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Autore: makyu_    25/03/2012    7 recensioni
- sei bellissima- le disse, spostandole una ciocca di cappelli dietro l'orecchio.
Il cuore le batteva troppo forte, e il respiro cominciava a mancare come anche l'equilibrio ma doveva resistere, non poteva dargliela vinta, non poteva concedergli di nuovo il suo cuore. Non era più la vecchia Billie.
- levati di torno, tomlinson-
- perchè sei così acida con me?- una voglia pazzesca di schiaffeggiare quel bel faccino crebbe in lei immediatamente.
- perchè guardi solo fuori e non dentro-
- vorresti dire che sono superficiale?- la sua mano passò velocemente davanti al viso, e si posò sulla guancia. I loro visi erano troppo vicino per evitare l'invitabile, ma Billie non gliela avrebbe data vinta.
- ovvio... che si- si allontanò bruscamente da lui e con un sorriso sornione in volto, gli disse:- è l'apparenza che ti fotte, caro- e se ne andò lasciandolo lì, da solo.
TOMLINSON 0
BILLIE 1
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1. Billie la cozza


- balena! balena! balena!- urlavano i bambini, fuori dalla scuola elementare di Doncaster, l'unica in quella minuscola città.
- smettetela, non sono una balena!!- ribatteva una bambina, quella bambina che ogni giorno, ogni santissimo giorno, doveva sopportare queste prese in giro da bambini alti quanto un gnomo, ma con la lingua più velenosa di una serpe.
Billie, questo il suo nome, era una bambina dai capelli castano ramati, due occhi grandi color nocciola, una L come taglia della sua maglia, e non vantava di altezza, diciamo era alta quasi quanto l'omino dei gelati che ogni pomeriggio passava davanti casa sua, ciò vuol dire che era davvero, ma davvero bassa.
Ogni giorno, Billie doveva affrontare la triste realtà del suo aspetto, presa in giro da tutti i bambini della sua classe, della sua scuola, del suo quartiere ma non era solo questo la causa delle sue lacrime, no il motivo principale del perchè ogni giorno desiderava farla finita di soffrire era lui,il bambino che l'aveva rubato il cuore solo con un accenno di sorriso: Louis William Tomlinson.
Un giorno, dopo l'ennesima presa in giro, Billie si era seduta su una panchina aspettando che arrivasse la madre quando accanto a lei passò un gruppo di bambini che l'avevano gettato la cartella per terra. Si era abbassata per raccogliere i libri, con le lacrime agli occhi quando sentì la mano di qualcuno che la stava aiutando a raccogliere, i loro sguardi si incrociarono e Billie riuscì per un attimo ad affacciarsi alle porte del paradiso, perdendosi in quegli occhi così azzurri.
Il bambino le porse i libri, che lei prese, e con un gesto inaspettato asciugò le lacrime della bambina cacciando uno dei sorrisi più belli che avesse mai visto rivolto a lei, rimase per un' attimo spiazzata da quel gesto finchè il ragazzo non venne chiamato dal gruppetto passato prima.
- Louis, lascia stare la balena-
- si, arrivo- il bambino si alzò in fretta, raggiundendo gli amici e lasciando una piccola speranza nel cuore di Billie, che da quel momento non fece altro che pensare a lui,il ricordo del suo sorriso che le balzava in testa ogni qual volta il suo morale era ai piedi, ma le cose cambiarono, radicalmente, e lui divenne la causa delle sue notti passate a piangere, delle sue assenze a scuola,della preoccupazione dei genitori che ormai stanchi e disperati per la figlia decisero che la cosa migliore fosse cambiare aria, conoscere gente nuova, rifarsi una vita.


Così impacchettate tutte le loro cose lasciarono silenziosamente la città , trasferendosi in centro dove lì Billie decise una volta e per sempre di cambiare la sua vita, di dimenticare il passato e guardare al futuro: si iscrisse in palestra, a danza, a tennis, a pallavolo, e inizio ad aprirsi agli altri e si accerchiò di amici, di amici veri e per la prima volta ebbe un' amica speciale con cui condividere tutto, un amica che aveva desiderato da tanto, Shelby la sua migliore amica a cui aveva raccontato il suo passato e a come desiderasse il suo futuro.
Da quel giorno la vita di Billie cambiò da così a così, ma  come sapete le cose belle non durano per sempre ed esattamente 7 anni dopo, la sua famiglia le diede la notizia più brutta e orrenda che avrebbe mai voluto sentire.
- Billie, dobbiamo trasferirci di nuovo-
- ah, e dove andremo papà?- chiese con non curanza mentre si apprestava a sedersi a tavola
-ritorneremo a Doncaster, mi hanno offerto un posto di lavoro che non posso davvero rifiutare, neanche volessi- Billie, rimase pietrificata all'ascolto di quelle parole e per un momento nel suo cervello ci fu un blackout,occupato da miliardi e miliardi di brutti pensieri.
- p-papà...non puoi, non puoi farmi questo!- gridò forte prima di correre in camera sua, e gettarsi con la grazia di un’ elefante sul letto e infine scoppiare a piangere, piangere, piangere e ancora piangere finché non entrò sua madre, che sedendosi accanto a lei sul letto le accarezzava i lunghi e ondulati capelli ramati.
-tesoro, non è colpa di tuo padre, ma comprendi che economicamente non siamo messi tanto bene e questa è un'ottima occasione... riesci a capire?-
Billie si asciugò le lacrime, prima di girarsi verso la madre e vedere che nel suo sguardo c'era tanto dolore come nel suo, lei capiva, capiva bene e così annuì per il bene di tutti, di tutti ma non di lei.
Quando finalmente la madre uscì dalla stanza, Billie prese il telefono e compose velocemente il numero dell'unica persona che in quel momento aveva bisogno.
- pronto? C'è Shelby? Si, grazie Robin-
-Bì, sei tu? come va?- a sentire quello stupido soprannome, Bì, che l'amica gli aveva affibbiato appena si erano conosciute, gli occhi iniziarono a pizzicargli e senza accorgersene era ritornata a piangere.
- Bì , che succede? perchè piangi?...Sto arrivando!- e la telefonata finì e dopo circa 10 minuti, la vide davanti alla porta della sua stanza tutta affannata, che si precitò su di lei stringendola in abbraccio che solo lei sapeva fare.
Restarono così per un bel po' quando Billie prese la parola.
- Shelby, devo tornare lì, capisci? io non posso, non credo di farcela- l'amica la guardò dubbiosa poi capì cosa volesse dire.
- Bì non preoccuparti, ci sono io e ci sarò sempre, qualsiasi cosa, qualsiasi momento- e dopo queste parole sulla sua bocca comparve un sorriso, che la rassicurò.


Dopo una lungha chiacchierata, Shelby rimase a dormire da Billie, che due giorni dopo sarebbe dovuta partire, e rimase lì a confortarla e a dirle che avrebbe trovato una soluzione al più presto. E infatti trovò una soluzione: pregò sua madre fino allo sfinimento ed ella acconsentì così poco dopo la partenza di Billie, Shelby la chiamò dicendole che sarebbe rimasta a Doncaster con lei, finchè avrebbe voluto.
Billie, saputa la notizia,organizzò tutto alla perfezione per il suo arrivo: era felice,felice di non dover affrontare tutto da sola, felice di avere qualcuno accanto a lei ma aveva la strana sensazione che quella felicità sarebbe durata ancora per poco.
  
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