …”

Mi bacia. Dio quanto lo amo, ora sono certa. Voglio recuperare il tempo perso.

Il sole ci sveglia. Come due cretini ci siamo addormentati al bar della nave. Siamo un po’ in criccati ma felici.

Scendiamo dalla nave, facciamo pochi metri con la macchina ed il mio cuore si ferma, tra la gente scorgo Francesca. Non può essere lei. Cos’è venuta a fare? Sento la nausea salirmi addosso, mi dico stare calma, inspiro profondamente, ed anche se fuori dimostro di essere la figlia dei fiori per eccellenza; dentro ho un’enorme paura. Paolo accosta e scende dalla macchina, lei le va incontro e posso sentire chiaramente le loro parole:

“Francesca che ci fai qui?”

“Sono venuta a riprenderti!”

“Non ce n’era bisogno …” replica

“ed invece si devo parlarti …”

“Anche io!” dice lui

“La mia è più importante …” ribatte lei secca “Sono incinta!”

A queste ultime parole io muoio. O perlomeno è così che mi sento.

 

 

 

 

   
 
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