Sono qui, in questo spogliatoio, dopo due anni. Due anni da quando ci siamo visti la prima volta. Tolgo la tuta e rimango in body, quello nero che amavi tanto. Tiro un lungo sospiro e esco. Cammino piano lungo il corridoio e sbuco davanti al pubblico che applaude, sorrido. Sono qui, sulla pedana pronta a cominciare. Sono qui pronta a vincere l'oro, pronta a realizzare il mio sogno come tu hai realizzato il tuo. Sono pronta a mantenere la nostra promessa.
Vanessa sta finendo e io passo questi minuti ad aspettare e gli ultimi due anni mi passano davanti in un soffio.
Era luglio, precisamente luglio 2010. Mi ero dovuta trasferire a Londra per un allenamento specializzato di ginnastica artistica con uno degli allenatori migliori sul campo. La fortuna stava nell'essere metà italiana e metà inglese, quindi non avrei avuto problemi con la lingua. Avevo 17 anni a quell'epoca, lunghi capelli biondi come l'oro, occhi cangianti tra l'azzurro e il verde ed ero 172cm e pesavo 55kg.
Un fisico longilineo con le curve nei punti ma piuttosto strano per una ginnasta; ero ben 22cm più alta della media, ma non importava. Quello sport era la mia vita e non c'era nessuna che mi teneva testa. La mia specialità? Il corpo libero. Tutte le riviste sportive dicevano che era un'emozione unica vedermi esibire, ed era vero, per ogni performance sceglievo una canzone e la interpretavo, ogni parola, ogni nota, corrispondeva ad un movimento. Grazie alle mie doti ero diventata campionessa italiana, europea e ora mancava un solo titolo: quello mondiale.
Due anni e sarei stata sul podio, al primo posto, a Londra, alle Olimpiadi del 2o12. Lo sognavo da quando avevo 3 anni e avevo indossato il primo body.
Ma quando mi trasferii a Londra non avrei mai immaginato di incontrare Lui. Lui che mi aveva cambiato la vita, sconvolta e resa perfetta.