Mi ero appena trasferita nella mia nuova città dove avrei ricominciato una nuova vita, che speravo fosse diversa da quella passata, una vita che avevo solo sognato fino a quel momento. La mia infanzia non è mai stata “normale”, mia madre cambiava ogni anno uomo ma non perché fosse una puttana, solo per un motivo o forse per una sua caratteristica che io ho sempre sperato di non prendere: era ingenua, troppo ingenua e per questo finiva sempre per essere tradita dall’uomo (uno dei tanti) che lei credeva di amare e ,che a causa di quest’ultimo, soffriva un paio di giorni ma poi tornava alla ricerca di una nuova preda. Ma la cosa peggiore è che lei non pensava a me che dovevo crescere, diventare adulta e che lei, come tutte le mamme, doveva insegnarmi a vivere…NO, lei pensava solo a se stessa facendomi cambiare città ogni fottuto anno, impedendomi di farmi le mie vere amicizie come ogni bambina o adolescente che deve affrontare al vita, da sola. Ero sempre stata una bambina timida, molto timida (e forse lo sono anche ora) e questa fottutissima timidezza mi impediva di ribattere ai discorsi insensati di mia madre…tutto questo per il solo e stupido motivo che avevo paura di perdere quelle uniche, poche persone che avevo accanto, che non erano poi così amorevoli con me. Ora però avevo finalmente compiuto quei tanto attesi 18 anni e quindi potevo andarmene da una delle tante case per lasciarmi tutto alle spalle e ricominciare. Quando dissi a mia madre che volevo andarmene lei non fece altro che annuire…era ovvio visto che non le era mai interessato niente di me e quindi tantomeno il fatto che me ne andassi. La abbracciai prima di andarmene…in fondo era pur sempre stata mia madre, buona o cattiva che sia…e poi me ne andai abbandonandola a se stessa. Ora volevo lasciarmi alle spalle quel passato che non avrei mai augurato a nessuno e iniziare una vita nuova: divertendomi come una normale 18enne e magari, se il destino non voleva essere troppo cattivo con me, trovare anche il grande amore che avevo solo visto nei film e ascoltato nella fiabe. Arrivai a Londra in breve tempo. Sì, è questa la meta che il destino aveva scelto per me poiché il volo lo avevo scelto il giorno dopo il mio compleanno: appena ebbi compiuto la maggiore età corsi in aeroporto con soltanto una piccola valigia con il minimo necessario, il resto lo avrei comprato là e senza vedere la meta del mio viaggio comprai i biglietti per il volo che doveva partire in quel momento perché volevo andarmene al più presto da quella città. È vero, si dice che “scappare non è mai la soluzione ai nostri problemi” ma il mio non era scappare, era una rivincita per me, per il mio orgoglio che voleva essere soddisfatto per la prima volta dopo anni di sottomissione a causa di una madre assente in tutti i sensi.